Dylan Dog #387: Che Regni il Caos – Recensione

Dylan Dog #387: Che Regni il Caos
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Ci sono alcune testate che per decenni hanno vissuto con la linea editoriale dei volumi autoconclusivi. Un modo perfetto per creare sempre nuovi fan senza farli perdere in tediosi ragionamenti sulla saga che bisognerebbe iniziare per prima. A un certo punto, però, viene sicuramente quella il desiderio di vedere delle run collegate tra loro da alcuni personaggi e capaci di farci attendere il prossimo volume con una trepidante attesa. Questo è il caso di Dylan Dog e il suo Ciclo della Meteora. Una strategia che non è sicuramente piaciuta ai fan di vecchia guardia, ma che personalmente ritengo essere una boccata d’aria fresca e in un certo senso, l’ulteriore crescita del personaggio e della sua testata. Abbiamo visto infatti un primissimo crossover tra Dampyr e Dylan che quindi fanno parte dello stesso universo narrativo e ora abbiamo quella prima e tanto attesa saga che ci accompagnerà per tanti numeri fino al fatidico 400. Scritto da Roberto Recchioni e disegnato da Leomacs e da Marco Nizzoli, vi presento Dylan Dog #387: Che Regni il Caos.

Un vecchio ritorno

Prima di tutto bisogna dire subito che questo albo non è qualcosa a se stante, anche se potrebbe essere letto in questo modo. Per capirlo appieno bisogna in primis andare nel lontano 2007 quando Roberto Recchioni creò per la prima volta Axel Neil, un pazzo palestrato capace di parlare unicamente tramite le frasi dei brani rock. Successivamente dobbiamo andare verso Dylan Dog #341: Al Servizio del Caos, che segna l’arrivo del personaggio noto a tutti come John Ghost. Un vero e proprio villain che si è insidiato nella vita di Dylan e dalla sua cercava di mettergli i bastoni tra le ruote. Altri numeri ancora ci raccontano la sua ascesa e la sua importanza nell’universo dylaniano dell’epoca recchioniana (termine pensato ad hoc in questo istante.

Nel numero 387 abbiamo la resurrezione di Axel Neil, che scatenerà tutta la sua furia tra le vie di Londra e nessuno sarà in grado di fermarlo. Per mettere fine alle sue malefatte Dylan utilizzerà le sue solite tecniche che hanno più fortuna che tecnica, ma che alla fine funzionano. Da qui la sua vita cambierà per sempre. Da lupo solitario l’indagatore dell’incubo diventerà un vero e proprio divo all’interno del mondo britannico, con tanto di riconoscimento ricevuto dalla regina e un’app creata appositamente per aiutarlo. Tutto ciò non fa però per lui e non servirà attendere a lungo prima di una perdita della pazienza.

Un nuovo inizio

L’autore Roberto Recchioni non è il primo arrivato e sa come fare il suo lavoro nel migliore dei modi. Questo inizio ne è una prova e ovviamente è anche quella di coraggio in quanto i vecchi fan avranno un più di fatica nel digerire questa tipologia della narrazione. Vengono rispolverati i vecchi e nuovi nemici, ma il racconto è anche molto più di questo. L’umanità di una persona e l’opinione pubblica come mezzo di controllo rappresentano uno dei fulcri del volume. Le persone non si fanno scrupoli a uccidere chi è diverso perché considerato un mostro grazie all’opinione di qualcuno. La giustizia fai da te che diventa una punizione verso gli innocenti e Dylan, che lotta contro il male del mondo senza un’arma, ma dotato del buon senso e della sua spiccata umanità.

Al livello grafico questo albo rappresenta un punto elevato della serie con Leomacs e da Marco Nizzoli che esprimono al massimo delle loro capacità la storia. La prima parte è dedicata quasi interamente al villain di turno, Axel e al combattimento contro questo. Scene splatter divise in tre vignette, splash page a due pagine e delle tavole non convenzionali rendono questo Dylan Dog un tentativo di svecchiarsi e di andare verso altri orizzonti. Tentativo ben riuscito direi, anche perché l’azione e alcune scene splatter si percepiscono meglio rispetto a prima. Dylan mi ha ricordato a tratti l’attore Benedict Cumberbatch, ma non so nemmeno il perché. Un bel vedere comunque e cosi anche tutti gli altri personaggi e ambienti, che vengono descritti in modo minuzioso.

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Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un non troppo giovane appassionato di tutto quel che ruota attorno alla cultura POP. Vivo con la passione nel sangue e come direbbe Hideo Kojima "Il 70% del mio corpo è fatto di film".