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Oggi come oggi l’online è qualcosa che fa parte del nostro quotidiano nel bene e nel male. Dal lato videoludico ci siamo abituati ai servizi online a partire dalle rivoluzioni in campo proposte da Microsoft con la primissima Xbox (l’esperimento Sony con Playstation 2 non se lo ricorderà quasi nessuno per un motivo). Ormai un servizio con delle meccaniche diverse da quelle che vediamo in Xbox One, Playstation 4 e Steam sembra davvero l’antitesi della modernità. E nonostante ciò, qualcuno ci prova comunque a darci un servizio vecchio e sepolto, proponendolo come qualcosa di originale e sopratutto conveniente. È ovviamente facile intuire l’argomento dell’articolo, sopratutto perché è già scritto nel titolo. Nintendo e la sua decisione di mettere il proprio servizio online a pagamento. Prima che diciate altro, partiamo con una premessa.
L’online a pagamento era stato annunciato con l’uscita di Nintendo Switch, ma dopo le prime notizie, per un anno non ne abbiamo sentito parlare noi, gli utenti e probabilmente nemmeno nell’azienda ne sapevano niente. La speranza era comunque quella di avere un upgrade dell’infrastruttura tale da giustificare il motivo dell’abbonamento stesso. Ora però sono spuntate le prime notizie del Nintendo Switch Online e qualche dubbio viene naturale a galla. Il prezzo dell’abbonamento va da 3.99€ per un mese, ai 7.99€ per l’abbonamento trimestrale e infine 19.99€ per quello annuale. Al livello dei costi quindi siamo davanti al servizio più conveniente rispetto al mercato, ma è l’unico (o quasi) punto positivo della faccenda. Ovviamente non ho menzionato l’abbonamento famigliare che costa 34.99€ e come recita il comunicato Nintendo:
“Con un’iscrizione familiare, fino a otto possessori di un account Nintendo saranno in grado di utilizzare il servizio online Nintendo Switch, anche da console diverse”.
Il prezzo comprende al suo interno l’abbonamento al servizio i giochi gratuiti NES che potranno essere giocatori, un servizio backup in cloud dei salvataggi, la chat vocale (ma qui spenderemo qualche parola in più) e ovviamente la possibilità di giocare online. Perché proprio come su Xbox One e Playstation 4, servirà l’abbonamento per giocare online con i propri amici, ma stavolta con tutti i limiti del caso. Perché a mancare è proprio un ecosistema capace di funzionare online e sopratutto, capace di essere concorrenziale con le altre aziende. Con Nintendo siamo rimasti ancorati all’epoca pre-Playstation 3, tant’evvero che per aggiungere un amico necessitiamo ancora di conoscere il codice amico, più simile al codice fiscale che altro. Un sistema che tra l’altro non permette nemmeno una chat vocale ed è qui che arriviamo al punto di prima. Per avere la chat vocale bisogna scaricare un applicazione sul proprio telefono e quindi utilizzare due device; uno per giocare e l’altro per comunicare con un proprio amico. La sola idea di usare qualcosa del genere per rilassarmi, visto che il gioco dovrebbe divertirti e rilassarti dopo una giornata di lavoro, mi fa drizzare i peli della barba.
Tralasciamo anche l’assenza dei trofei, che qualcuno difende ancora, ma che ormai esiste anche su iOS e Android. Parliamo proprio di un sistema interno dell’infrastruttura che chiaramente non si adatta al giocatore del 2018, ma cerca in tutti i modi di sembrare al passo con i tempi. Come alcuni 50enni che cercano di sembrare dei teenager, ma alla fine si rendono ridicoli più che altro. Altro punto cruciale sono proprio i salvataggi, legati alla console e quindi trasferibili esclusivamente tramite il cloud. Un sistema simile ce l’ha anche PS4 ovviamente, ma con una leggera differenza di poterli trasferire anche su un qualsiasi device USB. Una soluzione semplice e pulita per coloro che non vogliono affidare i propri dati al cloud, ma vogliono avere una sicurezza in più. Poter trasferire i salvataggi su un qualsiasi supporto di memoria sarebbe giusto anche per coloro che non vogliono aderire al servizio. Dico questo proprio per la parte del comunicato che recita:
“Ciò è importante per chi desidera recuperare i propri dati qualora la propria console Nintendo Switch venga smarrita, si rompa o se ne acquisti una nuova”.
Una frase che potrebbe essere di poco valore, ma che in realtà racchiude quella macchinosità che ci portiamo indietro da anni. Su Nintendo 3DS ovviamente il tutto è ancora più difficile, sopratutto per i giochi, che si legano alla console e non all’account. Una scelta che oserei definire “becera” nei confronti del pubblico.
Quindi ricapitolando un attimino. Ci troviamo davanti a un servizio che teoricamente ha di buono solo il prezzo e il poter usufruire dei vari giochi NES, anche se qua bisogna aprire una piccola parentesi. Le prime notizie davano quei giochi come disponibili per un solo mese, per poi tornare a pagamento. Ora non viene fatta menzione di tutto questo, ma potrebbe anche essere una mossa “astuta” delle menti del marketing Nintendo.
Il problema in tutta questa folle decisione è sicuramente una cattivissima comunicazione. Perché da un anno non ne sapeva più niente e nessuno e ora sembra che comunque il messaggio non sia arrivato a tutti. Una delle particolarità che più mi piacciono della piccola console di casa Kyoto è sicuramente la sezione delle notizie, dove l’azienda informa i propri giocatori delle svariate notizie. Ebbene, questa dovrebbe essere in prima pagine fino a settembre, ossia, l’inizio del servizio online a pagamento. Ovviamente non c’è niente di tutto ciò è stato fatto e la comunicazione è avvenuta tramite il sito ufficiale della Nintendo, ma è qui il vero problema. I giocatori casual, i giocatori di una certa età che tornano a casa e vogliono svagarsi, probabilmente non visitano nemmeno i siti d’informazione con grande frequenza e non sapranno niente di questa iniziativa fino a quando il sistema non dirà di sborsare per poter giocare. Una scelta comunicativa al quanto discutibile che andrà a ledere totalmente la fiducia di alcuni giocatori.
Il consiglio che posso dare a Nintendo è quello di essere più aperta con il pubblico e di iniziare a pensare a un infrastruttura che possa almeno competere con i smartphone, senza passare per le console casalinghe.