The Legend Of Zelda: Breath Of The Wild – Recensione

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Finalmente, dopo anni di attese e paure più che fondate, il nuovo capitolo di Zelda è arrivato. Noi lo abbiamo preso e sviscerato su Nintendo Switch! Sarà riuscita Nintendo a farci sognare di nuovo con The Legend Of Zelda: Breath Of The Wild?

Benvenuti in quel di Hyrule

Che siate amanti della serie o no, il primo impatto con il nuovo Zelda è a dir poco incredibile ed è giusto precisare che Nintendo con Breath Of The Wild ha voluto imporre una nuova vita alla serie di Zelda, dato che per molti aspetti può sembrare un restart totale e, fidatevi, la cosa funziona. Il primo effetto di questo restauro della serie è ben intuibile già dai primi minuti di gioco, dato che non ci aspetta più un’introduzione lunga e lenta ma bensì già dopo qualche riga di dialogo ci troveremo un’intera regione del tutto esplorabile.

L’incipit della storia non è tra i più ricercati, però funziona bene per accompagnarci per tutte le ore di gioco che ci aspettano. Link si sveglia in una vasca senza alcun ricordo e, raccogliendo vari indizi, scopriamo che eravamo lì da ben 100 anni. Durante questo tempo la nostra amata Hyrule è stata “conquistata” da Ganon e la principessa Zelda ha messo a repentaglio la propria vita per contrastare la sua invasione. Il nostro compito è quindi quello di cercare di riportare la pace a Hyrule. Ovviamente l’impresa non è così semplice e tra il cercare di riportare i ricordi a Link e migliorare le proprie abilità la strada verso la gloria sarà molto lunga.

Link, sei tu?

Il gameplay di The Legend Of Zelda: Breath Of The Wild è davvero ben strutturato, la formula open world dona alla saga un’immersione incredibile all’interno del mondo di gioco. Ogni nostra singola azione può portare ad una reazione già calcolata dagli sviluppatori. Link ha mille possibilità all’interno di Hyrule e se inizialmente potremmo sentirci sperduti, piano piano le cose si faranno sempre più chiare. Il combattimento si può svolgere dalla distanza, attraverso gli archi, oppure corpo a corpo con le armi ad una mano oppure a due mani. Nel caso in cui si utilizza un’arma leggera c’è ampio spazio per uno scudo da impugnare nella mano sinistra.

Queste meccaniche abbastanza basilari si mischiano con un combat system molto semplificato che è forse la parte più abbandonata a se stessa di tutto il titolo, ciò nonostante, però, i combattimenti sono difficili e la morte vi attende ad ogni scontro che effettuate. Scordatevi assolutamente di affezionarvi alle armi dato che la meccanica di rottura delle stesse è molto forte e vi obbligherà a cambiare molto più spesso di quanto possiate immaginare. I nemici sono ostici e hanno una buona intelligenza artificiale che ci obbligherà, molto spesso, a utilizzare varie tecniche per mandare tutti al tappeto, proprio su questo aspetto c’è un altro difetto del gioco: i nemici ci attaccano in gruppi e gli sviluppatori, giustamente, hanno implementato una funzione per bloccare la telecamera sul nemico che decidiamo di combattere in quel preciso momento, sfortunatamente però questa feature ha svariati problemi risultando alla lunga decisamente inaffidabile e vi troverete ad utilizzarla molto meno di quanto vi sarebbe piaciuto farlo.

L’unione del potere

Ciò che invece funziona alla perfezione è la sinergia che si crea tra il giocatore e le mille possibilità presenti all’interno del mondo di gioco. Per tutta l’avventura Link ha a disposizione 5 poteri: i primi due sono delle vere e proprie bombe di cui una quadrata, utile per situazioni in cui il terreno è particolarmente ostico, la seconda invece è rotonda. Gli altri due ci permettono di bloccare il tempo ad un determinato oggetto oppure di fare da calamita in modo da poter spostare gli oggetti metallici e, come ultimo, abbiamo la possibilità di creare dei cubi di ghiaccio nelle zone acquatiche. Tali poteri non servono molto nelle battaglie ma saranno molto più utili nelle moltissime ore che utilizzerete nell’esplorazione di Hyrule.

Sì, perché gli sviluppatori non hanno lasciato nulla al caso e ogni angolo della mappa può nascondere segreti, missioni secondarie o sacrari. I sacrari sono un’altra novità, tra l’altro molto gradita, in questo nuovo capitolo di Zelda: essenzialmente sono dei “mini dungeon” che metteranno alla prova le nostre abilità nell’utilizzo dei poteri di Link oppure ci metteranno alla prova in faticose battaglie. I sacrari presenti all’interno del gioco sono circa 120 e permettono al nostro eroe di potenziare il numero di cuori a disposizione e il vigore che in The Legend Of Zelda: Breath Of The Wild ha un’importanza molto rilevante poiché è tramite questa piccola barra verde che abbiamo la possibilità di correre e arrampicarci. Durante le arrampicate, che possono avvenire praticamente ovunque, la stamina si consumerà ad ogni nostro passo e, se non mettiamo i piedi a terra, essa non si ricarica. Tutte queste meccaniche mischiate all’interno di Hyrule ci portano ad amare ogni singolo passo che viene fatto, la voglia di esplorare senza una meta non finisce mai ed è di primaria importanza cercare di essere il più preparati possibili per affrontare un viaggio che può essere molto lungo.

In effetti, la vastità della mappa è forse anche troppa, poiché, ci sono alcune zone che risultano essere abbastanza monotone e spoglie sintomo forse di una eccessiva ricerca della dimensione peccando in alcune parti di qualità. Anche le condizioni meteo hanno una reale conseguenza sul gameplay e ogni scelta è quasi sempre azzeccata nel modo giusto: se Link si trova nel deserto e fa caldo improvvisamente il nostro eroe comincerà a perdere cuori, e per resistere a queste avversità possiamo o bere una pozione oppure equipaggiare degli abiti idonei. Ma non finisce qui, nel caso in cui piove qualsiasi fuoco viene spento e Link non riuscirà nemmeno ad effettuare scalate. Queste variabili alle quali vi troverete molto spesso di fronte vanno a creare un mix molto riuscito che mostra qualche eccessiva limitazione solo dopo moltissime ore di gioco.

Avevo una vita, 100 anni fa

La longevità del titolo è pazzesca. Solo per portare a termine la quest principale ci vogliono almeno 30 ore ma difficilmente vi fermerete lì, perché arrivati a quel punto, l’esplorazione di Hyrule vi prenderà quasi più della storia principale. Ogni città vi potrà portare via ore e ore di gioco con delle miniquest che spaziano in tantissimi modi, la ricerca e il completamento dei sacrari sarà un altro fattore droga che vi prenderà durante la vostra avventura. A livello musicale invece, il titolo non eccelle dato che ci saranno lunghissimi momenti dove regnerà il silenzio seppur comunque le musiche principali sono davvero belle ma ci sarebbe piaciuto essere accompagnati da qualche melodia in più.

Ottimo il doppiaggio in italiano che è presente solo nei piccoli “video”, tutto il resto è invece composto da testi in italiano scritti davvero bene. Graficamente il titolo su Nintendo Switch è molto bello da vedere seppur presenta svariati difetti. Innanzitutto è bene precisare che in modalità TV il titolo perde spesso qualche frame, non in modo grave ma è ben percepibile. La cosa cambia giocandolo in modalità portatile e la fluidità è decisamente migliore, seppur anche qui, qualche calo è percepibile ma resta comunque più godibile. Un vero peccato, perché in qualsiasi modalità si scelga di giocarlo, The Legend Of Zelda: Breath Of The Wild è una favola in grado di farvi sognare e vivere un’avventura che per molti anni vi rimarrà impressa nella mente nel migliore dei modi.

[stextbox id=”alert” caption=”COMMENTO FINALE”]Nintendo non ha sbagliato, quest’ultimo capitolo di Zelda è un titolo eccellente, che è in grado di divertire qualsiasi persona, sia il fan della saga ma anche il nuovo arrivato che si sentirà immediatamente a casa. Qualche limatura in più al titolo lo avrebbe reso quasi perfetto, purtroppo però qualche sbavatura c’è, prima tra tutte la componente tecnica. Nonostante tutto però The Legend Of Zelda: Breath Of The Wild è un titolo mastodontico che difficilmente vi lascerà l’amaro in bocca, noi non possiamo che consigliarlo e voi non potete far altro che apprezzare una nuova pietra miliare dei videogiochi.[/stextbox]

Sull'autore

Andrea Spina

Già da piccolo mangiavo biscotti a 8 Bit, l'amore per i videogames si è espansa in me tramite il Sega Mega Drive, attualmente continuo a coltivare la mia passione principale affiancata a quella dei giochi di società.