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Da Koei Tecmo e il talentuoso Team Ninja, arriva l’emozionante epopea di William Adams o, per gli amici, Sir Anjin. Lo sviluppo del titolo, annunciato nell’ormai lontanissimo 2004 come esclusiva Playstation 3, è stato difficoltoso, irto di ostacoli, destando preoccupazione per il completamento del progetto. Per fortuna però, in un futuro letteralmente dominato dalle console next-gen, NiOh riesce a vedere la luce, e vi anticipiamo subito che l’esito è valso la lunga attesa.
Souls Saga in salsa giapponese? Ma per favore!
Uno dei principali fattori di interesse ruotanti attorno al progetto NiOh, fin dal rilascio della prima versione di prova alpha alla più recente beta, è costituito dagli elementi Soulslike caratterizzanti il titolo. Fra le similitudini riscontrabili, una di esse è rappresentata dalla presenza del Santuario dei Kodama, un checkpoint da cui ripartire in caso di morte (ricordate il falò?), e dove è possibile effettuare una serie di azioni importanti. Pregando innanzi al tempio ove dimorano i nostri amici Kodama, possiamo convertire le nostre armi in preziosa Amrita (l’analogo delle anime di Dark Souls), indispensabile per salire di livello, oppure si può evocare un compagno giocatore per riuscire ad avanzare con maggiore facilità.
Se pensiamo ad esempio anche alla presenza dei cadaveri evocabili degli altri giocatori defunti, i cosiddetti redivivi, anche questo costituisce un elemento riconducibile al Souls Style, pensando alle macchie di sangue, o nello specifico al segno di evocazione di colore rosso, tramite cui si può invitare nel proprio mondo un invasore ostile. Senza contare che la difficoltà stessa del titolo, molto elevata , e che spesso porterà a violente imprecazioni, reset della console, frustrazione e rabbia più nera, ricorda molto da vicino i prodotti From Software. Ma siamo lieti di annunciare che le similitudini coi Souls si fermano qui. NiOh è un videogame con una propria identità, che strizza certamente l’occhio all’opera di Miyazaki, ma se ne distanzia ampiamente, per una serie di fattori che adesso esplicheremo.
William, un uomo dalle mille risorse
L’impresa del nostro sterminatore di demoni (chiamati Yokai), è ambientata nel periodo Azuchi-Momoyama della storia giapponese, periodo di sanguinose battaglie, culminato con l’unificazione sotto il comando dello shogun Ieyasu Tokugawa. Lo scopo principale di William Adams però non è purificare il Giappone dal male degli Yokai, ma consiste nel riuscire a trovare un misterioso individuo, esperto di magia oscura, chiamato Edward Kelley, reo di aver rubato al protagonista il suo spirito guardiano Saoirse.
Il giocatore viene fin da subito immerso nel vivo dell’azione, in quel che può essere considerato come una sorta di tutorial, con ambientazione ed equipaggiamenti tutt’altro che orientali, per poi essere catapultato in Giappone, fra gli Yokai. Egli avrà a disposizione differenti tipi di armi: katane, spade doppie, lance, asce e kusarigama come armi primarie (è possibile equipaggiarne due alla volta), fucili, archi e cannoni come armi secondarie (anche in questo caso possiamo portarne equipaggiate un paio contemporaneamente). Ciascuna delle armi primarie a disposizione è in grado di cambiare radicalmente l’approccio tattico ai combattimenti, ed in generale, all’intera avventura.
Tramite l’ausilio di punti abilità accumulabili, superando livello dopo livello, potremo rendere William uno spadaccino sempre più forte e imprevedibile, sbloccando nuovi, letali attacchi, nel vastissimo repertorio a disposizione del protagonista. Pensando, ad esempio, all’utilizzo della katana, sarà possibile sfruttare un’abilità denominata Iai Manolesta, con cui tagliare in due l’avversario, tramite l’estrazione fulminea della nostra lama. Potremo anche sbloccare, per la katana e le altre armi a disposizione, quel che si avvicina di più all’idea di “parry” della Souls Saga, scaraventando al suolo il nostro avversario, o stordendolo, in risposta ad un suo attacco.
La varietà a disposizione del combat system cresce ancor di più, se pensiamo alla presenza di differenti pose di combattimento (alta, bassa e intermedia), in base alle quali cambiano velocità e danni inflitti. Una posa alta garantirà una difesa meno efficace ma danni elevati, una posa bassa attacchi rapidi ma deboli, mentre un portamento intermedio fra i due permette il giusto equilibrio fra protezione e danni inflitti. Ciò che rende però in assoluto NiOh una perla di tattica e strategia, è la presenza della cosiddetta barra del ritmo ki, sottostante gli HP, barra che il giocatore dovrà sempre tener d’occhio e ricaricare col giusto tempismo, per evitare di rimanere senza stamina di fronte allo spietato nemico.
Un mix micidiale di scontri frenetici e attacchi letali
Come già anticipato prima nell’articolo, e nel nostro speciale di NiOh, il titolo rappresenta un’esperienza tutt’altro che semplice da superare: basta un solo errore, una sola distrazione, una sola leggerezza, e la punizione vi attenderà dietro l’angolo. Che sia un soldatino, in apparenza indifeso, che tira fuori dal cilindro combo spezza guardia e danni improbabili, e il ritorno al Santuario, con la perdita della vostra Amrita, avverrà con una frequenza impressionante. Senza contare la presenza di trappole mortali, fra cui botole, burroni, frecce infuocate e spuntoni che si calano dal soffitto. Nelle sei regioni differenti del mondo di gioco, perdere la calma è davvero facile, ed è soprattutto umano, ma NiOh è bello anche per questo, perché si fa beffa del giocatore: puoi arrabbiarti quanto vuoi, ma se perdi la concentrazione, tenterai più volte, in un circolo vizioso da cui solo il player con una volontà ferrea può uscirne vivo.
Il concetto appena esplicato viene ancor più enfatizzato dal combattimento contro i boss di fine livello. Ognuno di questi è infatti dotato di un move set variegato, bello da vedere ma brutto da sperimentare sulla propria pelle: l’asso nella manica può esser tirato fuori dall’avversario da un momento all’altro, e nel modo meno felice per voi, cioè spaccandovi in due con un solo colpo. Ed qui che rientra in gioco il discorso della calma, del memorizzare i movimenti avversari, elaborare la strategia più adatta e riuscire così ad avanzare. Abbiamo a disposizione tutti gli strumenti per vincere, dobbiamo solo “leggerli fra le righe” e sfruttarli. Inoltre, una delle aggiunte più interessanti è costituita dalla messa a disposizione del giocatore di differenti Spiriti Guardiani, evocabili in combattimento tramite il riempimento di un’apposita barra speciale.
Ogni “etereo aiutante” creato dal Team Ninja presenta peculiari abilità. Se pensiamo ad esempio allo spirito fenice, Suzaku, scegliere lei vi garantirà una sorta di resurrezione, in caso di colpi letali del nemico. Precisiamo inoltre che la campagna principale risulta completabile in una trentina di ore circa, senza contare le missioni secondarie (banalotte per gli obiettivi assegnati), e le missioni crepuscolo (nient’altro che versioni più difficili di missioni già affrontate).
Un viaggio spirituale in cui lasciarsi andare
Se nei titoli From Software lo stile e le ambientazioni lasciavano senza fiato, il lavoro di Team Ninja non è da meno. Koei Tecmo ha infatti a disposizione un contesto storico-sociale pregevole dal punto di vista artistico, e lo sfrutta decisamente a dovere. Rimarrete a dir poco impressionati dai dettagli di armi e armature: poderosi cannoni dalla forma di drago dorato, katane avvolte dalla magia del fulmine riposte in fodere variopinte, eleganti, e intarsiate con minuzia, maschere demoniache ed elmi shogun spettacolari.
Perderete una buona parte del vostro tempo ad inquadrare i particolari dell’equipaggiamento indossato da William, e ne resterete ammirati, tralasciando qualche piccola imperfezione, visibile soltanto ad un’analisi più approfondita. Sir Anjin attraverserà, regione dopo regione, la variegata mappa delle lande di “Zipangu”, in un tripudio di suoni e colori, con scenari che vanno da paesaggi montuosi e oscuri, castelli e sotterranei disseminati di trappole, territori freddi e innevati, fino ad arrivare a dei veri e propri campi di battaglia, luoghi di sanguinose stragi tra fazioni avversarie.
Sebbene graficamente le ambientazioni non facciano gridare al miracolo per la qualità dei dettagli, è possibile in generale apprezzare degli scorci naturali a dir poco suggestivi, che riescono ad arrivare in fondo all’anima, sia in modo positivo (la notte che tutto avvolge in una missione segreta piena zeppa di ninja senza pietà, nascosti fra i cespugli e pronti a colpire), sia in modo negativo (osservare il cielo e tutto intorno che si tinge di rosso sangue nelle missioni crepuscolo, vi farà bene intendere cosa dovrete affrontare per uscirne vivi). Dal punto di vista della colonna sonora, ogni melodia, nel pieno rispetto del periodo storico in cui NiOh è ambientato, risulta pienamente in tema con le situazioni che affronteremo.
Per quanto concerne gli effetti speciali invece, sarà un piacere udire lo scontro, violento e continuo, di lame assetate di sangue, unica fonte di splendore nell’oscurità irta di pericoli. In tutto questo bel vedere però, non possiamo mancare di menzionare gli occasionali, ma vistosi cali di frame rate che si verificano durante il gioco.
Multiplayer
Per quanto riguarda invece il comparto multiplayer, in NiOh essa costituisce una vera e propria ancora di salvezza dalla disperazione dell’avventuriero solitario. Affrontare in coppia le missioni, siano esse principali che secondarie, vi permetterà di avanzare, seppur con minore soddisfazione e fierezza, almeno con meno imprecazioni e salti rabbiosi dalla sedia. Parliamoci chiaro: se abbiamo di fronte una bestia disumana che ci fa esplodere con una sola mazzata, avere l’amico che la distrae, mentre noi la colpiamo alle spalle, è tutta un’altra cosa rispetto all’avventura in singolo.
Il matchmaking, attuabile tramite la semplice imposizione di un oggetto al Santuario, chiamato Tazza Ochoko, è estremamente efficiente, veloce e preciso. Tramite l’utilizzo di una password stabilita dal giocatore, non incontrerete difficoltà alcuna ad imbarcarvi insieme ad un amico nell’inferno di frustrazione di NiOh. Da precisare però che è possibile evocare solamente un compagno umano in vostro aiuto, elemento che verrà probabilmente modificato, in favore di un pvp divertente e stimolante, con le prossime patch in arrivo per il titolo. Dunque un comparto multiplayer ben congegnato, che promette ancora meglio in prospettiva futura.
[stextbox id=”alert” caption=”COMMENTO FINALE”]NiOh costituisce un titolo eccellente, che si distanzia enormemente dalla definizione banale di soulslike. Un gameplay variegato all’inverosimile, una difficoltà molto elevata ma addomesticabile con la giusta pazienza, una direzione artistica lodevole, una valanga di missioni principali e secondarie, e un mutiplayer ben congegnato con tanto ancora da mostrare, fanno del prodotto Team Ninja una perla rara e imperdibile. Consigliato agli amanti delle grandi sfide e delle emozioni forti, ma anche a chiunque altro non voglia fare lo sbaglio di non giocarci.[/stextbox]