Questo sito contiene diversi annunci Amazon. A ogni vostro acquisto riceviamo una piccola commissione.
Non mi capita spesso di restare incollato a un gioco fino alla tarda notte, pensando poi nel letto a quanto fatto. Ogni tanto succede con qualche GDR, che come un romanzo, mi fa pensare molto, ma non accade sempre. Ebbene, Hades ha avuto la capacità di folgorare la mia mente, spappolarla, rigurgitarla e ciò che ne uscito fuori è anche migliore di prima. Un titolo tosto, stiloso, musicalmente eccellente e appassionante. Un viaggio attraverso il mondo dei morti della mitologia greca che mi ha aperto gli occhi e la mente.
Sviluppato dagli stessi geniacci di quei capolavori di Bastion e Transistor (Pyre purtroppo non si avvicinava alla loro estrema bellezza), Supergiant, Hades gioca su un altro piano. Si tratta di un roguelike narrativo che mantiene lo stile dei dialoghi di Bastion e il gameplay frenetico, ma tattico di Transistor. Il tutto con il sistema di progressione di un roguelike.
Come dice? È troppo porno? Non avete ancora letto e visto niente allora.
La storia vede Zagreus, figlio di Ade, intento a fuggire dall’oltretomba per ricongiungersi alla sua famiglia nell’Olimpo. Il realtà ha un altro piano, quello di cercare sua madre, ma questo resta sempre nascosto a tutti nell’Olimpo. Le sue gesta hanno infatti raggiunto tutte le divinità, che cercheranno di aiutare il giovane nella sua impresa.
La forza di questa storia sta nella sua narrazione altamente frammentaria. Ogni morte ci darà l’opportunità per studiare tutti i personaggi e di scoprire qualcosa in più sul loro conto. Giocare a Hades equivale a capire lentamente quanto è successo all’interno della famiglia e di comprenderne tutte le regole. Alcuni personaggi si paleseranno solo in seguito e andremo alla loro lore con lentezza, ma anche decisione. I dialoghi comunque non sono mai noiosi e alla fine riescono sempre a strappare un sorriso al giocatore.
Per quanto riguarda il gameplay, c’è da spendere più di una parola. Senza dilungarci troppo in inutili giri di parole però, perché il tempo è denaro e le divinità non si ammazzano mica da sole.
Hades è un roguelike che si presenta con quella classica struttura un po’ randomica con dei boss prestabiliti posti a varie distanze. Qui abbiamo una struttura leggermente più lineare di alcuni altri esponenti del genere. Il primo boss sarà sempre una delle Furie, il secondo sarà sempre l’Idra, il terzo sarà composto dal duetto fatto da Teseo e il Minotauro, fino ad arrivare ad Ade in persona. Pochi boss, ma tutti strutturati in modo da non farci mai stancare. Ogni variante del boss ha una campionatura di mosse differente e più andremo avanti, più questi potranno farci male in modo definitivamente brutale.
All’interno del palazzo di Ade potremo scegliere delle armi. Ogni arma porterà dei duff e dei handicap non indifferenti. L’equilibrio lo troverete sicuramente con la lancia, che potrà tenere il nemico a debita distanza e nel frattempo massacrando il nemico senza pietà. Ognuna di queste armi ci obbligherà a uno stile di combattimento completamente diverso e adeguarsi spesso non basterà. Bisognerà entrare in contatto con l’arma, imparare a padroneggiarla e creare delle strategie sempre diverse.
A un certo punto della storia potremo iniziare a potenziare le armi nel nostro possesso grazie al Sangue del Titano. Questo lo troveremo dopo aver sconfitto la prima volta un singolo boss, ma ovviamente la regola vale anche per ogni nuova arma che impugnerete. Potenziando le armi, potremo trovare delle differenze abissali rispetto a prima.
Personalmente combatto con i guanti perché mi permette un approccio ravvicinato e veloce nell’affrontare i miei nemici, ma in verità la miglior arma per molti è l’arco, che dopo i potenziamenti si mostra come forse la più potente arma long-ranged mai vista.
Potremo ovviamente potenziare anche noi stessi grazie allo specchio che si trova all’interno della stanza di Zagreus. I potenziamenti in questione si bloccheranno attraverso delle gemme e delle chiavi, che potremo raccogliere facendo più volte i livelli del gioco.
Ciò che bisogna capire nel giocare a questo titolo è che per padroneggiare bene tutte le abilità bisogna essere veloci, ma pensare ancora più velocemente. Ogni azione è istantanea e necessità di una risposta immediata, ma la difficoltà arriva quando i nemici iniziano ad arrivare in massa con tanto di trappole. A quel punto servono delle armi speciali. Armi e potenza che solo una divinità potrebbe donarci.
A questo punto bisogna dire che saranno proprio le altre divinità dell’Olimpo ad aiutarci. Praticamente in ogni stanza, dopo aver sterminato tutti i nemici, ci troveremo davanti a dei doni. Ogni dono avrà il simbolo raffigurante una determinata divinità e questo finirà per influenzare anche il dono stesso. Questi potranno darci una maggior resistenza, potenza, colpi speciali o addirittura il recupero della vita. La scelta è da fare in modo ponderato e attento perché determinerà l’esito delle nostre azioni successive.
Il tutto crea una serie di vantaggi che saranno diversi di volta in volta, creando una maggior sensazione del divertimento.
Il vero gioco si apre però con la sconfitta di Ade e l’uscita dal mondo sotterraneo. Nuove caratteristiche attendono i più temerari, ma qui bisogna dire una cosa. Essenzialmente avremo sempre gli stessi livelli del gioco, che si ripeteranno all’infinito e ciò potrebbe annoiare i giocatori meno avvezzi al genere.
Graficamente abbiamo davanti a noi un titolo che prende tutto dai suoi predecessori. Il mondo di gioco risulta essere variopinto, dettagliato e di grandissima fattura. Ogni dettaglio spicca sullo schermo e giocarlo su un 40 pollici in su è vero orgasmo visivo. Sembra quasi di guardare una serie animata, ma anche di quelle non ce ne sono tante ad aver raggiunto questo livello di bellezza.
I personaggi hanno un loro stile, una loro identità e si riconoscono subito. Il dettaglio di ogni singola linea è particolare e crea una sensazione piacevolissima di guardare qualcosa che potrebbe avere tranquillamente una propria trasposizione fumettistica.
La componente musica è importante e grazie a delle melodie rock e metal riesce a trasmettere le stesse emozioni che prova Zagreus durante il gioco. Si tratta di una colonna sonora veloce, potente e delle volte anche prepotente, ma sono proprio le caratteristiche che rendono la partita così straordinaria.