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Ci sono situazioni dove il primo amore arriva come un fulmine a ciel sereno, altre volte sono le prime esperienze che cambiano la vita come il primo lavoro, la prima patente e similari. Per me è accaduta un altra volta con la serie JRPG Star Ocean, che in questi giorni mi ha dilettato con questa prima mia esperienza con l’omonima serie, per tanto non andrò a fare similitudini con altri capitoli – e con il prodotto originale – perché non gli ho giocati.
Perché definisco questo prodotto come non principale? Semplicemente è un remake del titolo lanciato nel 1998 praticamente 25 anni fa, per tanto vi parla una persona che può essere considerato un novizio, che si interfaccia con l’ultimo episodio della serie per la prima volta. Di seguito andremmo a parlare della storia e delle meccaniche di gioco dal mio punto di vista, ci tengo a precisare che è un titolo in singolo giocatore dove non è possibile giocare con altri utenti, ma solo sviscerare per bene il prodotto in diversi modi come ci hanno abituato gli sviluppatori giapponesi e non solo.
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Da ciò che ho appreso da altri altri articoli l’universo di Star Ocean è ambientato in una linea temporale alternativa, rispetto al nostro punto di vista ovviamente, e ciò che ne comporta aiuterà al giocatore ad immergersi in altre ambientazioni diverse. Per tanto nel capitolo The Second Story R si parla di un probabile futuro, dove il calendario non è quello classico che conosciamo ma si basa sui viaggi spaziali, e da quando è partito il primo volo commerciale a basso prezzo.
Infatti il gioco è ambientato in un probabile futuro nell’Anno Spaziale 366 dove impersoneremmo un giovane ufficiale ancora inesperto, che durante la sua permanenza sulla nave verrà chiamato semplicemente recluta, chiamato Claude C.Kenny che sarà il protagonista maschile. Quest’ultimo si ritroverà legato alla storia di un portale che lo condurrà in un universo parallelo, dove le sue conoscenze e credenze vengono messe alla prova.
Infatti nel villaggio di questo nuovo mondo non conoscono la guerra per la quale Claude sta combattendo, e conoscerà nelle prime battute della storia una ragazza che si chiama Rena che detiene un potere del tutto interessante. Sarà proprio questo duo a scoprire alcuni aspetti del nuovo mondo che non si conoscevano, e di portare il ragazzo nella sua dimensione reale.
Un mondo da esplorare
Ci ho messo un po’ di tempo per avere un idea di cosa raccontare in questo articolo in quanto, è una serie tipicamente giapponese nel raccontare una storia estremamente articolata, perché ci sono 16 personaggi da reclutare e ognuno di essi ha una storia personale. Non tutti andranno d’accordo e per tanto se si sceglie lo spadaccino Ashton si dovrà escludere la maga Celine, così viceversa permettendo una rigiocabilità quasi infinita.
La storia è molto semplice e lineare permettendo al giocatore di effettuare esperienze alternative, come ad esempio andare a pesca oppure andare ad effettuare combattimenti con altri mostri delle varie zone. Questo permetterà di conoscere anche le persone delle diverse città che incontreremo, permettendoci di accettare missioni secondarie che possono allungare – e apprendere nuove trame – non solo la storia ma anche il mondo di gioco.
Un po’ come avviene nelle serie di Final Fantasy e in Tales of, ogni area che incontreremmo sarà un qualcosa di davvero interessante da vedere. In primo luogo ogni zona è diversa passando da un area forestale, fino alle pianure e molto altro ancora però è da segnalare che la storia è collegata con gli altri capitoli, non in maniera pesante però ci sono alcuni collegamenti come il padre di Claude che è un ammiraglio, ed era il protagonista del precedente episodio.
Ci piacciono gli scontri in movimento
Come avviene in un qualsiasi episodio della serie Tales of e gli ultimi Final Fantasy i combattimenti sono in movimento, e non a turni come succedeva con i primi capitoli della fantasia finale. In quanto permetterà di avere scontri adrenalinici che non lasciano momenti di noia, con la possibilità di mettere in pausa lo scontro e utilizzare oggetti consumabili, utilizzare magie ( nostre o di un membro del gruppo) e impartire ordini al resto della squadra.
Quando combatteremmo avremmo solamente due mosse d’azione, utilizzabili quando vogliamo, come attacco base e quello speciale da utilizzarli con il movimento di Claude oppure Rena asseconda di chi impersoneremo. Dovremmo come danzare durante gli scontri forse l’unica caratteristica che mi sarebbe piaciuta vedere, ma penso che sia una scelta stilistica del gioco, è quello di impersonare l’appena citato Claude oppure Rena in quanto gli altri diventano quasi degli aiutanti, e non dei comprimari nelle lotte.
Da ciò che ho compreso potremmo portarci con noi al limite 4 personaggi, oltre a noi ovviamente, da turnare da uno scontro all’altro in base alle specifiche del gruppo che abbiamo creato. Specifico che nel corso della storia possiamo incontrare altri membri da inserire nel nostro gruppo del gioco, però prima di accettarli potremmo fare una missione conoscitiva di quell’elemento e poi decideremmo se inserirli.
Ispirato ad un altra epoca
Una caratteristica che mi è piaciuta è che graficamente è all’avanguardia, con il manto erboso e alberi che si muovono all’arrivo del vento, l’acqua che luccica al sole e la possibilità di utilizzare la levetta del pad destro per spostare la visuale all’occorrenza. Però ci sarà un contrasto davvero interessante dove i personaggi, dai principali e i secondari oltre agli antagonisti, avranno delle skin che ricordano i mondi in 2.5D, ossia un falso tridimensionale pieno di pixel.
Le lingue del doppiaggio sono disponibili in inglese e in giapponese, da cambiare in qualsiasi momento dalle impostazioni del gioco, ma i testi sono tradotti molto bene anche in italiano. Dal punto di vista del piano sonoro, delle musiche e gli effetti ambientali gli ho trovati convincenti e non c’è nulla da segnalare per un remake che, si ispira tantissimo all’originale del 1998 ma l’ho trovato convincente su quasi tutta la linea.
Essendoci 2 personaggi principali con 16 aiutanti da reclutare, non tutti ma solo una parte alla volta perché asseconda di chi accettiamo, questi non vorranno alcuni elementi degli altri e viceversa per motivi culturali ( perché si sono conosciuti precedentemente ma si odiano, oppure fanno parte di due gruppi etnici che si sono scontrati antecedente). Questo permetterà di rigiocare più volte il titolo, non solo con Claude ma anche con Rena, in modo da vedere che cosa succede quando uno è lontano dall’altro, oltre a cambiare gruppo in continuazione e vedere schemi che non si aveva provato prima.