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Il game designer nipponico Hideo Kojima ha da sempre nel corso della sua carriera videoludica cercato di rivoluzionare il medium, con la Metal Gear saga che inopinabilmente pur detenendo una fetta abbastanza corposa di detrattori rimarrà per sempre una pietra miliare indelebile del videogioco.
Purtroppo a seguito della diatriba con Konami, che naturalmente non sviscereremo in questo articolo, l’intramontabile Hideo ha deciso di ufficializzare nell’ormai lontano E3 2016 la sua ultima opera che tutt’oggi a seguito dello scorso E3 desta ancora tanti dubbi, poche certezze ed un immancabile “cripticità Kojimana” che proprio con Death Stranding si è elevata all’ennesima potenza.
Soprassedendo al polverone di critica ingiustificata da parte dei detrattori, ritornati in auge proprio in occasione degli ultimi trailer, possiamo inopinabilmente affermare che per la realizzazione di questo titolo sono stati investiti davvero tanti capitali da Playstation che sta puntando davvero in alto tenendo anche in conto il cast stellare, che auspicabilmente conosceremo nel
corso di questa avventura, che si è arricchito anche con i reveal di Lindsay Wagner e Lea Seydoux (presentate in tutta la loro bellezza nell’ultimo trailer).
Bisogna difatti annoverare anche a seguito delle interviste susseguitesi nel corso di questi ultimi anni che il principale obiettivo di Kojima, nonchè suo imprescindibile dogma sin dal primissimo Metal Gear Solid, rimane quello di elargire al fruitore attraverso un’interpretazione meno videogiocosa e più “cinematografica” di elargire un monito, un insegnamento al giocatore che rappresenta, dal quel poco carpito durante questi trailer, il fulcro di Death Stranding.
Ogni fotogramma è importante
Premettendo che parlare di speculazione soprattutto per le opere di stampo Kojimano è d’obbligo proprio per non scadere in becere teorie complottistiche, noi videogiocatori navigati che conoscono il modus vivendi dell’eccentrico designer nipponico non abbiamo dubitato nemmeno per un’istante la cripticità che si cela dietro ogni frame mostrato ma Kojima pur non facendoci esplicitamente carpire il vero obiettivo di Sam (che sarà l’unico personaggio giocabile) possiamo oggettivamente affermare che il nostro portapacchi della “Bridges Company” impegnato a trasportare materiale classificato come “estremamente sensibile” da un’estremità del globo all’altra vive su un pianeta Terra ormai inondato da una pioggia denominata “Timefall“, uno strano fenomeno in grado di accelerare il processo d’invecchiamento a chiunque ne entri in contatto, e da stranissime creature invisibili (probabilmente provenienti da un altro mondo o forse da un’altra dimensione temporale) che causano però lo stesso fenomeno della pioggia, facendo invecchiare anzitempo i poveri malcapitati corrieri.
I nostri portapacchi della Bridges pur non detenendo un vero addestramento militare, per scampare dalle grinfie di questi mostri (che dai trailer mostrati hanno dei tratti stilistici assimilabili al design di Psycho Mantis) si affidano ai piccoli feti che in realtà non sarebbero altro che cloni provvisti della coscienza del possessore mediante trasmissione eseguita via cavo (ben visibile dall’ultimo trailer) che dunque permette di continuare a vivere, ed ergo sfuggire alla morte, trasferendo il proprio senno nella sua copia “perfetta” a patto di uccidersi. Anche se tutto ciò causerebbe una vera e propria frammentazione mnemonica atta a revocare ricordi man mano che si persegue questo processo clonativo…eh si proprio un bel casino, ma ci piace così.
Inoltre al momento non sono ancora ben chiari i ruoli di Gulliermo del Toro e Mad Mikkelsen ma al contempo è stata rivelata qualche informazione in più sui due personaggi femminili nel trailer rivelato allo scorso E3 con la Seydoux che svolgendo anch’essa il ruolo di corriere sembra conoscere molto bene anche il nostro protagonista, probabilmente a causa di un forte legame sentimentale che li lega anche perchè dalla vecchia foto mostrata in calce nell’ultimo trailer la donna riconducibile ai tratti della Seydoux sembrerebbe esser addirittura incinta ed in compagnia proprio di Reedus e della Wagner, mentre invece quest’ultima a seguito alla domanda rivolta alla fine del trailer a Sam “Ti ricordi di me?” potrebbe essere la mamma del protagonista, che purtroppo Sam non ricorda a causa della frammentazione mnemonica sopracitata.
I Timori
Da questi pochissimi estratti che abbiamo potuto vedere regna principalmente l’ignoto, i fan e la community in generale non sanno cosa aspettarsi non solo a livello narrativo ma anche di gameplay, con Hideo che ha ribadito ancora una volta di voler oltrepassare il labile confine dell’interazione videoludica andando controcorrente e cercando di costruire un gioco che non avrà un “game over” ma che difatti porterà l’intera community ad alcune scelte che plasmeranno anche l’intero ambiente di gioco. I rischi di sprofondare nell’oblio a causa di un flop sono davvero tanti per il game designer nipponico poichè ci ha sempre abituati nel corso della sua carriera a grandi produzioni in passato e stavolta per poter solamente assurgere ad un prodotto degno di attenzione dovrà giocoforza superare se stesso.
Le Speranze
Per una questione principalmente di fiducia, consolidata ormai nel corso degli anni, spero di poter vedere davvero un prodotto in grado di rivoluzionare il medium videoludico (principalmente a livello narrativo) che dia anche spazio per eventuali altri seguiti proprio perchè, per come la penso, le opere di Kojima riescono a sopraelevarsi a tante altre serie di successo nel momento in cui si contemplano queste sue “creature” in tutta la loro interezza, ammirando i piccoli collegamenti che portano poi alla realizzazione di un puzzle incrollabile ma soprattutto coerente in tutto il suo prosecuzio.
Le Certezze
La paradossalità delle certezze è proprio che non ve ne sono, rendendo, in un’epoca in cui le informazioni nell’industria videoludica viaggiano a velocità impensabili, il tutto molto più affascinante, rischioso, criticabile ma incredibilmente evocativo a livello mediatico e di mercato.