MotoGP 24 – Un nuovo inizio? Recensione

La recensione di Moto GP 24, il nuovo corsistico sviluppato da Milestone!
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“Cambiare perché nulla cambi”, la consumata citazione gattopardesca si applica troppo spesso ai videogiochi sportivi con licenze ufficiali.

Piccoli aggiustamenti, lievi modifiche e una lucidatina appena percettibile alla grafica e via, nuovo capitolo da gettare in pasto agli appassionati di questa o quella disciplina. Una tiritera che coinvolge produzioni milionarie e titoli che vendono puntualmente milioni di copie, con alcune eccezioni. La saga della nostrana Milestone ad esempio. Una licenza importante, quella di Dorna Sports (ora inglobata nel mostro Liberty Media, già proprietaria della Formula 1) ripagata con un piccolo seguito di culto e critiche abbondanti ad ogni uscita. Non sempre giustificati, chiariamolo subito. 

Grafica non all’altezza, sistema di guida spesso deficitario e circuiti riprodotti in maniera non troppo fedele. Queste sono le criticità spesso mosse da chi ogni anno mette mano al pad sperando di trovare un guizzo, una nuova scintilla per poter finalmente trovare la piena soddisfazione di imitare Bagnaia o Marquez nei circuiti del motomondiale.

Quest’anno Milestone ce la fa, torna a confezionare un gioco pulito e privo di quelle inspiegabili farraginosità nella guida che avevano afflitto gli ultimi capitoli. Si apprezza già dai primi giri di prova, imposti dal gioco per capire il livello di abilità che possiede il giocatore. Il ritorno ad una guida simcade di buon livello, con risposta nella frenata finalmente puntuale e il giusto feeling sull’anteriore, aiutato da un intelligente uso del feeling aptico del pad Dual Sense: la leva del freno segnala con precisione il limite da non superare, pena la chiusura dell’anteriore e una prematura fine della nostra gara. Le modifiche manuali all’elettronica e alla parte meccanica della moto sono efficaci e si possono trovare compromessi tra il proprio stile di guida e la ricerca della prestazione assoluta per ogni circuito. Gradita anche la gestione dell’ ”abbassatore”, il dispositivo meccanico che riduce l’altezza della moto rendendola più veloce, donando la possibilità di scaricare maggiormente a terra la potenza esplosiva di questi mostri a due ruote. Usarlo bene fa la differenza tra un buon giro e uno superbo. Si fa sentire anche la gestione delle mescole degli pneumatici, sempre importante girare e capire quanto andremo a consumare durante un gran premio. 

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Va detto che si sente sempre un’inspiegabile tendenza delle moto ad allargare la traiettoria anche quando le curve vengono affrontate in maniera egregia e un nervosismo delle Motogp che sembra provenire direttamente dalle 500 di una volta. Al netto di questi difetti ormai quasi endemici della serie, ci si diverte e finalmente non si ha la paura di andare lunghi e non riuscire a voltare ad ogni curva per cause misteriose. 

E’ una disciplina durissima da simulare, qui non esiste un volante che aiuti l’immersione, soprattutto non è semplice da parte del giocatore inesperto comprendere come si deve affrontare una curva guidando una Moto. Ci si può scoraggiare facilmente se non si capisce quando e come usare il freno posteriore, se e quando aprire il gas in curva e quant’altro. Fortunatamente Milestone ha pensato a diversi livelli di aiuti alla guida, dal freno (chiamato neurale) alla gestione automatica dell’elettronica, dalle traiettorie ideali alla segnalazione dei punti di staccata e punto di corda di ogni curva. Non manca anche il rewind dell’azione, ovvero la possibilità di riavvolgere il tempo e rimediare ai propri errori. Se attivati tutti gli ausili il gioco fa da sé e al giocatore resta veramente poco da fare, molto azzeccata però la scelta di fornire una varietà così ampia di supporto ai meno esperti.

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Se dal punto di vista della guida la mediazione fra la simulazione ed il divertimento arcade è riuscito, lo stesso non si può dire dal punto di vista grafico e sonoro.

I modelli dei piloti e delle figure di spicco della Motogp sono migliorati parecchio, senza eccellere mai. Alcuni hanno una somiglianza marcata con la controparte reale, altri sembrano appena passabili. Incredibilmente datate animazioni e i modelli di meccanici e ombrelline, queste ultime francamente inaccettabili. Troppo poca poi la differenza dai capitoli degli ultimi anni, tra riflessi incoerenti e un dettaglio grafico appena decente. Fa rabbia perché le moto sono realizzate in modo eccelso, tutto il resto risente di una cura minore e un perpetuare nelle stesse mancanze del passato. Questioni di poco conto, considerando anche il pensiero ad inizio recensione, la vera magagna sono i suoni delle moto: ronzano come dei motorini anni 80, quelli a cui si metteva la marmitta e venivano fuori dei polmoni che sapevano solo urlare. Si deve fare di più per migliorare il rombo di questi bolidi, sono a dir poco fastidiosi i ronzii delle Moto 3 e sentire le Ducati o le Yamaha con lo stesso identico suono spompato di cinque anni fa è un vero peccato. Questi sono i due aspetti a nostro parere su cui Milestone deve lavorare per offrire un prodotto non solo al passo con i tempi, quanto per immergere ancora di più il giocatore in una disciplina così affascinante e ricca di passione.

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Dal punto di vista dell’offerta ludica siamo su ottimi livelli, una modalità carriera uniformata ai modelli odierni con elementi di crescita quasi rpg e l’interessante aggiunta dei momenti salienti che possono cambiare in meglio o in peggio il nostro percorso sportivo. Il mercato piloti è una gustosa aggiunta, non abbiamo avuto modo di capire se proseguendo con le stagioni ci si potrebbe imbattere in scambi risibili come accadeva nei giochi dedicati alla Formula 1 di Codemasters, dove un Hamilton si accasava senza battere ciglio alla Haas. Si può comunque giocare scegliendo di disattivare il mercato. Dispiace l’abbandono della possibilità di fondare una propria scuderia usando moto clienti e disputare così la nostra scalata al mondiale in sella ad una scuderia di fantasia. Dolorosa anche la rimozione delle moto classiche, un vero peccato. Girare con la Suzuki di Schwantz o la Ducati di Stoner dava sempre un bel gusto.

Fa una bellissima figura l’intelligenza artificiale adattiva, che offre il giusto livello di sfida al giocatore. Naturalmente perfettibile, di sicuro un passo avanti rispetto alle cannonate in frenata dei vecchi capitoli. 

Per chi invece ritiene fondamentale il confronto in pista con altri esseri umani, non manca una ricca offerta multiplayer, tra cui la nuova modalità “LiveGP” che consente di affrontare sfide settimanali e un vero campionato online per i giocatori più competitivi. Da provare assolutamente, soprattutto per chi ha diversi capitoli giocati sul groppone.

In definitiva, un capitolo che tra alti e i soliti bassi, ci consegna un’esperienza rivolta non solo agli appassionati hardcore del motomondiale, grazie alla sapiente modulazione della difficoltà dell’esperienza chiunque adori cimentarsi in giochi corsistici ha la possibilità di provare emozioni a due ruote.

P.s. ma perché non dare ai giocatori la possibilità di importare i vecchi design dai capitoli precedenti? Da parte mia sarei anche stufo di creare caschi, adesivi e numeri da capo ogni anno, considerando che seppure ottimo, l’editor può portare via troppo tempo a chi cerca una personalizzazione più curata.

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Sull'autore

Max Helldorado Novelli