Just Cause 3: Sky Fortress – Recensione

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L’ultimo lavoro di Avalanche Studios, Just Cause 3, ci ha sorpreso per la sua immensità, per la fisica eccezionale e per tanti altri piccoli motivi che rendono questo titolo un vero open world a tutti gli effetti. Ovviamente non è un titolo privo di difetti e come si evince dalla nostra recensione, ce ne sono tanti. Con la prima espansione Sky Fortress, siamo volati direttamente nei cieli de Medici, con tanto di gadget e una storia nuovi. Purtroppo la nostra esperienza è stata minata dall’ultimo aggiornamento del gioco, che ne peggiora la qualità e quindi dobbiamo segnalare questo difetto, ma la recensione verrà aggiornata non appena i problemi verranno limati.

Un nuovo pericolo per Medici

Just-Cause-3-Sky-Fortress-3-1280x720Dopo la sconfitta del precedente dittatore dell’isola de Medici, Sebastiano Di Ravello, Rico è pronto il suo riposo con un po’ di buon liquore, sole, mare e divertimento, ma i cattivi non dormono mai e cosi una nuova minaccia incombe sull’isola, la corporazione Eden. La corporazione che anni fa fece grossi progressi con la ricerca scientifica è intenzionata a estrarre il Bavarium dalla terra, sacrificando gli esseri umani senza ritegno. Questo ovviamente porterà il nostro Rico a dover fermare Eden a tutti i costi.

L’inizio esplosivo dell’espansione ci fa chiaramente presagire della potenza bruta che ci sta per essere sparata addosso, ma ahimè, questa sensazione svanisce in fretta. Le missioni da fare sono davvero semplici e si riducono a: vai nella base A e distrugge i droni estrattori, Zona B uccidi il boss. Il tutto poi finisce troppo in fretta e la sensazione dell’amaro in bocca sarà forte. Basterà circa un ora e mezza per completare tutte le missioni e altri venti minuti per le sfide, un po’ troppo poche probabilmente. La trama in se non sarebbe nemmeno male, ma è stata sviluppata in modo davvero sbrigativo e il boss finale non solo non lo si sente, ma non si percepisce la sua presenza per tutto il gioco. Poteva essere un ottimo modo per creare qualcosa di nuovo e bello, ma l’occasione è stata letteralmente sprecata.

Si vola ancora più in alto

Se Sky Fortress ci ha delusi dal lato della storia, lo stesso non si può dire del gameplay, che con quest’espansione aggiunge un importante tassello al gioco e questo e probabilmente la parte più divertente di tutta la breve esperienza offerta. I più scaltri avranno già capito che parliamo del Jatpack. Grazie a questo oggetto potremo sollevarci da terra con uno scatto, aprendo di seguito la tuta alare e grazie al Bavarium potremo continuare a spostarci in aria usando il solo propulsore e la winguist. Durante l’arrivo di un missile a ricerca del calore termico potremo inoltre schivarlo con una rotazione del corpo nella direzione desiderata. Questo ovviamente rende inutile il paracadute, che verrà quindi presto dimenticato e mai riutilizzato. A rendere micidiale il nostro nostro Rico ci penserà la mitragliatrice e il lanciamissili incorporato nella tuta. Usando la sola tuta alare (windsuit per l’appunto) riusciremo a creare più danni collaterali dell’elicottero e aereo e soprattutto potremo alternare l’attacco da terra e quello aereo in pochi istanti. Insomma, si tratta sicuramente di una trovata geniale, ma rende il tutto molto semplice.

Gli intermezzi in Sky Fortress, disegnati con la tecnica dell’acquarello, sono uno spettacolo per gli occhi e anche se meno movimentati, danno l’idea di un qualcosa di qualitativamente alto ed elaborato. Per quanto riguarda invece la parte prettamente tecnica, con l’ultimo aggiornamento abbiamo riscontrato dei pesantissimi problemi di stabilità che nei momenti più concitati non rendevano problematico il movimento come prima dell’aggiornamento, ma di più. La sensazione era quella di trovarsi in un gioco con del bullet time sempre attivo e pilotare la tuta alare o schivare i missile diventa un impresa titanica e soprattuto fastidiosa.

Commento:

Just Cause 3: Sky Fortress è la prima espansione dell’omonimo gioco, ma questa introduce ben poco in quanto la storia interessante è stata sviluppata in modo troppo sbrigativo e basta un’ora e mezza per finirla. Dal lato del gameplay invece è chiaro che il jetpack cambia per sempre le sorti del gioco e rende inutili la maggior parte dei veicoli e velivoli e diventa la vera arma letale. Il lato tecnico invece è gravemente penalizzato dai rallentamento durante le scene d’azione.

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un non troppo giovane appassionato di tutto quel che ruota attorno alla cultura POP. Vivo con la passione nel sangue e come direbbe Hideo Kojima "Il 70% del mio corpo è fatto di film".