Tom Clancy's Ghost Recon Wildlands – Recensione

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Tom Clancy’s Ghost Recon Wildlands segna l’approdo della serie al genere open world e nel farlo si affida ad un modello ormai collaudato in casa Ubisoft, il multiplayer cooperativo. La struttura del gioco ricorda in parte il precedente Tom Clancy’s The Division, tuttavia se ne discosta sensibilmente, prendendone gli elementi migliori per affinarli. Il gioco si presenta come uno sparatutto in terza persona con mira in prima persona, potenzialmente modificabile in terza persona in base alle esigenze.

La trama è abbastanza semplice e lineare, il setting, come vedremo in seguito è splendido e variegato. La storia si svolge in Bolivia, nazione che nell’universo creato da Ubisoft è governata da El Sueño, narcotrafficante che ha creato un vero e proprio impero della droga. La voce italiana è affidata a Luca Ward, doppiatore apprezzato dalla casa francese, scelta azzeccata che dà uno spessore e un carisma sorprendente al tatuatissimo boss. Compito di arrestare l’ascesa di El Sueño è affidato a un’unità speciale di soldati americani soprannominati Ghost, composta da soli quattro uomini addestrati per essere delle vere e proprie macchine da guerra.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso e spingere gli USA ad intervenire è l’uccisione dell’agente della DEA sotto copertura Ricardo Sandoval, facendo sì che i quattro possano mettere a punto l’Operazione Kingslayer e sovvertire il governo interno boliviano.

Il Santa Blanca e i suoi capi

Come detto la trama del gioco si svolge in modo abbastanza lineare. Al vertice della piramide c’è El Sueño e per poterlo eliminare è necessario prima mettere a ferro e fuoco la sua rete di capi ed ufficiali. La mappa è suddivisa in 21 regioni, ognuna delle quali controllata da un ufficiale a loro volta controllati da quattro comandanti del Santa Blanca. Il numero di missioni per portare a termine questa rivoluzione si aggira intorno al centinaio di missioni principali e ancor di più missioni secondarie, con cui poter sbloccare nuove abilità e informazioni sul Santa Blanca.

Nonostante il numero di missioni estremamente vasto, la maggior parte di queste si traduce in attacchi più o meno frontali a campi presidiati da nemici più o meno aggressivi. Fortunatamente la libertà concessa dal titolo permette di approcciare ogni situazione con estrema varietà, potendo destreggiarsi tra stealth ed attacchi ad armi spianate con estrema facilità. Sicuramente il valore aggiunto dell’opera risulta essere El Sueño, che principalmente grazie alla voce di Luca Ward acquista un carisma non indifferente. Rimanendo in tema di libertà potenzialmente si può raggiungere qualsiasi punto della mappa e svolgere qualsiasi missione, principale o secondaria, seppur il livello delle stesse è sufficiente a scoraggiare anche i giocatori più esperti ad affrontare missioni troppo elevate.

Tom Clancy's Ghost Recon Wildlands

Una mappa mastodontica

Aprendo per la prima volta la mappa di gioco si rimane sbalorditi per la vastità della mappa di gioco, chiedendosi immediatamente quanto sarà difficile spostarsi al suo interno. Se non avete ancora provato il titolo sappiate che coprire distanze molto grandi porterà via molto tempo. Per fortuna vengono in aiuto alcuni compromessi nel gameplay, come veicoli in grado di percorrere pendii molto ripidi. Seppure possiate pensare che i vari aerei ed elicotteri possano facilitare gli spostamenti, dovete ricredervi, perché sono molto lenti e l’unico vantaggio è potersi muovere in linea retta, evitando quindi percorsi troppo complessi e ricchi di curve. A limitare il tempo trascorso alla guida dei veicoli ci pensa i viaggi rapidi verso le basi già scoperte. Il numero di missioni e le dimensioni della mappa danno una longevità non indifferente al titolo, specialmente se si vuole esplorare ogni singolo anfratto boliviano.

L’elemento che sicuramente maggiormente ci affascina è la presenza di quattro personaggi a schermo la cui cooperazione è alla base delle meccaniche di gioco. Tralasciando per ora il multiplayer, in cui ogni personaggio è controllato da un giocatore reale, nell’esperienza single player entra in gioco l’IA, che spesso facilita l’esperienza anche a livelli di difficoltà massima. Iniziamo col specificare che ci sono alcune scelte di gameplay indispensabili, che nonostante possano sembrare assurde e fuori luogo, non possono non essere presenti, in quanto la loro assenza influenzerebbe in maniera troppo negativa l’esperienza di gioco. Stiamo parlando nel dettaglio al teletrasporto dei personaggi controllati dall’IA, che se lasciati a terra quando ci si mette alla guida di un mezzo, compariranno magicamente sul veicolo o li ritroveremo al nostro fianco una volta arrivati a destinazione ed usciti dallo stesso. Al contrario, la segnalazione dei nemici e la loro seguente eliminazione automatica da parte dei compagni seppur divertente è troppo efficace a causa dell’infallibilità dei compagni, portando potenzialmente il giocatore ad abusarne.

Il personaggio controllato dal giocatore è personalizzabile ad inizio avventura, ma l’editor non è tra i più complessi visti ultimamente, quindi gli amanti della creazione dei personaggi non saranno pienamente soddisfatti. Seppur gli altri tre personaggi, centrali nello svolgimento dell’azione, risultano poco caratterizzati e dall’aspetto poco curato, svolgono a dovere il loro compito e non influenzano in modo negativo l’intera esperienza di gioco, essendo il gameplay l’elemento centrale del titolo. Tom Clancy’s Ghost Recon Wildlands presenta un ben realizzato sistema di potenziamenti e di crescita del personaggio, con cui poter non solo migliorare le abilità dello stesso, ma anche dei gadget a sua disposizione, come durata della batteria e raggio del drone (accessorio fondamentale per tenere traccia dei nemici sparsi sulla mappa), delle caratteristiche di squadra e della milizia ribelle sempre pronta a darci manforte nella lotta al cartello di El Sueño.

Il Santa Blanca e l’Unidad

Come detto nel corso dell’avventura dovremo affrontare orde di membri del Santa Blanca, che se presi uno alla volta risultano abbastanza semplici da eliminare. Le cose si complicano quando il loro numero aumenta, rendendo meno efficace l’eliminazione automatica da parte dei compagni. In queste situazioni l’IA si risolleva, atttivando lo stato di allerta alla vista di un corpo e pianificando attacchi organizzati ed accerchiamenti se in conflitto aperto. Rimangono nonostante tutto una serie di problematiche nello stealth, troppo semplificato dalla presenza dell’eliminazione silenziosa da parte dei compagni. Siamo sicuri che ai livelli di difficoltà massimi anche i veterani degli sparatutto avranno non poche difficoltà ad affrontare gruppi numerosi di nemici, che se ben organizzati non avranno molte difficoltà ad abbattere il personaggio controllato dal giocatore.

Tom Clancy’s Ghost Recon Wildlands viene in aiuto dei giocatori con una barra della salute ricaricabile con il tempo e con la rianimazione del giocatore da parte dei compagni controllati dall’IA, utilizzabile solo una volta per scontro a fuoco; se si finisce a terra sotto il fuoco nemico per una seconda volta si andrà incontro all’inevitabile game over. Oltre al Santa Blanca il territorio boliviano pullula di militari appartenenti all’Unidad, agenti corazzati e armati fino ai denti agli ordini di El Sueño. Trattandosi di forze armate la loro eliminazione alla luce del sole comporta l’innalzamento del livello di ricercato, con conseguente comparsa di una moltitudine di unità di supporto pronte a farci letteralmente la pelle.

Tecnica e guida

Avrete sicuramente intuito dai paragrafi precedenti che i personaggi, controllati e non dal giocatore, non brillano non solo sotto l’aspetto puramente grafico, ma anche carismatico. Al contrario la Bolivia è splendida nei paesaggi e nelle costruzioni presenti al suo interno, con una resa grafica a tratti spaccamascella. La bellezza e la varietà della Bolivia, in cui sono presenti spiagge, mare, montagne, vaste steppe e insediamenti urbani, rende gli spostamenti sempre piacevoli, complice la totale assenza di effetti pop-up che ne avrebbero rovinato la resa grafica. Il sistema di guida non è né perfetto né semplice da padroneggiare ed è ben lontano dal realismo puro, scelta apprezzata visto il titolo, ma con un po’ di pratica si è in grado di affrontare qualsiasi curva senza grossi problemi. Infine la fisica del titolo è abbastanza in linea con quanto visto in Watch Dogs 2, quindi molto arcade e lontano dalla realtà per rendere l’esperienza di gioco piacevole e divertente.

Il multiplayer

Ghost Recon Wildlands è un gioco sconfinato sicuramente in grado di divertire in single player. Il gioco dà però il meglio di sé in multiplayer con una serie di amici al nostro fianco. La componente multigiocatore online permette di completare la storia principale affidandosi a compagni di gioco casuali, rendendo però l’esperienza meno coinvolgente. Si può decidere di lasciare piena libertà all’host della partita di scegliere la missione da affrontare tra quelle che quest’ultimo ha già completato, andando poi a sbloccare la stessa nella campagna single player degli altri giocatori, oppure decidere di unirsi a sessioni di gioco esplicitamente dedicate alle missioni che attualmente sono in corso, evitando quindi di assistere a elementi narrativi troppo avanzati che possono rovinare l’esperienza di gioco. Sicuramente la soluzione ideale è quella di ricorrere a un gruppo fidato di amici evitando così problematici spoiler e creando un’esperienza di gioco moto più affiatata. La modalità cooperativa, oltre ad essere più divertente è anche più bilanciata, ed elimina le problematiche legate all’infallibilità dei compagni controllati dall’IA. Quello che abbiamo avuto modo di capire dai nostri test è che il titolo è sicuramente votato al multiplayer e probabilmente questa è l’esperienza che Ubisoft ha voluto creare con Ghost Recon Wildlands.

[stextbox id=”alert” caption=”COMMENTO FINALE”]Tom Clancy’s Ghost Recon Wildlands è un titolo dalla doppia faccia. Se da un lato abbiamo una campagna single player con alcuni difetti, dall’altra parte ci ritroviamo tra le mani una campagna multiplayer in grado di fare letteralmente faville se giocata con un gruppo di amici. Sembra quasi di avere tra le mani quello che nelle promesse sarebbe dovuto essere The Division, un gioco dannatamente divertente online. Se amate l’esperienza puramente in single player possiamo dirvi con certezza che se siete disposti a scendere a patti con una trama non proprio esaltante e alcune meccaniche troppo sbilanciate il gioco è consigliato senza riserve, ricordandovi la mole di missioni principali e secondarie che vi terranno inchiodati allo schermo per decine e decine di ore. Se invece siete giocatori che vivono per l’online questo titolo fa sicuramente per voi, sia che vi affidiate al matchmaking sia che lo giochiate con altri amici.[/stextbox]

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Redazione