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Essere cattivi non è facile. È un lavoro a tempo pieno in cui non c’è tempo per il rimorso e la redenzione. Ci si trova su una tangenziale senza curve in cui bisogna spingere sull’acceleratore e ingranare la marcia più pesante (che nel nostro caso è rappresentato da un fuoristrada come la nuova versione di Jeep Wrangler con 8 marce). Ci sono state diverse storie nel passato con i villain nei panni dei protagonisti e ciò perché è interessante. Molti desiderano vedere la mente criminale durante l’infanzia (Pinguino: Dolore e Pregiudizio), mentre gli altri desiderano capire se in realtà il villain possiede una parte umana o meno (Venom: Protettore Letale). Delle volte però, si ha la voglia di vedere solo una cosa: la follia e la rabbia. Bane rappresenta sicuramente entrambe le cose, oltre che ovviamente si tratta di un bravo stratega e anche di un umano violento come pochi altri. Per l’occasione di Bane: Conquista si è riunito il team originale dell’eroe, Chuck Dixon (Batman: Cataclysm) e Graham Nolan (Batman: Bane of the Demon, Batman: Vengeance of Bane).
Il Male
Bisogna dire subito, cosi da evitare qualsiasi dubbio al riguardo. Bane non è un personaggio buono e non prova nemmeno ad esserlo. Non gli frega niente delle morti, degli innocenti o di qualsiasi altra cosa. L’unica cosa che conta è la missione, che è pronto a portare a termine in qualsiasi modo, anche al costo di sterminare un’intera città con tutte le persone dentro. Altra cosa importante da capire è che non capiremo qui perché questo bestione fa quel che fa e cosa lo ha portato a questo punto. Questo non è mai stato spiegato in modo del tutto convincente e in fondo, a chi interessa?
La storia descritta è molto semplice, seppur descritta in modo troppo confusionario. Troviamo Bane diretto su una grande nave che trasporta armi, mentre i suoi scagnozzi fungono da diversivo su un piccolo scafo con un mitra. Da solo Bane fa letteralmente a pezzi ogni membro dell’equipaggio, per dare a tutti la sua benedizione. Qualcuno però gli si mette contro e senza gravi problemi lo mette al tappeto, lo spoglia del suo Venom e lo mette in una cella. Sorpresa, sorpresa, in questo posto angusto il villain incontra Bruce Wayne e i due decidono di allearsi per un momento, ma il resto è storia.
La morte
Nel 1993 iniziava un ciclo vitale per Batman e Bane, Knightfall, dove il villain spezzava la schiena al pipistrello mandandolo letteralmente al tappeto. Ne è passato di tempo insomma da quel momento in cui la follia sembrava essere la cosa più grande, o forse no. In Bane: Conquista, vediamo il gigante ugualmente pieno di rancore e rabbia verso tutto e tutti, ma per la propria sopravvivenza egli decide di allearsi con il suo peggior nemico e di combattere al suo fianco. Da questo punto di vista Chuck Dixon ha sicuramente fatto un buon lavoro, come era logico aspettarsi da lui. Duole però dire che già il solo inizio rende qualche dubbio più che leggittimo. Non abbiamo delle motivazioni, non abbiamo niente di reale o concreto sulla missione di Bane. Ovviamente ciò ci da altra lettura della mente del gigante, ma qualche spiegazione in più non avrebbe sicuramente rovinato l’atmosfera. L’atmosfera imbastita da Dixon è però quella giusta e sarebbe interessante vedere ancora più rabbia e follia nel secondo volume.
Lo stile grafico di Graham Nolan invece è molto particolare e votato più alla stilizzazione che al realismo. Questo vuol dire ovviamente che quella cattiveria gratuita viene un po’ meno proprio grazie a uno stile poco realistico e più comico. Non viene data la giusta percezione della potenza di Bane. Ultimamente ad esempio, quando Bane cercò di riprendersi lo Psico-Pirata combattendo contro Batman, abbiamo visto un uomo gigante, forte e spietato con tutti. Questa volta manca proprio quell’impatto visivo. Nonostante questo, però, alcune scene sono stra meritevoli sia dal punto di vista contenutistico che da quello d’assemblaggio.