FIFA 18 – Recensione

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Fino a qualche mese fa ero convinto che FIFA 18 potesse rappresentare un ulteriore salto in avanti. Ci sta: l’ultimo – nonché quello più significativo – si era verificato con FIFA 17, un gioco che aveva messo sul piatto una serie di novità interessanti, tra cui il passaggio al Frostbite Engine, l’introduzione della modalità The Journey, e diverse novità legate al sistema di gioco. Più che coraggiose, erano rivoluzionarie le scelte EA Sports: perché aveva come principale obiettivo quello di migliorare e spingersi decisamente oltre, portando il tasso di realismo e affidabilità dei movimenti dei giocatori a un livello mai visto prima. FIFA 18 è insomma il solito FIFA, quest’anno meno in forma del solito, poiché sarebbe dovuto essere qualcosa di più di un semplice affinamento di quello precedente.

Per maturare accuratamente questa convinzione ho disputato centinaia e centinaia di partite. Ma d’altronde non posso lamentarmi: FIFA 18 ha saputo regalarmi un’esperienza appagante. È comprensibile, tuttavia, che nel progredire una formula si rischi di migliorare degli aspetti peggiorandone altri. Se aggiungiamo, poi, che oggi è sempre più difficile sostenere un’innovazione divenuta rapida nel corso degli ultimi anni, è inevitabile che qualche equilibrio venga a rompersi prima o poi. Tutto sommato, però, da grande estimatore di FIFA qual sono, devo confessare che non sentivo personalmente questa esigenza di un feeling differente. Ma va bene così.

Cristiano Ronaldo FIFA 18
Cristiano Ronaldo è il protagonista della copertina di FIFA 18.

È iniziata una nuova stagione

La domanda che ci poniamo ogni anno è: “Quale novità ci attende il nuovo FIFA?”. L’unica risposta che possiamo dare è che FIFA 18 cerca di mantenere l’essenza dell’ultimo capitolo, ponendosi subito come un titolo “conservatore”, ma con qualche variazione qua e di là. Se ce n’è una che si distingue e che noteremo di più rispetto agli altri è la velocità complessiva che nel rettangolo di gioco si fa meno frenetica.

Il ritmo si fa più ponderato e meno accelerato, dunque ora prevale il tatticismo e la capacità di leggere le intenzioni dei giocatori avversari. Una grande attenzione è stata poi riservata al sistema dei passaggi. Nonostante sia diventato più preciso, capita a volte di indirizzare la palla al giocatore che non si voleva servire. Questo succede molte volte con i giocatori di media e bassa fascia, e per coprirci d’improperi, il consiglio più efficiente è di affidarci ai comandi manuali, favorendo alla grande una miglior giocabilità e senso di realismo. La fisica della palla è migliorata, appare più pesante e naturale, ma rimangono alcuni problemi tipici legati alle palle alte e filtranti, che ancora oggi risultano essere difficilmente intercettabili.

Un’altra variazione sostanziale apportata dagli sviluppatori all’impianto di gioco riguarda il sistema difensivo, pressoché avulso dal contesto a cui siamo stati abituati. Nonostante sia diventato più complicato fermare il proprio avversario, può capitare spesso che il gioco si dimostri ubriaco e aggressivo in diverti frangenti, consentendo alla difesa di essere irresistibilmente vulnerabile. Tutto ciò, se contrapposto a FIFA 17, appare come un punto a sfavore; o una caratteristica che meglio si adatta a una buona fetta di pubblico da cui ne trae vantaggio. Questo perché, facendo riferimento all’ultima affermazione di cui sopra, l’abilità del giocatore nel controllare la propria difesa – che appunto si dimostra meno invasiva – è veramente di grande importanza. Ma bisogna stare attenti ai tiri scagliati dalla distanza: ebbene, nella maggior parte dei casi, questi si insaccano in rete con una facilità disarmante.

Come se non bastasse, l’odissea dei portieri non si accenna a terminare. Tanto quanto nel precedente episodio, anche stavolta l’IA generale viaggia al confine tra brillantezza e incertezza. Gli estremi difensori continuano ad alternare grandi prestazioni con grandi fallimenti. È successo, di tanto in tanto, di imbattermi in papere clamorose su palle davvero semplici da respingere o perfino da afferrare. E poi ci sono gli arbitri che, spesso, continuano a prendere decisioni incomprensibili, con sanzioni e assurde espulsioni che possono rovinarci la festa.

Passando alle altre novità introdotte in FIFA 18, inoltre, abbiamo la possibilità di effettuare rapide sostituzioni senza dover mettere in pausa il gioco. È un opzione che ci permette di sostituire al volo un calciatore durante una partita: naturalmente, quando la sfera di gioco termina in fallo laterale o in calcio d’angolo; in questo modo, tra una scena d’intermezzo e un’altra, nell’angolo inferiore dello schermo appare un indicatore da attivare con il pulsante richiesto o da ignorare completamente. L’indicatore ci suggerirà poi di operare delle modifiche solo in base al risultato o alla prestazione dei giocatori.

FIFA 18 Gameplay
Il ritmo di gioco è più lento e ragionato, ma sarà più facile segnare per colpa di una difesa che risulterà meno invasiva durante gli interventi.

Di nuovo in campo con le novità

Dopo aver esaminato il gameplay, che ha subito delle piccole modifiche sul campo per un gioco più fluido e ragionato ma purtroppo anche più schizofrenico, passiamo subito ad analizzare il Il Ritorno di Hunter, una versione rinnovata della passata edizione, che ci mette nei panni di Alex Hunter, un giocatore di talento che adesso non è più un giocatore sconosciuto, ma una stella nascente che è entrato sotto i riflettori di tutti.

Il Ritorno di Hunter si presenta più spettacolare ed emozionante di prima. Tra una serie di eventi cinematici che fanno da raccordo tra una partita e l’altra, a cui seguono delle azioni da indicare tramite dei dialoghi da scegliere che ne influenzeranno il suo temperamento, Alex Hunter ripartirà dalle favelas del Brasile per continuare a misurarsi nel calcio giocato. Il rapporto con il padre, che ha lasciato la sua famiglia quando era piccolo, la rivalità con i suoi compagni di squadra, e il diverbio con gli allenatori, si (re)inseriscono perfettamente in una narrazione che non diventa mai banale. Le sorprese, poi, non mancheranno.

È giunto ora il momento di parlare brevemente della modalità FUT, una delle più giocate su FIFA. Oltre ai già noti FUT Champions, FUT Draft e Sfide Creazione Rosa, come grande novità quest’anno abbiamo le Squad Battles, un’offerta che ci consente di sfidare i team creati dagli avversari in tutto il mondo; un’offerta (ben)pensata per tutti coloro che decidono di spendere il proprio tempo libero giocando contro squadre vigilate dall’intelligenza artificiale. E poi abbiamo le FUT Icone, carte speciali raffiguranti i grandi campioni del passato, che avranno tre diverse versioni a rappresentare tre momenti diversi della carriera dei giocatori in questione.

Anche sulla modalità carriera EA Sports non si è nemmeno risparmiata, ed ha pensato di dare una leggera ma comunque importante rinfrescata aggiungendo delle piccole chicche che vanno a rinvigorire una base già solida. Anche quest’anno ritorneremo a guidare la nostra squadra preferita mettendoci nei panni di un allenatore o di un singolo calciatore. La più grande novità è rappresentata senza dubbio dalle trattative di mercato con le altre società. Non solo potremo avere un dialogo con loro, ma anche con l’allenatore avversario e con i procuratori del calciatore. Una volta messo a segno un trasferimento, si intersecheranno delle scene interattive che ricordano molto quelle già viste nella modalità Il Viaggio. Potremo anche delegare le trattative al proprio assistente dall’hub mercato; prevedere al giocatore non solo lo stipendio e la durata del contratto, ma anche un ruolo preciso e una clausola rescissoria. Insomma, queste novità dimostrano come la Carriera sia una modalità in costante evoluzione.

Nessun cambiamento sostanziale è stato previsto per Stagioni Online e in Co-op, modalità con le quali poter competere con gli altri da soli o magari in compagnia di un amico. Discorso a parte per il gettonatissimo Pro Club, che soddisfa le richieste della community con qualche aggiunta: tra cui la possibilità di creare diversi stili di gioco al nostro avatar per un massimo di tre ruoli, con un albero di abilità messoci a disposizione, grazie al quale poter personalizzare e migliorare gli attributi del giocatore con una vasta gamma di opzioni. Questo è possibile attraverso i punti esperienza che si guadagneranno disputando le partite online. Insomma, che voi siate veterani o uno alle prime armi, questa è una modalità da non lasciarsi scappare.

Gli stadi di FIFA 18
L’atmosfera negli stadi è stata migliorata e contribuisce a rendere l’esperienza di gioco più reale e immersiva.

L’engine dà il meglio di sé

Dove FIFA 18 colpisce veramente nel segno è nell’impatto grafico e nell’atmosfera che si respira una volta partito il fischio d’inizio. Il Frostbite Engine si esprime al meglio offrendo degli effetti luminosi e di rendering mai visti in un qualsiasi calcistico di EA Sports. Inoltre, riesce a gestire in maniera impeccabile e più approfondita i volti dei giocatori e le loro espressioni, che sono ancora più simili alle controparti reali; le animazioni a dir poco meravigliose che si riflettono molto bene nel sistema di gioco e nella gestione della palla. Va aggiunto però che, togliendo di mezzo gli atleti più famosi, talvolta capiterà di vedere dei giocatori scarseggianti a livello di cura e di dettagli e presentanti una raffigurazione virtuale molto approssimativa. Da questo punto di vista, gli sviluppatori potevano certamente lavorare di più.

Per quanto riguarda le licenze e i campionati, EA Sports rimane ancora senza rivali. Pur non avendo dalla sua parte esclusive di un certo rilievo come la Champions League, FIFA 18 può vantare più di 700 squadre e oltre 30 campionati ufficiali – purtroppo, anche quest’anno il titolo non potrà contare sulla licenza della Serie A. Bisogna riconoscere, poi, un grande lavoro che è stato fatto per il comparto audio. Dagli urli occasionali agli applausi forti, gli stadi sono animati da un clima meraviglioso e da un pubblico molto dettagliato. La telecronaca del duo Pardo-Nava, nonostante abbia introdotto nuove linee di dialogo, finisce tuttavia per essere un po’ ripetitiva e in numerose occasioni anche poco precisa. L’ultima menzione va ad una colonna sonora ricca e pronta a farci compagnia: oltre 40 canzoni scelte con la consueta attenzione, con celebrità rappresentative di più di una decina di paesi.

[stextbox id=”alert” caption=”COMMENTO FINALE”]FIFA 18 non è certamente un passo in avanti rispetto a FIFA 17, ma riesce a trovare sempre il guizzo per entusiasmare il suo pubblico. Gran parte del merito spetta di diritto a un gameplay più ragionato e ponderato, che ha cercato di imparare dagli errori del passato, senza stravolgere né rinnovare. Impossibile trovare a livello grafico un titolo calcistico migliore di questo. Certo, non è tutto perfetto: senza contare la sua abilità nel garantire un’atmosfera travolgente e immersiva, FIFA 18 mostra delle annose problematiche legate a un’approssimata realizzazione dei volti spesso ancora troppo dissimili da quelli delle controparti reali, alla prestazione generale degli arbitri e dei portieri, e una telecronaca che ha bisogno di un rinnovamento. Quel che è certo, almeno per ora, è che l’ultima edizione del calcistico di EA Sports, nonostante sia più conservatrice del solito, resta un must assoluto per i fan. Un gioco che costituisce un ottimo livello di coinvolgimento e di sfida.[/stextbox]

Sull'autore

Luigi Fulchini

Studente e uno dei fondatori di HavocPoint.it. Scrive di videogiochi.