Runaways 1: Tornare a Casa – Recensione

Runaways #1: Tornare a Casa
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La casa delle idee nel corso degli anni ci ha abituati a tantissimi eroi tutti diversi. Alcuni di questi sicuramente sono lontani da noi lettori ed è difficile entrare in sintonia con dei personaggi molto particolari. Altri invece sono dei ragazzi che magari vivono delle situazioni difficili, ma che in fondo hanno qualcosa in comune con noi lettori. A quel punto è molto più facile immedesimarsi in un determinato personaggio e le sue gesta diventano più emozionanti. Pensiamo ad esempio a Runaways, che racconta proprio di un gruppo di giovani con dei determinati poteri e delle paure che potrebbero attanagliare ognuno di noi. Dopo molti eventi, molte battaglie, il gruppo andò a disgregarsi ed è qui che entra in gioco la serie firmata da Rainbow Rowell di cui Panini Comics ha ci proposto la prima trasposizione, Runaways 1: Tornare a Casa.

La storia stavolta vedrà tutto il gruppo degli eroi intenti a ritrovarsi. Amici che si erano divisi, ma che si incontrano per un motivo ben preciso e che alla fine affronteranno le scelte fatte, quelle non compiute e quelle ancora compiere. Qualcuno si scoprirà più fragile di quel che si immaginava. La storia andrebbe vissuta nella sua interezza dall’inizio alla fine in un sol boccone perché se amate il gruppo dei ragazzi in fuga, amerete anche questa pre-reunion.

Dietro alla sceneggiatura troviamo Rainbow Rowell, un’autrice che nel corso degli anni è riuscita a mostrarci il meglio di sé grazie ai romanzi young adult. In questo caso la sua abilità non si fa da meno e in poche pagine ci vengono mostrate cosi tante emozioni spontanee da spaventarci. Non si tratta di qualcosa che dimenticherete presto, sopratutto se questo è il vostro genere preferito. I giovani non sono degli eroi in fondo, ma dei ragazzini spaventati, innamorati, avventurosi, spavaldi e desiderosi di trovare un posto da chiamare casa. In questo la Rowell riesce a mescolare più di un genere al fine di darci in pasto un racconto su ognuno di quei ragazzi.

Le matite invece sono firmate da Kris Anka rappresentano un punto in più per questa lettura cosi particolare e quasi intima del mondo dei ragazzi. L’azione c’è, ma è molto circoscritta e non me ne lamento affatto. Anzi, si tratta di una saggia scelta per mettere in risalto i protagonisti. Le inquadrature, le angolazioni e la descrizione dei personaggi rendono onore alla storia che si legge.

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un non troppo giovane appassionato di tutto quel che ruota attorno alla cultura POP. Vivo con la passione nel sangue e come direbbe Hideo Kojima "Il 70% del mio corpo è fatto di film".