Homo Machina – Recensione

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In Germania, nei primi del 20esimo secolo, un fisico tedesco compiva un lavoro che ormai non è ricordato forse nel modo adeguato. Il suo lavoro sulla dimostrazione del corpo umano ancor oggi risulta avvincente ed efficace. Parlo chiaramente (forse non molto) del fisico Fritz Kahn, morto nel 1968, con un lavoro sulle infografiche che potrebbe avere dell’incredibile. Va detto prima che in realtà le infografiche non le disegnava lui perché non ne era capace e si avvaleva delle abilità di alcuni disegnatori dell’epoca, ma è lui il progettatore.

Con la stessa idea di Friz Kahn la software house Darjeeling Production in collaborazione con ARTE Experience ha deciso di pubblicare il buon Homo Machina. Il gioco disponibile per Android e iOS va a esplorare proprio l’universo del corpo umano in un’avventura artisticamente incredibile.

Esplorando il corpo umano… quante cose che impariamo.

Il corpo umano

Secondo Fritz, l’essere umano è la macchina più complessa dell’universo e per questo motivo esistono le sue infografiche e anche il gioco in questione. Homo Machina si pone come obiettivo primario quello di spiegarci, almeno in minima parte, il funzionamento del corpo umano in praticamente tutte le sue parti. Partiremo dal cervello, dove un sovrintendente avrà l’ingrato compito di accendere il corpo umano di primo mattino. Ogni parte è occupata da una sezione apposita, che controlla le nostre funzioni primarie. Ogni nostra mossa verrà accompagnata da delle simpatiche scenette per intrattenere il giocatore e dagli l’idea di quel che sta realmente succede sullo schermo e alla fine capiremo magari un po’ di nozioni basilari sulle reazioni, sulla vista, l’udito e cosi via. L’avventura durerà poco più di un ora e mezzo se lo si gioca tutto d’un fiato e probabilmente questo risulta essere il vero e l’unico difetto.

Siamo macchine, niente di più

L’allegro chirurgo

Al livello grafico con Homo Machina ci troviamo davanti a una piccola perla stilizzata come un disegno degli anni ’40. L’idea di fondo è stata quindi rispettata alla grande e ci si immerge nel passato ancora di più grazie a dei colori caldi e morbidi e tutto ciò viene poi avvolto dalla colonna sonora che ricorda come è ovvio, il passato. I suoni semplici, ma efficaci suoni cullano in ogni momento della nostra partita, accompagnando i bizzarri personaggi in un viaggio attraverso una tipica giornata di un essere umano.

Però ora bisogna capire come si gioca a questo titolo cosi particolare, ma semplice allo stesso momento. Ogni parte del nostro corpo avrà delle funzioni specifiche e per eseguirle dovremo risolvere degli enigmi, che ovviamente saranno diversi per ogni riquadro. La loro complessità è ovviamente limitatissima e si risolvono facilmente, ma ogni tanto viene davvero difficile capire non il come fare il puzzle, quanto piuttosto cosa fare nel quadro. Non ci sono infatti le guide su cosa fare e come farlo e bisogna andare un po’ a tentativi.

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un non troppo giovane appassionato di tutto quel che ruota attorno alla cultura POP. Vivo con la passione nel sangue e come direbbe Hideo Kojima "Il 70% del mio corpo è fatto di film".