Call of Duty: Black Ops 6 – Recensione

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Il brand di Call of Duty ritorna dopo un anno dal lancio di MW3, il reboot della serie che si è fatta conoscere a cavallo fra il 2007 e 2011, riuscendo a ritagliare una bella fetta di giocatori che attendevano il ritorno del capitano Price e colleghi. Black Ops 6 si collega in modo diretto ad uno dei due finali presentati nel capitolo Black Ops Cold War, migliorando il sistema di mira e di movimento nel nuovo episodio.

Ho avuto la fortuna di provare la Beta di Black Ops 6 nella sua componente multiplayer, l’ho trovato estremamente bilanciato e diversi elementi sono stati riproposti anche nella sua realese finale. Ne parleremmo nel corso dell’articolo, considerando che viene riproposta la modalità zombie e una campagna in singolo giocatore estremamente divertente e convincente, che riescono a divertire ma con alcune considerazioni da fare.

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Il ritorno di Woods

Mi sembra ieri quando ho giocato a Black Ops Cold War, facendo ritornare finalmente la guerra del mondo di Call of Duty in un epoca più recente, e con personaggi che hanno fatto breccia nei cuori degli appassionati. La modalità campagna presenta alcune aggiunte interessanti, permettendo all’utenza di riprovarla in più di una volta anche se non sono esenti dei problemi.

Ce da dire che probabilmente l’essenza che maggiormente aleggia attorno al titolo, è quella di non sapersi ammodernare e rimanere al passo con i tempi, ma alla fine dei conti la villa dove passeremmo maggiormente il tempo sarà il nostro quartier generale. Essendo un gruppo post Guerra Fredda, non riescono ad accettare il nuovo ordine mondiale, perché si parte proprio durante il periodo di Gorbaciov, nel quale lentamente si sta portando quell’era post seconda guerra mondiale al termine.

Fra la caduta del muro di Berlino, l’unificazione della Germani fra la fine degli anni 80 e i primi 90, e poi con la dissoluzione dell’Unione Sovietica farà si che Harrow, Case, Woods e molti altri agenti siano stati messi da parte perché considerati vecchi per il nuovo mondo concepito. Eppure non ci si fermerà contro la CIA quando un nuovo nemico è all’orrizonte, che sta facendo tremare le fondamenta del governo degli Stati Uniti.

Quando sembra tutto nuovo

Un qualcosa che viene riproposto nel nuovo capitolo è la ruota delle abilità, che permette di avere sempre molti gadget durante le fasi della campagna in singolo giocatore, oltre alla modalità zombi che vedremmo tra poco. Da granate a frammentazione, flashbang, RCXD che adoro dal primo Black Ops del 2010 sono tanti i progetti che sono presenti e che ritornano, anche in una veste particolare come il banco di lavoro.

Un po’ sulla scia di Modern Warfare 2 e del terzo capitolo del reboot si hanno diversi banchi di lavoro, il primo che incontreremmo e che utilizzeremmo quasi esclusivamente nelle campagna sono i gadget. Essenzialmente durante le varie missioni recupereremmo dei contanti, lasciati in giro dagli sviluppatori e ottenuto a fine esercizio in base al nostro rendimento, potremmo comprare ciò che avremmo bisogno nel prossimo lavoro migliorando le abilità di mira, delle munizioni e molto altro.

Ce da dire che mi sarebbe piaciuto acquisire anche altre tipologie di risorse, oltre ad avere una campagna leggermente più lunga in via di qualche novità in più, vedendolo in azione è come vedere la serie di Modern Warfare però sotto un altra veste. Le altre due novità sicuramente della modalità storia sono il banco delle armi, per modificare l’equipaggiamento come prediligiammo le e un poligono di tiro per testare ciò che abbiamo maneggiato, almeno prima di entrare in azione.

Una nuova orda di zombi

Non può mancare sicuramente una modalità zombi nella serie Black Ops e in questo nuovo capitolo, non sarà molto diverso da ciò che si era visto in Black Ops Cold War però, con due novità che sinceramente non mi hanno fatto nessun tipo di effetto. Il primo è che avremmo a disposizione due mappe diverse, che racconteranno il come il morbo che muta gli esseri umani in qualcos’altro in due aree totalmente nuove allungando il mondo ( e le ore passate a giocare) di gioco non di poco.

Sono presenti due storie in più al di fuori della campagna in singolo giocatore, in quanto la modalità zombi è possibile affrontarla sia da soli che insieme ad altri colleghi, sia in locale oppure tramite internet. Le fondamenta dell’esperienza è pressoché identica degli ultimi 14 anni, ossia dovremmo affrontare diverse orde di zombi sempre più numerose e caparbie.

Ad ogni eliminazione riceveremmo un quantitativo di denaro che, potremmo spenderlo dai punti di vendita delle armi per acquistare le bocche da fuoco, oppure ricaricare le munizioni che spesso e volentieri non basteranno. L’ultima novità che ho riscontrato, utile quanto una bottiglia vuota in mezzo al deserto e provata solo una volta dal sottoscritto, è la possibilità di giocare in terza persona e tutto sommato è una caratteristica solida che si fa provare, anche se la considero quasi inutile.

Il re del multiplayer è ritornato

Sicuramente la sezione di maggiore interesse, almeno nel mio caso, è il reparto multigiocatore che non muta nel complesso rispetto agli ultimi capitoli, perché ci sono tre rispettive novità in merito. La prima è che le modalità sono state tutte raggruppate, in modo tale da evitare che certe sezioni siano abbandonate rispetto ai vecchi capitoli e permettere di trovare sempre qualcuno, la seconda è una modalità che non era presente nella beta che vediamo in questa lista:

  • Moshpit: è la modalità nella quale tutte le partite collidono insieme, per permettere ai giocatori di trovare sempre e comunque una partita, l’unica cosa che gli uniscono sono un gruppo di 12 giocatori ( divise rispettivamente in due gruppi da 6 elementi) e sono presenti tutte le modalità che conosciamo come dethmatch a squadre, uccisione confermata e dominio.
  • Scontro: questa è una modalità che non è cambiata per nulla dalla beta, nella quale ci sono due squadre composte rispettivamente da due giocatori, e chi riesce a raggiungere per primo al quinto turno e vincerlo, potrà aggiudicarsi il termine del conflitto.
  • Obiettivo ad alto valore: questa è una novità completa che è stata presentata durante la beta, la quale è strutturata come un deathmatch a squadre con la differenza che a turno, un giocatore ad un altro del team, avrà la dicitura obiettivo ad alto valore e se lo si eliminerà si otterranno maggiori punti.
  • Infezione: questa è nuova anche per chi ha già giocato alla beta perché infatti, bisognerà eliminare il giocatore che ha preso il ruolo dell’infetto il quale, ha delle abilità particolari da essere cacciato ed eliminato dal resto dei giocatori.

Il ritorno della fucina

Sicuramente un aspetto che ritorna e non presenta nulla di nuovo, sono le due sezioni per le modalità zombi e multigiocatore, ossia la modifica delle armi e scegliere il personaggio che maggiormente ci interessa da impersonare. Dal lato delle armi dovremmo sbloccarle con il livello del giocatore nella modalità multiplayer, più avvanzeremmo nel corso delle partite maggiori sono le probabilità di avere più bocche da fuoco.

La particolarità delle armi, oltre al fatto che molte non hanno nomi reali se non per qualche caso specifico, è il dover utilizzare le cosidette bocche da fuoco per sbloccare tutte le migliorie che potremmo utilizzare. Da un caricatore maggiorato, una nuova ottica, per un nuovo calcio e molte altri oggetti potremmo sostituirli nell’apposita sezione ma non è nulla di diverso dagli ultimi capitoli.

Un ultimo aspetto è il poter selezionare il personaggio, sicuramente è un aspetto che a molti faranno perdere molto tempo ma non nel mio caso, ci ho speso 2 minuti per selezionare i due componenti delle due fazioni e poi non ci sono più tornato. A dirla tutta è un titolo abbastanza solido, oltre ad essere molto facile da giocare e comprendere le meccaniche di gioco, ma essendo ritornato sulla scia dei vecchi giochi è un punto a favore per il brand.

Sull'autore

Giacomo Lambertini

Cresciuto con pane, videogiochi e fumetti cresce con una voglia smisurata di raccontare ciò che più gli appassiona a chiunque.