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La pacatezza britannica spesso la vediamo all’interno delle serie tv o film. Un modo di fare e di essere che ben si distanzia dalla “sfrontatezza” degli americani. David Lloyd e Glenn Fabry sono due artisti britannici facenti parte della cosiddetta “british invasion”, che portò tantissimi celebri nomi inglesi negli states. Un’invasione che ha permesso agli Stati Uniti di crescere e di maturare al livello artistico, ma molti degli autori sono rimasti quei gentiluomini british tutti d’un pezzo.
David Lloyd è conosciutissimo per la sua opera colossal. Un fumetto disegnato sulla sceneggiatura di Alan Moore che ha potuto mettere un nuovo perno alla narrazione a fumetti. V per Vendetta (che potete acquistare su Amazon) è considerato un capolavoro senza tempo e così anche la sua controparte cinematografica viene apprezzata, amata e in parte emulata.
Glen Fabry dal canto suo è un copertinista di estrema e rara bravura. Certo, ha realizzato diverse tavole interne dei vari fumetti, ma la sua fama la deve soprattutto grazie alla maestosità delle cover di Preacher, Hellblazer (che potete acquistare su Amazon) e compagnia cantante. Dopo aver visto un suo disegno, difficilmente si resta impassibile davanti a questo.
I due uomini si muovono lentamente, sorridono pur restando nella loro bolla. Sta per iniziare il Talk al Napoli Comicon 2024 dedicato alla british invasion e i due giganti sono pronti per rispondere alle domande di Nicola Peruzzi, senza sul tema, sempre pronto con delle domande argute e mai banali. Un giorno spenderò un articolo anche sulla sua bravura e sulla sua presenza durante le fiere. Una presenza necessaria e importante non solo per la Panini Comics, ma anche per gli appassionati del fumetti.
La british invasion è stata un’onda che si è portata dietro un intero modo di narrare, di pensare e di vivere il fumetto. Un modo che forse si avvicina più all’Italia (e la sua italian invasion) e lo stile dei suoi fumetti. Quando parlano, si sente ancora la voglia di scoprire, di esplorare e di vedere qualcosa di nuovo. Si percepisce l’immenso amore verso i fumetti del proprio paese e poi arrivano delle piccole confessioni.
Glenn Fabry ammette di non aver ricevuto un solo centesimo da Preacher su Netflix. Racconta che dopo avergli chiesto di poter usare come reference la sua cover e dopo aver specificato che non avrebbe guadagnato un solo centesimo è rimasto un po’ con le mani vuote. Racconta che solo successivamente il suo nome fu aggiunto ai titoli di coda. Analogamente anche David racconta che nonostante non prenda niente dal film V per Vendetta, è contento perché le persone dopo averlo visto vanno ad acquistare il fumetto per scoprire l’opera prima. Glenn è d’accordo e sorride.
Il clima di quest’intervista è tranquillo, nonostante si parli di alcuni temi importanti. Si parla dell’ideazione di V per Vendetta insieme ad Alan Moore, del fascismo in Inghilterra e del loro mondo distopico immaginario. Un mondo distopico che in fondo potrebbe non essere così distante.
Arriva la domanda scomoda, quella che qualcuno non vorrebbe sentire. Nicola chiede se David è contento di vedere così tanta gente utilizzare la maschera di Guy Fawkes. Glenn delizia tutti dicendo che a quanto pare, il suo nome vero sarebbe Guido e che a quanto pare, fosse una persona italiana.
La domanda è scomoda per tanti motivi, ma non per David. Lui sorride al pubblico, si prepara e parla. Dice che è contento quando questa maschera viene utilizzata durante le proteste. È contento quando la utilizzano gli Anonymous e i manifestanti, perché stanno andando contro alcune forme di dittatura, stanno lottando per qualcosa di importante. Nomina gli Stati Uniti, dicendo che anche andare sotto la Casa Bianca delle volte è giusto.
La loro visione del fumetto è complessa, come lo sono loro due. Eppure, nonostante l’età, nonostante tutto, entrambi conservano uno spirito giovane e giocoso come pochi altri.