Marvel’s Guardians of the Galaxy – Recensione

Marvel's Guardians of the Galaxy
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I videogiochi tratti dal mondo fumettistico Marvel sono tanti e negli ultimi anni hanno raggiunto una qualità veramente eccezionale. Ovviamente non conto Marvel’s Avengers, che non ha scalfito il cuore degli appassionati, della stampa e forse nemmeno degli sviluppatori. Inutile rivangare sul passato però, perché il presente e il futuro videoludico sembra urlare di gioia, con le musiche Paesano che rimbombano nelle orecchie. Intanto è uscito il titolo che attendevo con un’impazienza contenuta, la stessa che avrebbe Drax per dirci. Marvel’s Guardians of the Galaxy è quindi disponibile un po’ ovunque e ha saputo intrattenermi nel modo giusto. Non è un’opera che si avvicina al livello dei film del buon James Gunn, ma è comunque un ottimo calderone action con alcune meccaniche GDR che piace. Un trashone che in futuro potrebbe essere un piccolo must da recuperare.

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La recensione in questione non sarà lunghissima, ma spero di riuscire a raccontarvi quelle che sono le miei pensieri al riguardo, senza tediarvi troppo. Per pareggiare i conti, troverete altri articoli relativi i Guardiani su queste pagine tra una settimana.

La storia del gioco ci racconta di quel gruppo di sfigati, un po’ trashoni e guidati da un umano amante della musica anni 80 che tutti conosciamo. Star-Lord, Rocket Racoon, Drax il distruttore, Groot e Gamora sono un team che nel gioco si è unito da un po’ di tempo, dopo la sconfitta del Titano pazzo e dopo la fine della guerra galattica. Molte persone che conosciamo dai fumetti o dai film sono morti o sono in prigione e il nostro gruppo opera da solo in questo nuovo cosmo, alla ricerca di un buon incarico. Tutti devono pagare le bollette in fondo.

 Si parte dalla ricerca di un mostro gigantesco in una zona di quarantena e quella parte della storia, composta da un intero capitolo, sarà il nostro tutorial. Trovare il mostro farà scatenare una serie di eventi che però finiranno per mettere a repentaglio tutta la galassia e soprattutto tutte le creature senzienti e non che ci abitano sopra.

Prelevati da una nave Kree, i guardiani si ritroveranno a dover fronteggiare una bella multa. Mentre il gruppo sarà sulla nave, entrerà in scena un nuovo personaggio, Rakker, un uomo anziano e misterioso che sarà poi il vero fulcro della storia e rappresenterà il pericolo che dovremo fronteggiare.

Il plot si concentrerà quindi sul rapporto che ogni guardiano ha con gli altri e sui loro sentimenti. Vedremo i punti focali di ogni carattere, che non si mostreranno ancora con la massima grazia e massimo splendore, ma che in ogni caso aiuteranno a farci avvicinare ai personaggi che vedremo sullo schermo.

I colpi di scena sono a tratti prevedibili e non lasciano molto all’immaginazione, ma solo se avete dalla vostra una grande conoscenza dell’universo Marvel. Eppure la storia ruoterà in modo diretto e senza impedimenti verso un finale che non delude le aspettative. Certamente, in alcuni punti non sarebbero guastati dei momenti più seri, ma forse avrebbero stonato con quanto ci siamo abituati a vedere nei film di Gunn.

Marvel’s Guardians of the Galaxy si ispira infatti ai due film, ma cerca di dare una nuova veste un po’ a tutti i personaggi. Il loro carattere è stato evoluto in una versione leggermente diversa per la parlata, per i modi e anche per via del loro passato.

Ovviamente al livello grafico non ci troviamo davanti a un gioco spacccamascella capace di farci urlare di gioia, ma si pone su di un livello differente. Lo stesso di altri titoli che non vogliono essere qualcosa di gigante, ma semplicemente di divertire il giocatore e fargli passare un venti ore di puro divertimento. I modelli poligonali sono comunque di ottima fattura su tutte le piattaforme e anche sulla old gen il gioco si difende benissimo.

Gli ambienti ben caratterizzati mostrano quelle che sono le architetture delle diverse civiltà e quindi anche le loro peculiarità culturali. Certo, spesso sono difficili da individuare vista la tipologia di gioco, ma sono tutte lì, davanti a noi.

Le espressioni facciali sono sicuramente la cosa più sorprendente di tutto il comparto grafico. In alcuni punti è facile notare un’attorialità che non si trova nei titoli ben più noti e soprattutto sviluppati con un budget molto superiore a quello che hanno avuto i ragazzi di Eidos Montreal per questo Marvel’s Guardians of the Galaxy. Da Peter a Rocket, tutti mostrano le proprie emozioni grazie a delle ottime espressioni. Di grande fattura anche il character design che si trova tra quello di fumetti (tranne Groot e la sua acconciatura Punk nel reboot) e quello dei film. Qui bisogna dire che apprezzo molto il coraggio di darci dei volti sconosciuti per questi ruoli e non quelli più famosi, che avrebbero anche cozzato con l’intero universo ludico.

Sono convinto che tra due anni al massimo vedremo il secondo capitolo della serie, sviluppato con un budget maggiore e con una maggiore passione.

Il fulcro del videogioco è il suo gameplay e in questo caso è chiarissima fin da subito a cosa si ispira. L’atmosfera di Final Fantasy XV si respira nell’aria visto che il gameplay alla fine dei conti è molto simile alla precedente opera targata Square Enix. Questa scelta a dire il vero è stata una piacevolissima scoperta, anche se avrei preferito qualche personalizzazione in più.

Si combatte in modo frenetico, ma anche semplice. Il ruolismo è stato semplificato fino all’osso grazie alla struttura action. Non c’è alcuna statistica da migliorare e nessuna decisione vera da prendere. Le abilità alla fine sono quattro per ogni personaggio e sfruttarle è una cosa semplice. Anche senza faticare finirete per sbloccare tutte le abilità di ogni singolo personaggio. Ciò significa che anche una persona che non ama particolarmente il genere ruolistico si troverà a proprio agio in questo gioco.

Con uno schema radiale controlleremo i nostri quattro alleati e successivamente con un altro schema sceglieremo le loro mosse. Una semplificazione che ovviamente ha semplificato il lavoro di Eidos. La sensazione finale è quella di trovarci proprio davanti a un Final Fantasy senza livelli e una struttura molto lineare.

Il mondo di gioco è infatti un lungo corridoio in cui potremo andare da qualche parte solo raramente. La scelta di non renderlo un vero e proprio open world si è rivelata comunque vincente sotto il punto di vista narrativo e vi porterà a giocarlo per una ventina di ore di puro divertimento.

Purtroppo a ostacolare questo divertimento ci penseranno i vari bug che si presenteranno sulla vostra strada. Personalmente ne ho incontrati alcuni un po’ fastidiosi come il combattimento che non termina con l’uccisione di tutti i nemici e quindi con la necessità di ricaricare il gioco. Altre volte capitano altri bug che non vi mostreranno qualche parte della mappa e dovrete nuovamente ricaricare il gioco. Suppongo che sono tutti problemi che verranno risolti con delle patch in futuro.

Al livello musicale invece, questo gioco spacca. La colonna sonora è ispiratissima e pompa la musica degli anni 80 e 90 con estrema prepotenza, ma è altro a colpirmi. Per il gioco è stata creata la band Star-Lord ed è uscito un intero album con le musiche del videogioco. Si tratta di canzoni tipicamente metal che a parer mio raccontano questo genere musicale meglio di molte band più famose.

Il doppiaggio ha dalla sua delle ottime voci sia in inglese, che in italiano.

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un non troppo giovane appassionato di tutto quel che ruota attorno alla cultura POP. Vivo con la passione nel sangue e come direbbe Hideo Kojima "Il 70% del mio corpo è fatto di film".