Overwatch: L’eroe di Numbani – Recensione del primo romanzo di Overwatch

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Chi legge questo blog sa benissimo che il mio amore per Overwatch è illimitato. Adoro il suo gameplay frenetico e la necessità di fare un teamwork per raggiungere la vittoria, ma non solo. Con tempo mi hanno conquistato tutti i suoi personaggi, cosi particolari e vivi, con una storia profondamente delineata, ma non molto elaborata. Ho affrontato migliaia di sfide finendo per adorarne alcuni più degli altri e alla fine mi ero fatto un mio piccolo roster di personaggi preferiti da utilizzare in determinate occasioni, optando come sempre per il ruolo del tank o del support. La trama però per me continuava a essere un piccolo mistero per me in quanto nonostante tutto, si presentava molto frammentata e bisognava incollare molti pezzi per creare qualcosa di orizzontale.

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Come ogni grande franchise, però, il gioco sta iniziando ad espandersi in molti modi. Da una parte abbiamo i bellissimi filmati riguardanti i personaggi e dall’altra parte stanno nascendo i romanzi. Libri che ci raccontano determinati eventi in modo libero e senza alcune restrizioni. Il primo libro è L’Eroe di Numbani, scritto da Nicky Drayden ed edito dalla casa editrice Il Castoro.

La storia del libro ha come protagonista una giovanissima Efi. La ragazza vive con i suoi genitori a Numbani e non è esattamente come tutti gli altri. La sua intelligenza le permette di frequentare le scuole per i più grandi, dove comunque è sempre un passo più avanti rispetto a tutti. A casa invece la Efi si occupa di costruzione dei robot e sempre grazie al suo ingegno diventa una piccola imprenditrice nonostante la sua fin troppo giovane età. Un vero e proprio prodigio, che può contare su due amici fidatissimi della sua età.

Dopo aver vinto una borsa di studio e dopo essersi preparata per partire insieme ai genitori e gli amici per una vacanza, Efi si scontra con qualcosa di più grande di lei, Doomfist. Il figlio dell’originale villain fugge dalla sua prigione e riprende il guanto che gli dona delle capacità incredibili. Un esercito di OR-15 non hanno nemmeno scalfito o stancato l’uomo, che in un attacco all’aeroporto semina il terrore e il panico.

Efi e Orisa

Quello rappresenta il momento in cui la mente di Efi cambia e la ragazza matura in modo incredibile il suo amore per la libertà e per la sua città, Numbani. La sua idea è infatti quella di costruire un robot capace di difendere il suo popolo da un prossimo attacco di una persona capace di tutto e che in passato seminò terrore di cui molte persone portano ancora le cicatrici.

In realtà c’è da dire molto altro riguardo il libro, ma poi si perderebbe quella magia che si ha leggendo qualcosa. Nicky Drayden durante il suo percorso di scrittura ha toccato parecchi punti molto caldi, dandoci modo non solo di vedere Numbani, ma anche di vivere a Numbani insieme a Efi. La città appare viva e colorata e con la sua tecnologia avanzatissima a disposizione di tutti.

Durante la lettura è impossibile non soffermarci sulla giovane Efi e sul suo animo da inventrice. L’interazione con gli altri coetanei è divertente, ma lascia un po’ di pensieri in mente al lettore. Nonostante la sua natura fantascientifica, il racconto tocca moltissimi argomenti young adult e lo fa con una certa delicatezza. Ovviamente, la seconda protagonista è proprio Orisa, di cui vediamo la creazione e i primi passi. Un vero e proprio percorso d’apprendimento di un robottone che si abbina perfettamente allo stile di una città cosi etnicamente magnifica e suntuosa.

Lo stile descrittivo di Nicky non permette un momento di noia, anche quando effettivamente non succede niente. Le sue conoscenze informatiche hanno permesso un’ottima descrizione della programmazione e di una moltitudine di passaggi elettronici. L’autrice permette al lettore d’immedesimarsi a 360° in un viaggio di crescita, consapevolezza e ovviamente avventura. Le descrizioni hanno sempre una giusta lunghezza e non oltrepassano mai il punto di noia che potrebbe essere presente. Anche i dialoghi hanno una certa fresca naturalezza e sono inseriti nei punti giusti e nel modo giusto.

Blizzard conferma ancora una volta di sapere cosa farci di franchise immensi per mantenerli in vita e creare un nuovo pubblico. Ottimo lavoro anche da parte della casa editrice Il Castoro, che spero di vedere come publisher per i futuri romanzi dedicati al mondo di Overwatch.

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Redazione