I Maestri del Mistero: Il Giro di Vite – Recensione

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Il mistero ha mille sfaccettature, mille volti, mille colori. A volte i casi sono più umani che sovrannaturali, altre volte sono un miscuglio di entrambe le cose e poi ci sono quelli più complessi, in cui è difficile distinguere qualsiasi movente o entità. Con la collana I Maestri del Mistero ho già affrontato due opere di grande valore, ma stavolta tocca al buon Henry James, un signor scrittore che tra tutti i suoi racconti e saggi ha scritto Il Giro di Vite, un racconto che potrebbe avere tutti gli argomenti descritti poco prima. Come sempre, l’editore è Star Comics Edizioni, che ci da l’opportunità di gustarci questa nuova, ma vecchia chicca.

La maledizione

La tenuta Bly è un luogo davvero magnifico e tutto il circondario valorizza al meglio una casa elegante e pittoresca. Non tutto è però cosi perfetto e idilliaco come sembra, al contrario. Qualcosa grava sulla tenuta e sui due bambini che ci abitano insieme ai maggiordomi e tutto è iniziato dopo la morte della maestra/governante e del suo amante. Per questo viene ingaggiata una nuova giovane ragazza di bella presenza, che inizialmente prende il suo lavoro con un grande amore verso i due bambini, ma dopo poco scorge qualcosa di strano nel ragazzo. Poco dopo inizieranno le prime terrificanti visioni che porteranno la ragazza a lottare contro se stessa per resistere in quella tenuta solo per non abbandonare i ragazzi. Ma sarà tutto cosi come sembra?

Nessuna verità

Dietro ai testi dell’albo troviamo Dario Sicchio, classe 1990 e tanta bravura in testa. Nonostante alcuni piccoli cambiamenti nella costruzione narrativa, si tratta di un racconto che si legge volentieri e senza alcun problema di interruzioni o filler. Ogni pagina ha un suo senso ben preciso e cosi anche ogni vignetta. Il testo è stato struttura in modo abbastanza maturo, nonostante alcune piccole titubanze e viene vista al meglio la pazzia che incomberà sulla giovane e bella governante. Ovviamente dopo la lettura verrà da chiedersi se sia tutto vero o se si tratta semplicemente di una sua malattia e qui possiamo fare noi le nostre deduzioni in base alla lettura e alla nostra percezione del racconto.
Le matite sono invece state realizzate dal trio Elisa Di Virgilio, Letizia Cadonici e Sakka. Tre ragazze dotate sicuramente di grande abilità e che insieme cercano di descrivere al meglio la follia della tenuta Bly. Purtroppo, non sempre questi tre stili cosi diversi riescono a convivere pacificamente sulle pagine e sopratutto all’inizio, stridono in una maniera fin troppo evidente. In quei frangenti diventa anche evidente una certa differenza di fisionomia non solo secondo le tre ragazze, ma anche secondo lo stesso identico stile. Due vignette renderanno difficile, se non impossibile riconoscere la protagonista. Tralasciando questo, durante le scene più cupe è però evidente la voglia di incutere una certa ansia, che a tratti è ben riuscita.