Le bizzarre avventure di JoJo: Steel Ball Run #3 – Recensione

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Rieccoci finalmente nel vivo dello scontro, lasciato in sospeso nel precedente volume, con i nostri due protagonisti ancora alle prese con la famiglia Boom Boom ed i loro poteri legati ai metalli e al magnetismo. Nel dispiegarsi degli eventi e delle tattiche, i Boom Boom coinvolgono un terzo concorrente della Steel Ball Run che sin dalle prime pagine mostra una sovrannaturale capacità legata a quelle che si possano definire come sue predisposizioni naturali o tratti caratteriali e, quasi forzatamente, viene usato da Araki per esplicare le origini e la probabile fonte di questi “poteri maledetti” che sembra caratterizzeranno anche l’arco narrativo di questa settima stagione.

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J.Lo, le origini

Con lo scontro (nuovamente) in pausa, Araki sceglie di darci quella che potremmo definire un’infarinatura sul passato del misterioso ed eccentrico J.Lo che, come ogni altro Zeppeli incontrato nelle serie precedenti, accompagna ed istruisce un Joestar. Figlio di un medico al servizio del re del proprio paese J.Lo apprende fin da giovanissimo, anche se con iniziale riluttanza, l’importanza del ruolo del padre e del suo impiego della tecnica segreta delle sfere di acciaio tramandata di generazione in generazione nella famiglia degli Zeppeli. Il giovane e ligio al dovere J.Lo si affianca con orgoglio al padre come assistente durante le sue mansioni presso la corte ma, durante il suo apprendistato, si verifica un nefasto evento che lo porterà ad un bivio morale: l’adempimento dei
suoi doveri nei confronti del reggente e del suo ruolo tramandato da generazioni o il perseguimento di ciò che secondo lui più si avvicinasse alla giustizia. Una motivazione nobile e totalmente inaspettata per il personaggio presentato fino ad ora che sembrava muoversi solo spinto da quella fantomatica febbre dell’oro che spronava i pionieri di quell’epoca.

Stand 2.0

Gli stand, già dalle prime apparizioni della settima stagione, possiamo notare che queste entità estremamente familiari ai lettori della saga appaiono con un approccio ben diverso dal solito. In tutte le precedenti stagioni de “Le bizzarre avventure di Jojo” queste manifestazioni dello spirito combattivo sono state presentate quasi come un altro personaggio che combatte alimentato dalla volontà del suo possessore, ognuno al fianco di protagonisti ed antagonisti mentre in Steel Ball Run queste presenze si manifestano di rado ed agiscono per lo più tramite l’essere vivente che li genera, come se lo stand fosse lo stesso portatore. Che questo sia l’elemento ciclico perseguito e descritto da Hirohiko Araki nella postfazione del primo volume di questa nuova edizione? Che ora gli Stand siano in grado di manifestarsi solo tramite i loro portatori? Troveremo altre varianti o vecchi capisaldi già noti agli appassionati della serie? Le risposte a queste e ad altre domande verranno probabilmente chiarite nel corso della serie ma, conoscendo lo stile dell’autore, molto probabilmente resteranno fonte di speculazioni, dialogo e confronto tra i lettori che, avvezzi al non ricevere mai una vera e propria risposta, non potranno far altro se non raccogliere indizi per le loro ipotesi mentre si godono una storia avvincente che li ha emozionati per almeno sei stagioni.

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Redazione