Just Cause 4 – I timori, le speranze e le certezze

il protagonista Nico Rodriguez in Just Cause 4
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Mostrato all’E3 2018, il primo trailer di Just Cause 4 ha creato non poco clamore tra il pubblico. Nonostante un discreto successo, la serie non è mai decollata come ci si aspettava. I problemi tecnici erano sempre presenti e spesso rallentavano di parecchio il divertimento stesso, dando cosi ragione a chi il titolo non lo apprezzava affatto. Eppure, era ed è il gioco che unisce il divertimento puro e crudo con l’avventura e si lascia godere con una facilità allarmante. Ho deciso quindi di elencare alcuni punti che premono proprio dopo questa prima presentazione del gioco. Verranno messi in evidenza i timori, le speranze e anche le certezze che il sottoscritto nutre nei confronti del prossimo titolo di Avalanche Studios.

I Timori

Inutile dire che il terzo capitolo aveva un grande problema, che ho cercato di evidenziare nella recensione del gioco e anche dei suoi DLC. Ovviamente parlo della stabilità del motore grafico, che spesso e volentieri faceva precipitare il frame rate a 10, rovinando la partita o un bel combattimento. Questo succedeva principalmente ogni volta che combinavamo dei casini facendo esplodere qualsiasi cosa. La paura è quella di ritrovare lo stesso identico problema anche in questo quarto capitolo.

Le premesse mostrateci da Square Enix sono tante e cosi anche le ambizioni, ma dove termina la fantasia e inizia la reale consapevolezza? L’attuale terzo gioco è immenso e la quantità di fogliame, nemici e in generale di personaggi presenti sullo schermo è incredibile. Questo però crea non pochi problemi, ma il prossimo titolo, ambientato in America Centrale, ha dalla sua anche una nuovi veicoli, delle calamità naturalità in costante mutamento e una grandezza ancora maggiore. Risulta quindi facile pensare ai vari orrori che potremo vedere al livello grafico.

Il secondo punto è sicuramente la narrazione. Just Cause non è un titolo che punta all’essere innovativo o serio. Non si prende nemmeno sul serio e personalmente apprezzo questa scia tamarra che si lascia dietro, ma è indubbio che la debolezza della narrazione si palesa dopo poche ore di gioco. Anche se bisogna ammettere che l’ultimo DLC aveva dalla sua una spy story con dei temi alla 007 da apprezzare assolutamente. Fatto sta, però, che immaginare nuovamente una storia molto vuota e banale è un timore più vivo che mai.

Le Speranze

Ovviamente dopo i timori arrivano le piccole speranze che nutro verso il titolo in uscita. Potrei non parlare delle speranze riguardanti i timori, visto che palesemente quelli sono gli errori che vanno evitati. La speranza maggiore all’interno del gioco a mio avviso è quella di vedere un gioco ambientato in un mondo vivo in cui ogni cosa cerca di coesistere. Non deve per forza coesistere, ma almeno cercare di esserlo. In questo modo potremo goderci di un grande open world in cui delle architetture non sono messe a caso e in cui la voglia di esplorare non si riduca alla ricerca degli easter egg.

Ovviamente la seconda speranza va proprio verso gli easter egg, che non dovrebbero mai mancare. Nel terzo capitolo abbiamo visto il martello di Thor, il fumo nero di Lost (presente anche nel secondo capitolo), gli Angeli Piangenti di Doctor Who e cosi via. La sensazione era sempre quella di poter scovare qualche piccolo segreto dietro ogni angolo e questa caratteristica deve continuare a esistere perché dopo un po’ il divertimento consiste anche nella ricerca dei vari segreti disseminati dagli sviluppatori.

Infine arriviamo alle quest. Giocare in un gioco cosi ampio e avere solo una manciate di missione è quasi un insulto al giocatore e anche ai level designer. Sarebbe invece opportuno inserire molte più missioni secondarie, diverse tra loro e non solo quelle che ci portano da un punto all’altro senza darci niente in cambio o peggio ancora quelle che ci obbligano a scandagliare la mappa per trovare dei piccoli collezionabili.

Just Cause 3
Quanti luoghi da visitare. O forse no.

Le Certezze

Ovviamente ci sono anche delle certezze in questo clima di dubbio e speranza. Queste conducono tutte a una parola sola: il divertimento. Fin dal primo capitolo Just Cause si è inserito nel mercato come un titolo altamente divertente e capace di attirare il più pubblico più disparato. La follia ha incontrato la morte nel terzo capitolo, in cui abbiamo visto nuove abilità spettacolarizzanti e una quantità smodata di modi per uccidere i nemici e distruggere i loro covi. Posso quindi dire con una certezza matematica che Just Cause 4, nonostante tutto che avrà di sbagliato, divertirà come sempre ha fatto e vi farà strappare sicuramente qualche risata.

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un non troppo giovane appassionato di tutto quel che ruota attorno alla cultura POP. Vivo con la passione nel sangue e come direbbe Hideo Kojima "Il 70% del mio corpo è fatto di film".