Rocketeer: Il Carico Maledetto – Recensione

Rocketeer: Il Carico Maledetto
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Ci sono tantissimi tipi di eroi, che nel corso degli anni hanno conquistato i nostri cuori. Altri invece, nonostante una grande potenza non hanno saputo conquistare il mercato. Rocketeer è proprio uno di questi e bisognerebbe spingerlo un po’ verso le alte vette del successo commerciale. Vero è che non si tratta di un personaggio tipico che incontriamo in tanti altri fumetti e questo porta molti lettori a non sceglierlo, preferendo quelli più moderni. Per fortuna SaldaPress sta pubblicando le storie moderne dedicate a un personaggio cosi interessante e particolare e da poco è uscito Il Carico Maledetto. L’albo vanta due firme di tutto il rispetto come quella di Mark Waid ai testi e Chris Samnee alle matite. Detto questo, la recensione potrebbe finire qui perché Rocketeer + Waid + Samnee + Salda edizioni = altissima qualità, ma mi rendo conto che sarebbe un po’ troppo dispersiva per qualcuno.

La storia è ambientata dopo le origini del personaggio, che potete leggere in un altro albo edito sempre da SaldaPress. Stavolta Cliff Secord avrà problemi ben più grossi dei precedenti e oltre a quelli veri si aggiungeranno anche alcuni personali. La nipote di Peev, Sally, è una ragazza dai capelli biondi molto sveglia e invaghita di Cliff, che ovviamente continua la sua relazione con la bella e mora Betty. L’avventura vede stavolta una nave pronta a seminare il panico visto che ha un carico parecchio importante e pericoloso. A guidare la spedizione è un uomo misterioso e pronto a tutto pur di raggiungere il proprio scopo, ma non solo. La sua brama di potere lo porterà a scontrarsi a viso aperto con Rocketeer per prenderne il razzo e rendere la sua armata improvvisata ancora più letale.

Ovviamente l’uomo riesce a soggiogare l’intera nave e il suo carico, composto da dinosauri, grazie alle sue abilità psichiche, ma inutile dire che sarà il nostro protagonista a vincere. L’impressione che da questa storia è quella di trovarci all’interno di un fumetto d’altri tempi, ma con i tempi narrativi più moderni. Mark Waid scrive la storia rispettando ogni punto del personaggio e dando alla fine uno spettacolo che si legge quasi da solo. Si sente l’aria d’altri tempi e un po’ di cartoon, ma questo sopratutto grazie a Chris Samnee. I personaggi si muovono in modo disinvolto e alla fine restano tutti nella mente.

Samnee dal canto suo usa uno stile diretto e cartoonesco che come un pugno ti sconvolge per la semplicità. Questa funziona da collante a una storia altrettanto semplice e cartoonesca, ma il tratto spigoloso dai bordi larghi risulta essere perfetto anche per dare vita ai personaggi. Questi riescono a trasmetterci tutte quelle emozioni che provano sul momento. Le inquadrature giocano molto sui personaggi e le azioni, creando un vorticoso susseguirsi di quadri ugualmente importanti. Un interessante studio è stato fatto anche sulle ombre, che giocano un ruolo importante nel corso di tuta la vicenda.

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un non troppo giovane appassionato di tutto quel che ruota attorno alla cultura POP. Vivo con la passione nel sangue e come direbbe Hideo Kojima "Il 70% del mio corpo è fatto di film".