Sky: Children of Light – Un incredibile viaggio da fare in compagnia

Sky: Children of Light è un gioco coop disponibile su Android, iOS, Ps4, Ps5 e Nintendo Switch
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Uno dei primissimi giochi a cui giocai su Playstation 3 fu Flower, firmato da Thatgamecompany. Ammaliato dai colori, dai suoni e dal significato profondo, ma sordo dell’opera decisi di recuperare Flow. Un altro piccolo gioiello che a quei tempi mostrava le potenzialità del SixAxis e che riusciva a sorprende il giocatore che non cercava il prodotto mainstream. Poi arrivò Journey. Un titolo che senza esagerare mi ha cambiato la vita, il mio modo di vedere le cose e di percepirle, dimostrando l’importanza di questo tipo di prodotto. L’arrivo di Sky: Children of Light era quindi per me importante non solo dal mero punto di vista ludico (che per carità, non deve mai mancare visto che parliamo di prodotti il cui fine primario dovrebbe essere quello di intrattenerci), ma anche quello spirituale.

Lo scaricai al Day One, giocandolo sul mio telefono per una mezzoretta per poi cancellarlo. Non era il periodo giusto per questo tipo di opera e lo sapevo. Non sarei riuscito a entrare in sintonia con qualcosa di così particolarmente astratto. Ho atteso questo febbraio per riprendere Sky e ho portato a termine la mia prima run e alla fine ho compreso d’aver fatto bene ad aspettare. Perché il mio viaggio non è ancora finito, ma è già da considerarsi come un’esperienza che non sapevo di volere.

Sky: Children of Light il viaggio in compagnia HavocPoint

Ho intrapreso una nuova avventura, senza considerare il vecchio salvataggio. Ho voluto fare questo passo per riuscire a capire meglio il mondo di gioco e così ho attraversato foreste umide, deserti dorati e aride distese in cui è la morte a fare da guardiana. Ho vagato in mezzo alle dune di neve, giocando con persone sconosciute che mi capitavano a tiro.

Ecco, questa è stata la parte più sorprendente di tutto il percorso. Incontrare qualcuno con cui condividere una porzione del mio viaggio, delle mie esperienze, delle mie fatiche. Allo stesso modo ho aiutato, ho compreso e ho accompagnato chi aveva bisogno di una mano amica. Perché Sky: Children of Light ha la capacità meravigliosa di tirar fuori il meglio dai giocatori, di far vedere l’altruismo senza maschere, senza alcun doppio fine.

Certo, anche in Journey era possibile viaggiare con dei compagni sconosciuti e io più volte cercai di raccontare la bellezza di questa possibilità. Non sapere il sesso o l’età del nostro compagno virtuale e forse per questo motivo essere più motivati a degli atti di altruismo. Questa volta invece è tutto diverso. Stavolta è possibile inginocchiarsi davanti allo sconosciuto per chiedergli l’amicizia, ma solo dopo essere entrato in sintonia con la sua luce e quindi dopo aver svelato il proprio aspetto.

La visione dell'eden in Sky: Children of Light havocpoint

A questo punto, con qualcuno al nostro fianco è possibile parlare attraverso una chat oppure utilizzare le emoticon per dire qualcosa. Per conoscersi, per guidare o farci guidare. È possibile andare in base e suonare qualche strumento musicale oppure di andare sulle altalene. La magia avviene in un particolare momento però. Un momento di pura catarsi in cui avere qualcuno al proprio fianco assume un altro significato. È infatti possibile prendere per mano il nostro accompagnatore (o farci prendere per mano) e viaggiare come una sola entità. In quel momento avviene quella magia che non accade spesso nel mondo dei videogiochi e non trova alcun effetto similare.

Viaggiare con qualcuno in Sky è diverso dal viaggiare con amici in un MMO. Qui si crea un legame forte in cui la comunicazione avviene su più livello e paradossalmente, quello testuale risulta essere il più banale. Invece è molto più poetico, più vivo, parlare attraverso i suoni, attraverso le melodie, attraverso il tocco. Il gioco è più di un semplice espediente per farci viaggiare in compagnia. Si tratta di un secondo modo di vivere e personalmente ho trovato un grande parallelismo con la vita umana al suo interno. Ne parlerò in un secondo momento, in qualche altro articolo.

Fatto sta che questo gioco è come uno scrigno pieno di tesori messi in bella vista. La metà non è veramente importante (anche se alla fine si assiste al concerto di AURORA e questo vale già il biglietto), ma lo è il percorso che porta verso l’Eden. I tesori sono tutti all’esterno, in bella vista e il percorso è come la strada dorata del Mago di Oz.

Sky: Children of Light

La verità è che abbiamo un dannato bisogno di giochi come questo. Titoli fatti per staccare la spina, anche dalle coltivazioni super rilassanti di Stardew Valley o dalle narrazioni senz’azione come un Dear Esther o Gone Home. A volte è necessario un rapporto più profondo con il videogioco e questo rapporto è possibile solamente grazie a qualcosa come Sky: Children of Sky, che nella sua estrema semplicità nasconde la complessità di una vita e di un mondo intero.

Per questo motivo credo di continuare a giocare ancora molto a lungo.

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un non troppo giovane appassionato di tutto quel che ruota attorno alla cultura POP. Vivo con la passione nel sangue e come direbbe Hideo Kojima "Il 70% del mio corpo è fatto di film".