Intervista a Stefano Vietti

Stefano Vietti Dragonero Intervista Comicon 2018
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Durante il Napoli Comicon 2018 ho avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con Stefano Vietti, uno dei creatori di Dragonero, la serie fantasy edita da Sergio Bonelli Editore. Abbiamo parlato dei futuri progetti, delle piccole somiglianze e di Ian, ma vi lascio direttamente all’intervista.

Rostislav: Avreste mai potuto pensare che la vostra opera sarebe diventata cosi famosa e importante?

Stefano: No, anche perché quando siamo partiti con un romanzo a fumetti (graphic novel n.d.r.) è stata proprio una scommessa. Non c’era un’opera fantasy in Bonelli e noi avevamo voglia di provare, ma chiaramente non ce lo aspettavamo. Poi devo dire che Dragonero è cresciuto parecchio negli anni, anche per noi. Perché eravamo partiti inizialmente con un bel dossier, ma poi ci è praticamente esploso fra le mani. Ci ha colto un po’ di sorpresa.

R: Una curiosità quasi personale. Qualcuno vi ha mai fatto notare una somiglianza tra Ian e Geralt di Rivia?

S: Ci è stata fatto notare, ma in realtà non è proprio cosi. Perché siamo andati a controllare e il design dello Strigo che somiglia a Ian è quello del secondo videogioco (The Witcher 2: Assassins of Kings n.d.r.) e non del primo, che è uscito due anni dopo Dragonero. A parte che abbiamo preso l’acconciatura da La Leggenda del Re Pescatore (il film del 1991 diretto da Terry Gilliam) e poi è una classica acconciatura. Anche la cicatrice è un classico ed è tutto contestualizzato nella storia.

R: Per quest’anno la linea narrativa è già pronta, ma per il 2019? Potete dirci qualche dettaglio?

S: È già pronta anche per il 2019. Finita questa saga (La Saga delle Regine Nere n.d.r.) avremo un paio di storie che fanno da preludio a un’altra piccola saga che annunceremo il prossimo anno e che ci accompagnerà fino al Lucca 2019. Lì cambieremo le carte in tavola e la serie prenderà una nuova strada narrativa, che presenteremo tra un anno e mezzo.

R: E ci troveremo delle storie più leggere rispetto alle attuali?

S: Dopo la guerra ci sarà un po’ un incattivimento dei personaggi perché questi sono provati da quello che è successo. Ci saranno una serie di storie in cui i protagonisti dovranno ritrovare di nuovo se stessi, almeno quelli che sopravviveranno alla guerra. Però, anche un po’ per il nostro gusto personale, che è maturato in questi anni e un po’ perché abbiamo visto le preferenze dei lettori, ci manterremo sempre su un tono adulto del racconto.

R: Quanto è difficile creare un mondo fantasy coeso?

S: Partire non è stato difficile, perché quando hai il foglio bianco, ci butti dentro tutto. Dopo invece diventa un bel casino perché devi mantenere la coerenza, però ci aiuta molto lavorare in copia (con Luca Enoch n.d.r.) e ci appoggiamo a vicenda controllando il nostro lavoro. Adesso che abbiamo un mondo bello corposo e solido si tratta di far molta attenzione e di buttare sempre dentro delle cose originali e nuove. Questo è un po’ faticoso.

R: Dragonero Adventures è una serie Bonelli dedicata a un pubblico giovane, ma sarà possibile vedere qualche momento drammatico in questa?

S: Sì, ci sarà qualche storia un pochino più seria, ma senza mai esagerare. Perché lì il tono è volutamente per ragazzi giovani e quindi si cerca sempre di sdrammatizzare.

R: Parlando del defunto (purtroppo) Kylon. Avesti voluto vederne un seguito?

S: Là avevo collaborato su alcune storie (numeri 5,6,12 e 13 n.d.r.) e non erano mie i personaggi. Però c’era l’idea di volerlo continuare, ma alla fine la Disney decise di lasciar perdere e quindi è finito, tra l’altro in un finale chiuso. Ma è stata una bella esperienza, insieme a quella che ho fatto con Il Giornalino, che mi ha aiutato anche per Dragonero Adventures. Perché scrivere per i bambini necessità di esperienza e tanto lavoro.

R: Oltre a Dragonero hai scritto anche diversi libri e hai collaborato su diversi fumetti come Life Zero con Marco Chechetto. In futuro ci saranno altri progetti simili, magari di fantascienza?

S: Ho un po’ di cosine nel cassetto che mi piacerebbe fare e vedrò di farle nel prossimo periodo. Sto collaborando nuovamente con la Panini Comics adesso per il progetto di Angie Digitwin e adesso c’è il numero 0 (che potete trovare allegato ad altri fumetti Panini). È un personaggio legato alla TIM e stiamo preparando un progetto a fumetti che uscirà a brevissimo. Già quello è un impegno che mi aiuta a fare cose che non siano solo fantasy e per non perdere l’allenamento.

R: Ti piacerebbe scrivere qualche storia di supereroi? (Ricordo che in passato scrisse delle storie italiane di Spider-Man)

S: Sì, mi piacerebbe. Ho avuto la fortuna di scrivere Spider-Man per un po’ (nel 2007) che usciva per Il Giornalino, ma era un prodotto Marvel al 100% perché i miei soggetti e sceneggiature erano approvati dagli editor Marvel negli USA tramite la Panini. Se dovessi riprendere oggi ci sarebbero due personaggi su cui mi piacerebbe lavorare. Uno è Captain America che è sempre stato il mio preferito e l’altro Doctor Strange, un altro dei miei preferiti.

R: E della DC Comics?

S: Non sono mai stato un gran lettore della DC. Tuttavia se dovessi scegliere, mi piacerebbe provare con Superman. È un personaggio molto complicato. Forse addirittura è uno dei più complessi, ancora più di Batman.

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un non troppo giovane appassionato di tutto quel che ruota attorno alla cultura POP. Vivo con la passione nel sangue e come direbbe Hideo Kojima "Il 70% del mio corpo è fatto di film".