Horizon Zero Dawn per PC – Recensione

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L’epoca dell’esclusività dei giochi first party per console sta giungendo a termine ciò credo che sia palese ormai visto anche Nintendo ha pubblicato alcune esclusive su PC e cosi anche Sony. Vi ho parlato di Death Stranding e di quanto sia bello tutto il mondo creato da Hideo Kojima, ma è arrivato anche il momento per parlare di un altro titolo che sfrutta Decima Engine, Horizon Zero Dawn. Un gioco che con l’uscita su console mi aveva stupito per la componente grafica e meccanica, deludendo però per quanto concerne il lato prettamente narrativo. Si tratta però di un gioco che ho portato nel cuore e che ho ricordato sempre con passione e amore. La sua uscita su PC ovviamente è un ottimo modo per ritrovare Aloy per chi ha già giocato Horizon e di incontrarla per la prima volta per tutti gli altri.

Ho viaggiato nuovamente in lungo e in largo. Ho sconfitto nemici giganti e ho creato pile di cadaveri umani ai miei piedi e infine ho visto la natura, che in tutto il suo splendore si abbatte sull’umanità. Senza pietà, come una fiera bestia, la natura divora il nostro creato e porta il mondo a un nuovo stato.

Il mondo è cambiato

La storia di Horizon Zero Dawn ha come fulcro, la sopravvivenza. In questo caso quella delle restanti parti della nostra specie. Il gioco è ambientato in un epoca molto distante dalla nostra, in cui le macchine hanno preso la terra e gli umani per sopravvivere sono costretti a vivere in dei villaggi alla stregua degli uomini medioevali. Le persone hanno ormai dimenticato cos’erano le macchine un tempo e a cosa servivano e il nostro periodo viene da loro chiamato: l’epoca di ferro. Le macchine poi non sono dei robot umanoidi, ma sono simili a degli animali e si comportano come tali infatti.

La protagonista della storia è una giovane ragazza della tribu dei Nora, Aloy. Questa viene esiliata fin dalla sua nascita e affidata a un uomo di nome Rost, anch’esso esiliato. Crescendo, la fanciulla desidera sapere la verità suoi suoi genitori, ma per farlo deve prima riconciliarsi con la tribù, superando una serie di prove per tutti i giovani Nora. Anni di allenamento dopo Aloy diventa una cacciatrice (una carica di altissima importanza), ma nonostante questo alcuni della tribù la reputano alla stregua di una feccia.

Grazie a un dispositivo che la protagonista trova da piccola e che chiama Focus, la ragazza ha la possibilità di decifrare quelli che sono i messaggi del passato e di usarlo a mo’ dello sguardo da Witcher o della vista da Batman. Con alcuni gruppi terroristici che le danno la caccia, Aloy dovrà scoprire la verità che si cela dietro alla scomparsa delle civiltà precedenti e di capire come è possibile eliminare le macchine, che rendono la vita degli umani invivibile.

Arriviamo invece al nocciolo del problema riguardante la narrazione. Come per Killzone 3 e Killzone: Shadow Fall il grande problema del gioco risiede nella sua narrazione. La storia ha delle parti intriganti e davvero interessanti, ma i dialoghi non le rendono per niente onore. Talvolta sembra che i discorsi siano stati scritti in modo frettoloso e incurante dei personaggi. La cosa risulta essere ancora più rilevante nelle missioni secondarie, sprecatissime quasi sempre. Le frasi che i personaggi pronunciano a volte sono al limite del sopportabile, altre volte sono banali e fin troppo casuali. Non aspettatevi quindi discorsi realistici alla The Witcher, ma piuttosto discorsi brevi che iniziano fin dalla prima battuta con la richiesta e finiscono con l’acconsentimento tranquillo. Il mondo di gioco poteva essere sicuramente essere sviluppato in modo più preciso e realistico e ci chiediamo se alla Guerilla non conviene cambiare lo sceneggiatore delle loro storie. La longevità del gioco (secondo il nostro stile di gioco) è di circa 30 ore, ma si allunga in maniera incredibile grazie a tutte le missioni secondarie e i collezionabili presenti nel gioco.

Si lotta e si vince

Coloro che sono più avvezzi al cinema, ricorderanno la scena in Rambo 2 quando il protagonista abbatte un SH-3 (che appariva come se fosse un Mil Mi 24 Hind-D) usando l’arco e una freccia esplosiva. Cose simili le abbiamo viste poi in alcuni giochi, tra cui in Tomb Raider. Anche in Horizon l’arco sarà la nostra arma principale, ma nel vero senso della parola però. La quantità di armi è infatti limitata sempre a quelle da tiro (arco, fionda e cosi via), ma sarà altresì possibile prendere le armi dai nemici caduti e usarle per un breve lasso di tempo. A fare la differenza qui sono le munizioni. Abbattere una macchina non è sempre una faccenda da due soldi, ma al contrario. Potrebbe rivelarsi la difficoltà più grande, sopratutto visto che alcuni nemici sono grandi quanto delle piccole case e che il loro armamento sia stato creato appositamente per uccidere.

Le frecce che useremo saranno di svariato tipo. Quelle a impatto o a penetrazioni, capaci di destabilizzare il nemici; quelle incendiarie o ghiaccianti; quelle soniche che servono per rompere la corazza delle macchine e cosi via. Ogni giocatori potrà sfruttare la tattica che gli è più comoda e affrontare il nemico in modo più opportuno. La strategia sarà di fondamentale importanza e ad aiutarci ci saranno altri piccoli gadget. Corde con degli arpioni che inchiodano i nemici a terra, cavi elettrici destabilizzanti e tantissime trappole. Al giocatore verrà data la possibilità per un miglior approccio e vi sveliamo un segreto. Molti dei grandi nemici obbligatori non solo hanno dei punti deboli ben visibili, ma sono battibili tranquillamente sfruttando unicamente l’astuzia e senza rischiare la vita più del dovuto. In ogni caso, il segreto durante un combattimento è quello di non stare mai fermi. Il movimento potrà salvarvi la vita parecchie volte.

Il mondo di gioco in cui si troverà Aloy è un open world post apocalittico in cui saranno presenti tutte le varietà climatiche. Potremo visitare luoghi deserti in cui il verde scarseggia; giungle, che dopo aver divorato le città crescono rigogliose con una vegetazione fittissima e infine, la neve. La cara vecchia neve che ci ha accompagnato durante tutto il prologo e altri capitoli di vitale importanza per la narrazione. Non ci ha stupito molto quest’ultima, che era abbastanza banalotta, ma la vegetazione, quella ci ha travolto come un treno. Le movenze del fogliame, ma sopratutto dell’erba ha qualcosa di sorprendente e ci rende partecipi al 100% del mondo creato dai ragazzi di Guerilla Games.

Horizon Zero Dawn

L’oppio dei popoli

Coloro che sono più avvezzi al cinema, ricorderanno la scena in Rambo 2 quando il protagonista abbatte un SH-3 (che appariva come se fosse un Mil Mi 24 Hind-D) usando l’arco e una freccia esplosiva. Cose simili le abbiamo viste poi in alcuni giochi, tra cui in Tomb Raider. Anche in Horizon l’arco sarà la nostra arma principale, ma nel vero senso della parola però. La quantità di armi è infatti limitata sempre a quelle da tiro (arco, fionda e cosi via), ma sarà altresì possibile prendere le armi dai nemici caduti e usarle per un breve lasso di tempo. A fare la differenza qui sono le munizioni. Abbattere una macchina non è sempre una faccenda da due soldi, ma al contrario. Potrebbe rivelarsi la difficoltà più grande, sopratutto visto che alcuni nemici sono grandi quanto delle piccole case e che il loro armamento sia stato creato appositamente per uccidere.

Le frecce che useremo saranno di svariato tipo. Quelle a impatto o a penetrazioni, capaci di destabilizzare il nemici; quelle incendiarie o ghiaccianti; quelle soniche che servono per rompere la corazza delle macchine e cosi via. Ogni giocatori potrà sfruttare la tattica che gli è più comoda e affrontare il nemico in modo più opportuno. La strategia sarà di fondamentale importanza e ad aiutarci ci saranno altri piccoli gadget. Corde con degli arpioni che inchiodano i nemici a terra, cavi elettrici destabilizzanti e tantissime trappole. Al giocatore verrà data la possibilità per un miglior approccio e vi sveliamo un segreto. Molti dei grandi nemici obbligatori non solo hanno dei punti deboli ben visibili, ma sono battibili tranquillamente sfruttando unicamente l’astuzia e senza rischiare la vita più del dovuto. In ogni caso, il segreto durante un combattimento è quello di non stare mai fermi. Il movimento potrà salvarvi la vita parecchie volte.

Il mondo di gioco in cui si troverà Aloy è un open world post apocalittico in cui saranno presenti tutte le varietà climatiche. Potremo visitare luoghi deserti in cui il verde scarseggia; giungle, che dopo aver divorato le città crescono rigogliose con una vegetazione fittissima e infine, la neve. La cara vecchia neve che ci ha accompagnato durante tutto il prologo e altri capitoli di vitale importanza per la narrazione. Non ci ha stupito molto quest’ultima, che era abbastanza banalotta, ma la vegetazione, quella ci ha travolto come un treno. Le movenze del fogliame, ma sopratutto dell’erba ha qualcosa di sorprendente e ci rende partecipi al 100% del mondo creato dai ragazzi di Guerilla Games.

Qualche dettaglio in più

Horizon Zero Dawn si comporta in modo eccellente su PC, questo va detto. Il Decima Engine dimostra ancor’oggi la sua potenza, permettendo a tutti gli altri di godere di un’esperienza surreale e potente dal lato visivo. Purtroppo, in parte è proprio questo il suo punto più basso. Non tanto la grafica da sola, ma l’insieme di piccole sviste che per ora mancano.

Va detto in primis che le impostazioni grafiche sono davvero risicate ed era lecito aspettarsi molta più cura su questo versante. Sembra di trovarsi a metà tra la versione PC e quella console e questa scelta potrà non piacere a quasi tutti i giocatori, che si troveranno a fronteggiare solo le impostazioni più basilari. Là dove questo non nuoce al gioco, abbiamo la definizione degli oggetti a far sorgere qualche dubbio. Horizon Zero Dawn ha sempre vantato una certa qualità grafica che ancor’oggi risulta essere incredibile. La definizione dei personaggi lascia sempre senza alcun dubbio e con la mascella spaccata per la grande qualità. Questa manca in parte nel gioco. Lo possiamo vedere perfettamente con la modalità fotografica. Mettere a fuoco un soggetto in primissimo piano era facile e il dettaglio stravolgeva completamente il giocatore. Attualmente invece la messa a fuoco è complicata e non sempre funziona. Come se ciò non bastasse, si nota sempre una qualità nettamente inferiore dei dettagli.

Si tratta comunque di un problema che verrà risolto a breve, ma intanto il gioco ha questa mancanza che altresì potrebbe non piacere a tutti. Il mondo di gioco invece è ancora una volta magnifico, mastodontico e vivo. La vegetazione la fa da padrona e le macchine che popolano il mondo sono dettagliate e padrone di quelle radure. Da quel punto di vista, ogni frammento del gioco è una gioia per gli occhi e il magnetismo che scatena anche grazie al comparto sonoro è difficile da descrivere.

Le musiche giocano un ruolo imponente e insieme al lato grafico, creano un vorticoso via vai di colori, paure ed estasi.

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un non troppo giovane appassionato di tutto quel che ruota attorno alla cultura POP. Vivo con la passione nel sangue e come direbbe Hideo Kojima "Il 70% del mio corpo è fatto di film".