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Roald Dahl era uno scrittore veramente molto prolifico. La sua capacità di creare mondi e personaggi surreali mi ha sempre affascinato e tutt’oggi, con un’età che supera abbondantemente i 30 riesco ancora ad emozionarmi nel leggere i suoi libri. Ovviamente tra tutti i suoi libri, alcuni hanno un valore quasi intermediale. Come La Fabbrica di Cioccolato di Willy Wonka. Da questo libro infatti sono nati due film. Entrambi belli a modo loro e manchevoli a modo loro. Qualche tempo fa è uscito anche un terzo film, dal titolo tanto semplice quanto esplicativo, Wonka. Un prequel con Timothée Chalamet nei panni del protagonista e una storia nuova di zecca da scoprire.
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Ammetto di non aver apprezzato del tutto l’idea di un prequel. Inizialmente almeno. Perché diciamocelo, nessuna delle trasposizioni riesce veramente a seguire bene lo scritto di Dahl e nemmeno questo nuovo film, sia chiaro. Eppure, dopo un lungo ragionamento posso affermare che non è davvero importante che ci sia o no la logica che riporta direttamente al libro. Si tratta di storie che si basano su un prodotto, ma lungo il loro percorso le cambiano a loro piacimento. Quindi sì, ho apprezzato parecchio Wonka.
Se fossi un bambino di 10 anni, probabilmente l’avrei amato alla follia questo film.
La storia del film la farò breve, come ovviamente è il mio solito. Wonka è un giovane il cui desiderio è quello di aprire un proprio negozio e di avviare un’attività. Un desiderio che nasconde una motivazione più profonda e che lo porta in un posto famoso tra tutti gli amanti della cioccolata, la Gallerie Gourmet. Peccato che in questa città vige un trio di produttori della cioccolata. Il trio controlla ogni cosa ed è impossibile aprire una propria attività senza la loro approvazione, che ovviamente non arriva mai. Da qui Wonka dovrà lottare, ma senza mai perdere la propria anima dolce e gentile.
Wonka è un film leggero e spassionato. Una origin story che in verità secondo me apre le porte ad altri film, libri e fumetti. La reinterpretazione del classico di letteratura per ragazzi funziona benissimo, parlando in modo chiaro, ma anche delicato ai più giovani. In fin dei conti, dobbiamo capire che anche i due film usciti in precedenza erano delle reinterpretazioni registiche del capolavoro di Dahl, con delle differenze veramente importanti, ma che hanno comunque reso le due pellicole dei cult della cinematografia per ragazzi.
In effetti la delicatezza di Wonka è percettibile in ogni frame. Non è l’uomo chiuso ed eccentrico che abbiamo conosciuto. È ancora un sognatore che desidera solo rendere felici le persone grazie al suo cioccolato e rivedere ancora una volta sua madre. Una ricerca che finirà per portarlo ovunque nel mondo conosciuto. In quest’ottica, si tratta di un personaggio bello da vedere e capace di infonderci alcuni messaggi tanto attuali quanto importanti. Perché ricordiamo sempre che si tratta di un’opera destinata ai più piccoli.
La regia firmata da Paul King conferma la sua bravura con questo genere di film. Movimenti puliti, tranquilli e semplici. Inquadrature fatte per ammaliare i più giovani e per conquistare il cuore. Ottima anche la fotografia, pulita e pacata, che non lascia spazio a ciò che si cela fuori dalla cinepresa, ma allo stesso tempo mette a fuoco un mondo che affascina tantissimo.
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Le interpretazioni attoriali funzionano perfettamente e Timothée Chalamet si è rivelato essere un ottimo giovane Wonka. Sorridente e spensierato, ma dallo sguardo dolcemente malinconico. Lo sguardo di chi conosce il valore dell’amicizia e della perdita. In questo film, il giovane attore mi ha dato la giusta sensazione di giovinezza, spensieratezza, desiderio di superarsi e forse un po’ di ingenuità. Anche il resto del cast, nella loro folle interpretazione ha saputo donare vita ai propri personaggi. Menzione d’onore per Olivia Colman, che risulta essere letteralmente perfetta in ogni ruolo. Sta bene proprio in ogni film, in ogni ruolo e in ogni genere. Meno invece per Hugh Grant, che nei panni dell’Oompa Loompa non mi ha convinto del tutto, lasciandomi sempre con un po’ di amarezza in bocca.
Il difetto maggiore, nonché l’unico dell’edizione home video DVD è la risoluzione, unità alla totale mancanza dei contenuti extra. La risoluzione di un DVD lo sappiamo, è sempre bassa, ma sinceramente non ricordavo quanto bassa fosse. Sicuramente la colpa è anche di chi si è occupato di questa trasposizione, perché su uno schermo 4k da 43 pollici mi sembrava di vedere un video di youtube a meno di un HD Ready. Questo problema mi ha destabilizzato inizialmente e in un certo frangente ho anche pensato di accendere la tv da 22 pollici per vedermelo. La mancanza dei contenuti extra invece è un qualcosa che personalmente detesto.
Oggi come oggi, con lo streaming che sta impazzando nel mondo, le versioni home video devono necessariamente distinguersi in qualche modo dalle edizioni digitali. Il modo migliore e più diretto per invogliare l’acquisto di un DVD o Blu Ray è proprio quello di dare dei contenuti extra. Il making of, il dietro le quinte e in generale qualsiasi dettaglio che un cinefilo possa apprezzare.
Wonka in definitiva è un film che riguarderò sicuramente e che potrebbe diventare il mio rituale invernale. Un’ottima favola tratta da un classico dei libri di Roald Dahl in cui si respira l’aria di leggerezza e di cioccolata.