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Il genere post-apocalittico è molto diffuso e molti di noi sono cresciuti a forza di Mad Max, Kenshiro, Fallout e ovviamente Wasteland (da cui poi nasce Fallout). Deserto, la fame, le bande rivali e tantissima violenza erano gli ingredienti dei giochi, film e serie animate, ma non è tutto qui. Il mondo potrebbe ad esempio finire in una nuova glaciazione, ma questa scelta non è stata sempre tra le preferite dei vari designer. Eppure pensiamo un attimo al fumetto come Snowpiercer, da cui hanno poi tratto un film e con una serie tv in vista. Un treno che percorre la terra morta dal freddo e dal ghiaccio, le classi sociali piramidali, violenza e lotte rivoluzionarie tra i poveri e i ricchi. La mia sorpresa di vedere quindi un titolo come Frostpunk sbarcare su console era parecchia, visto sopratutto la natura molto particolare del titolo, quello dell’essere un RTS. Ovviamente non è assolutamente il primo RTS mostratoci su console. Di un genere simile abbiamo visto anche Surviving Mars e tra l’altro, con questo Frostpunk condivide un enorme difetto che portano alcuni titoli che nascono su PC (ad esempio Pillars of Eternity), ma ne parleremo tra un capitolo.
Frozen, sei tu?
La storia di Frostpunk è abbastanza semplice in quanto un plot generale deve darci solo l’idea di quel che succede, senza intaccare il vero e proprio gameplay. Il mondo per come lo conosciamo noi non esiste più. Dopo tantissimi esperimenti la terra ha iniziato a congelarsi e con questa anche le città. Gli esseri umani hanno dovuto abbandonare il proprio habitat per immergersi in un mondo diverso da quello che conoscevano. Dopo vagabondaggi, la morte dei propri cari, le carestie, ecco ergersi l’ultimo baluardo di sopravvivenza. Una centrale capace di sprigionare calore e dare un po’ di tregua a un popolo già stremato.
La storia, come ho detto prima, è piuttosto semplice, ma funzionale. In effetti, ci starebbe bene anche un fumetto o una serie su questa storia, ma ahimè. In ogni caso, passato il filmato introduttivo, ci ritroveremo in quella che poi sarà la nostra dimora, ma che fino a quel momento rappresenta solo un altro luogo desolato e tetro. Inizieremo in modo semplice, distribuendo i primi uomini nelle rispettive risorse. Ovviamente qui bisognerà capire subito dove vogliamo andare a parare e come vogliamo interpretare la nostra storia. Bisogna agire in primo luogo con una visione chiara del futuro, almeno all’inizio. Scelti i primi uomini da operare, inizia il vero lavoro, quello riguardante la costruzione della vostra base, ma non senza un criterio. In primis bisogna cercare di ascoltare il volere del popolo e in secondo luogo quello del buonsenso. Si sa infatti che il popolo non sempre ha una visione chiara delle cose. In ogni caso bisognerà prepararsi per le carestie, problemi igienici e ovviamente quelli relativi il posto letto per i propri cittadini. Ogni problema andrà affrontato con calma e con fermezza, ma avremo anche una capacità decisionale nelle scelte.
Capiterà infatti che i cittadini chiedano qualcosa più del dovuto e dovremo decidere se accontentarli oppure se lasciarli in balia del loro triste (e segnato) destino. Questo aggiunge ovviamente un po’ di brio al gioco e sopratutto a tutte le nostre scelte future. La parte più interessante del comparto gestionale è quella relativa le leggi che dovremo instaurare all’interno della nostra piccola città. Avremo diverse scelte tra quelle proposte e ovviamente la scelta deve essere piuttosto ponderata e attenta perché questa andrà a cambiare un po’ il modo dei cittadini di percepire il nostro operato.
Le classi sociali
Il genere RTS è parecchio interessante, anche perché attualmente non viviamo più nel periodo in cui era quello più in voga. Permette di fare un numero incredibile di cose in una schermata che talvolta cambia relativamente poco dall’inizio alla fine della partita. Nato come un genere perfetto per giocare con il mouse e la tastiera, il genere degli RTS ha poi visto altri lidi e in alcuni di essi ha trovato altrettanta perfezione (il mobile). Altrettanto non posso dire delle console. Il pad limita i movimenti in modo incredibile e i pochi tasti a disposizione devono sopperire a un quantitativo di input digitali enorme. Questo si riflette poi in una gestione macchinosa e lenta del gioco, ma per fortuna Frostpunk da questo punto di vista se la gioca davvero bene. La precisione del pad resiste al gioco, ma un grande difetto esiste. Come in Surviving Mars o anche Pillars of Eternity, in questo titolo non è possibile giocare utilizzando un mouse e una tastiera. Ricordo che sono due device supportati da Playstation 4, ma sembra che si tratti di un mero sogno. La cosa strana è vedere poi i titoli TPS o FPS supportare entrambi i device anche per la modalità competitiva.
Per fortuna, come ho detto, Frostpunk è stato realizzato con un criterio certosino che ha permesso un ottimo gameplay anche su console. La scelta dei tasti inizialmente spiazza il giocatore, ma bastano davvero una decina di minuti per abituarsi a tutto e andare avanti senza alcun problema. Si tratta infatti di un po’ di pazienza per un titolo che potrebbe durarvi mesi e mesi del freddo inverno. Graficamente invece ci troviamo davanti a un titolo senza grosse cadute, ma nemmeno senza dei grandi picchi. Il sistema si regge nella norma più blanda, ma purtroppo senza uno zoom davvero possente, in modo da vedere bene gli abitanti della nostra città. La modalità fotografica invece è abbastanza scarna e presenta solo le scelte più basilari in assoluto.
Il comparto sonoro però non delude in nessun momento del gioco. Le malinconiche note suonate da l violino sono accompagnate da un vento freddo, quello che aspetteresti di trovare nelle steppe siberiane, solo, moribondo e senza speranza. Poi eccole, delle note più calde e avvolgenti, capaci di incutere il coraggio, ma senza tralasciare la paura che era penetrata nel più coraggioso dei cuori. La colonna sonora possiede quella magia capace di trasmetterci delle emozioni anche ascoltandola semplicemente su Spotify.