Secret Weapons (Valiant) – Recensione

Secret Weapons
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Una grande organizzazione che sfrutta dei ragazzi dotati di potere nel mondo del fumetto non è una grande novità. Le storie sono piene di questi ragazzi straordinari che vengono sfruttati per le loro abilità e che alla fine finiscono per ribellarsi al loro padrone diventando dei guerrieri solitari. Valiant Comics ha deciso di prendere questa formula e di stravolgerla leggermente con il proprio universo narrativo. Secret Weapons non è solo il nome del grande evento della casa editrice statunitense, ma è anche la denominazione dei ragazzi presenti in questa storia, che però si discosta dal classicismo per diversi motivi. Pubblicato da Star Comics Edizioni, questo evento ci mette davanti a quelli che sono i protagonisti di domani e fuggiaschi di oggi.

Uno per tutti

Se avete seguito con noi di HavocPoint gli eventi di Valiant allora saprete sicuramente che Harada ha combinato parecchi casini cercando di trovare il potere all’interno delle persone e farle diventare degli psioti. Alcuni di questi che non riuscivano ad avere dei poteri interessanti venivano poi inviati in un’altra struttura, che alla fine ha finito per accogliere i reietti. Qui proprio conosciamo i nostri protagonisti, ragazzi e ragazze dalla vita difficile che volevano solo riscattarsi con il mondo, ma che alla fine erano solo carne da macello per Harada. Ora che i ragazzi sono allo sbaraglio c’è un assassino che sta cerca di ucciderli tutti, mentre dall’altra parte c’è Livewire che vuole trovarli e proteggerli.

Tutti per uno

La storia di Secret Weapons è stata scritta da Eric Heisserer, che ricordiamo non solo per i fumetti, ma anche per il suo coinvolgimento nell’ambito cinematografico. Egli ha infatti scritto la sceneggiatura del film Arrival, La Cosa, Lights Out e cosi via. La presenza cinematografica è infatti presente dall’inizio alla fine sia nel modo di narrare la storia sia nei tempi in cui la storia avviene. I personaggi hanno dei capitoli appositi che ci permettono di scoprire tutta la loro storia e comprendere la loro psicologia. A parte alcuni momenti finali, il fumetto si regge su delle salde gambe di un editore capace di pensare a delle storie coinvolgenti grazie a uno staff davvero interessante.

Dal lato grafico abbiamo invece tre persone, Raùl Allén, Patricia Martìn e Adam Pollina (che ha curato solo una storia). Lo stile usato in alcuni capitoli è quasi cartoon, mentre con l’andare avanti della storia si notano delle linee sottili e precise che dipingono un quadro cupo e oscuro con l’azione che si fa sempre più incalzante. Azione che devo dire in alcuni momenti lascia qualche dubbio, mentre in altri non ne lascia nessuno e convince appieno. Si tratta sicuramente di un’ottimo evento di una casa editrice che nel corso degli anni ha cercato un proprio posto e che ora pare averlo trovato definitivamente, ritagliandosi un bel pezzo di terreno.

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Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un non troppo giovane appassionato di tutto quel che ruota attorno alla cultura POP. Vivo con la passione nel sangue e come direbbe Hideo Kojima "Il 70% del mio corpo è fatto di film".