Ride 5 – Recensione

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Ritornare a giocare ad un titolo legato al mondo dei motori, e in particolare a quello delle due ruote piuttosto a quelle delle quattro, ha un sapore tutto particolare. Infatti la serie targata Milestone, già detentrice di brand del tutto interessanti come WRC e MotoGP per citarne qualcuno, ha permesso di farsi conoscere in tutto il mondo per una delle poche realtà italiane e probabilmente una delle migliori al mondo.

La serie di Ride l’ho provata nel corso del tempo senza però averne la possibilità di parlarne in queste pagine, il quinto capitolo migliora diversi punti rispetto al precedente episodio aggiungendo in alcuni frangenti qualcosina che può intrigare agli appassionati. L’ho provato su Xbox Series X ma è presente anche sulla S, sull’ecosistema Playstation e PC quindi ce modo di provarlo anche al di fuori del mondo Microsoft.

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Una carriera da sogno

Probabilmente la carriera di Ride 5 è una delle modalità migliori che io abbia mai provato, a differenza del mondo MX GP e di MotoGP – che dal punto di vista delle meccaniche condividono molto – la carriera non è quella tipica di un pilota professionista. Questo è dovuto dal fatto che le competizioni, e i campionati, sono notevolmente ridotti rispetto al Motul del motomondiale.

Se nel motomondiale ci sono 20 gare spalmate da marzo a novembre, in altrettanti circuiti disposti in tutto il mondo, in Ride 5 invece segue i tornei disposti in varie parti del mondo per un totale di 8 nazionalità. La maggior parte sono le quelle legate alla controparte occidentale europea, seguite poi da Canada, Stati Uniti, Sud Africa e Giappone con tornei che durano in media 4/5 gare su 2/3 circuiti in media per torneo.

Questo permette all’utente di fare due cose la prima di conoscere circuiti che difficilmente avrebbe modo di farsi conoscere, perché la maggior parte non sono piloti esperti oppure professionisti che possono viaggiare e guidare su di un 1000 in un qualsiasi motodromo. La seconda è di conoscere una realtà che normalmente non si avrebbe modo di apprendere, ovvero quello dei piloti semi-professionisti che normalmente non ne parla quasi mai abbastanza.

Non solo circuiti ma anche moto

A differenza di MotoGP che sono presenti dei prototipi che difficilmente trovano spazio in quelle di serie, in Ride 5 sono presenti proprio queste ultime che possono scendere nelle stesse piste di quelle che trovano spazio dal Mugello fino alla Laguna Secca. Ci saranno ben 200 veicoli in diverse tipologie dalle naked ( in stile Ducati Monster), alle sportive ( come le Kawasaki Ninja e le GSX-R della gamma Suzuki) e molto altro da scoprire.

I circuiti sono 36 alcune già le conosciamo come quello del Mugello, mentre altre invece come quello di Donnington nel Regno Unito che è conosciuta per lo più a livello nazionale e non oltre. Il tutto condito dalla possibilità di gareggiare come in una normale gara, mettendo a messa appunto la moto regolando – poco a dire la verità – le sospensioni, i freni, l’accelerazione e molto altro però prima delle gare e non durante le sessioni delle manifestazioni.

Questo è dovuto dalle impostazioni della carriera in quanto, scegliendo la difficoltà e da altri parametri che si possono modificare in qualsiasi momento, può dare la massima gestione delle gare da parte dell’utente. Durante le gare avremmo due obiettivi essenzialmente, il primo è quello di battere il pilota che durante la competizione è il nostro rivale, oltre a raggiungere uno dei primi 3 posti per una vincita maggiore.

Niente soldi nessun potenziamento

I soldi presenti in gioco sono quelli che si possono guadagnare dalle gare, quindi nessun aiuto dalle nostre tasche digitali quindi dovremmo impegnarci nel raggiungere i nostri obiettivi. Più arriveremmo in alto e vinceremmo i tornei e maggiori saranno i nostri introiti, per tanto arrivare tra i primi tre avremmo maggiori guadagni rispetto arrivare ultimi che guadagneremmo davvero poco.

In ogni caso messi da parte un po’ di soldi potremmo comprare qualsiasi cosa per le moto, e non per la tuta che saranno già sbloccati le varie parti sin da subito. Potremmo comprare le moto che ci serviranno per i campionati, divisi in categorie in base alla classe ( naked, sportiva o classiche ad esempio) e dalla cilindrata quindi fate attenzione, oltre ai componenti per migliorare le prestazioni dei veicoli.

Ogni componente dalle ruote fino alla ciclistica, passando dai pistoncini degli ammortizzatori, saranno divisi benissimo in base ai produttori da Arrow, Ohlins e molto altro che miglioreranno – oppure peggioreranno asseconda del contesto – le abilità del veicolo. Come ho già accennato prima i potenziamenti devono essere svolti nel menu di gioco, per via della possibilità di utilizzare il veicolo su tutte le modalità dalla carriera, dalle modalità in singolo giocatore fino al multiplayer.

Il nostro pilota ha un certo non so ché

L’aspetto del pilota conta più che altro per vedere letteralmente una persona in sella alla moto, oltre a questo non ha una utilità superiore in quanto poi sarà l’abilità dell’utente di vincere le gare. La creazione del personaggio è all’inizio del gioco e permetterà di scegliere il sesso, quale viso utilizzare ( sono tutti precaricati), lo stile di guida e il motto che andrà poi essere inserito sulla tuta.

La tuta può essere modificata in qualsiasi momento dal menu del gioco, come accade in un po’ tutte le serie di Milestone, il pilota è utilizzabile in ogni modalità del gioco. Le parti della tuta sono strutturate come la moto divise rispettivamente nelle varie aree dei vestiti, passando dai guanti fino ai caschi integrali, per non dimenticare degli stivaletti e delle spugnette, possono essere cambiate in tutti i modi diversi e in qualsiasi momento.

Passando dalla Dainese, dalla Alpinestars fino alla AGV potremmo letteralmente cambiare e scegliere ogni elemento dell’abbigliamento. Non sarà obbligatorio ovviamente scegliere lo stesso tipo di marca ma potremmo sperimentare scegliendo quello che può piacere di più, non solo in termini di disegni ma anche nella tipologia dei colori passando dalle sfumature sgargianti fino a quelle più cupe.

Finalmente l’Endurance

Era da tempo che mi sarebbe piaciuto vedere una versione digitale dell’Endurance, tipica competizione in salsa sportiva dove i piloti devono correre sulle proprie moto, per cercare di arrivare letteralmente primi. Non ci sarà solamente questa modalità, ma anche alcune altre nelle quali potremmo scegliere una delle nostre moto oppure, come succede nella realtà, di affittarne per una o più gare.

Vediamo insieme le competizioni in breve:

  • Endurance: già citata precedentemente potremmo letteralmente correre in un gara in sprint, dove il semaforo rimane spento e il via ce lo diranno i giudici di gara e ovviamente, chi arriverà primo sarà il vincitore.
  • Gara in singolo: come già potete immaginare le gare sono focalizzate in circuiti liberi dalle competizioni, con moto che abbiamo già sbloccato, scegliendo ogni opzione del gioco dalle gare libere, fino alle qualifiche e la gara.
  • Carriera: ne ho già parlato all’inizio è la modalità principe che porterà via tante ore al giocatore, dove si potrà concorrere in tantissime competizioni in giro per il mondo per accrescere il proprio nome e ricevere in premio non solo soldi ma anche veicoli.
  • Multiplayer: come potete immaginare è tutto quello che abbiamo già visto qua sopra però senza la carriera, dove si potrà giocare con altri utenti al posto degli NPC che popolano i reparti in singolo giocatore.

Quindi non solo una bella grafica

Togliendo la parte tecnica, che non sono un esperto ma un appassionato, ho trovato approssimativo l’aspetto della mimica facciale però dal punto di vista delle linee delle moto, e la rifinitura della grafica, ce da dire che è decisamente migliorato rispetto al capitolo precedente. Come in ogni capitolo dei videogiochi Milestone è presente il tasto rewind, che acconsente al giocatore di riprovare un breve momento dove magari si è sbagliato qualcosa come una curva per esempio.

Il movimento del pilota su una moto è quello che abbiamo conosciuto nella serie di MotoGP, con il grilletto destro permetterà all’utente di controllare la velocità mentre quello sinistro la frenata. Asseconda della difficoltà gli NPC diventano più precisi e veloci, oltre al fatto che potenzialmente – e ripeto POTENZIALMENTE – potremmo anche non frenare in quanto il gioco regola la velocità anche nelle curve nelle modalità più facili.

Però correndo ho capito che facendo così non si avrebbe dei tempi che vorremmo, in quanto non ci divertiremmo e potremmo correre meglio. Poi scegliendo il veicolo che vorremmo correre nei vari tornei dovremmo fare attenzione, asseconda delle prestazioni in una determinata moto avrà una accelerazione troppo alta oppure troppo bassa per la gara, quindi bisognerà fare diverti tentativi.

Sull'autore

Giacomo Lambertini

Cresciuto con pane, videogiochi e fumetti cresce con una voglia smisurata di raccontare ciò che più gli appassiona a chiunque.