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Chi segue il campionato di Ama Supercross alzi la mano, perché Milestone ha confezionato un ottimo titolo di corse targato Monster Energy. Per chi non sapesse cosa sto parlando prendete il classico campionato di Motocross, e immaginate di far correre le moto in tracciati brevi all’interno degli stadi, o comunque in strutture adibite a questo tipo di corse, ed ecco a voi il Supercross.
Ho provato il titolo su Playstation 4 ma è disponibile alla vendita anche su PC, Nintendo Switch e Xbox One dove potremmo correre nei tracciati ufficiali del campionato. Da Anheim fino a Daytona Beach dove vedremmo ogni assetto del gioco, dalla carriera fino alla componente multigiocatore.
L’arrivo del pilota
Già da qualche anno nei campionati ufficiali possono correre anche le donne, basti pensare a Maria Herrera che ha corso in Moto 3 e ora corre in Superstock. Ma perché faccio questa premessa? Perché al primo avvio del gioco dovremmo creare il nostro alter ego, il quale andrà a competere nella modalità carriera, multigiocatore e compound.
E qui dovremmo scegliere fra un pilota uomo oppure donna, ma non andrà minimamente ad influire sulle prestazioni del gioco. Perché il pilota ricoprirà un ruolo puramente estetico e di conseguenza, potremmo farlo a nostra immagine somiglianza oppure rendere il personaggio più brutto della storia delle due ruote.
Dopo aver personalizzato il protagonista con un buon set di modifiche facciali, tatuaggi e altezza dovremmo scegliere la nostra prima casa motociclistica. Ci sono due tipi di classi, una delle quali la più piccola divisa in East e West Coast con i rispettivi campionati, che sono la 250 e 450 tutte a quattro tempi.
Quale moto scegliamo?
Il primo approccio non conta molto ai fini della carriera, perché non fa altro che proporre le maggiori case motociclistiche, far salire il protagonista su una 250 qualsiasi e sbatterlo in un tracciato con altri piloti per insegnare al giocatore le regole del gioco. Finito il tutorial verremmo avvicinati da quattro team divisi rispettivamente, da un lato quelli ufficiali mentre dall’altro gli sponsor.
I team ufficiali hanno il vantaggio che pagano bene, si occupano dei miglioramenti della moto ma non potremmo minimamente personalizzare il veicolo e la tuta. Al contrario gli sponsor pagheranno meno dei team principali, ma avremmo carta bianca sulla personalizzazione estetica della tuta e della moto e dei suoi potenziamenti.
Qui dipenderà molto da che cosa vogliamo fare durante il campionato, personalmente ho preferito lo sponsor perché ho avuto la possibilità di muovermi come preferivo. Un aspetto da non sottovalutare è il posizionamento sul tabellone finale, perché ogni team chiederà al pilota di rispettare le volontà della dirigenza e se manchiamo di rispetto verremmo cacciati.
Ma sono esattamente come me li immaginavo
Sia i team, ufficiali e sponsor, che le ditte che lavorano nel mondo motociclistico sono gli stessi che potremmo trovare all’interno di un qualsiasi concessionario. Quindi potremmo trovare Kawasaki, KTM, Honda, Yamaha e Suzuki per i team ufficiali ma anche Arrow, AVG, Dainese e molte altre marche importanti.
Insomma un lavoro certosino che Milestone ha realizzato molto bene, i tracciati sono un qualcosa di veramente assurdo con meccaniche di gioco difficili da padroneggiare agli inizi. Ma dopo qualche giro e qualche caduta capiremmo come saltare, come atterrare e come accelerare nei vari tracciati.
Potremmo correre nei due tracciati di Anheim, il primo e il secondo sono differenti per i tipi di curve, per arrivare poi a San Diego ed infine a Daytona Beach che sarà la fine del campionato. Devo avvertire che, per quanto sia uscito nel corso di quest’anno, Supercross 3 detiene i diritti del campionato 2019 e non del 2020, di conseguenza alcuni piloti non sono presenti in questo gioco e per tanto dobbiamo accontentarci.
Ci sono poche modalità
Diciamo che le poche modalità presenti hanno ricoprono un doppio ruolo perché, se da una parte è positiva la cosa perché possiamo concentrarci molto sulla componente carriera, dall’altro canto non ce tutta questa novità rispetto ai capitoli precedenti il che non fa urlare al miracolo.
L’evento singolo non è altro che una partita veloce, o lunga, di una gara qualsiasi del campionato ufficiale o di qualche altro tracciato presente all’interno del gioco. Si imposteranno le varie voci come difficoltà, tempo di corsa, se competere in tutte le sezioni della gara dal Heat 1 fino al Main Event, oppure limitarsi solo all’evento principale.
Saranno presenti anche il Compound, una sezione di allenamenti, la modalità Campionato dovremmo impersoneremo un pilota ufficiale e correre con lui. Il Time Attack è la mia modalità preferita, non ci sono rewind i quali aiutano il giocatore di ripetere parte dei tracciati quando effettueremo degli errori.
In questo frangente dovremmo battere il nostro record in un determinato tracciato, dove correremo contro il nostro stesso ghost. Quest’ultimo è la proiezione del nostro pilota, il quale impersonerà il nostro miglior tempo e avremmo il compito di batterlo.
A chi non piacciono le sfide?
Durante le fasi di gioco riceveremmo dei punti e dei premi, in base alla nostra bravura e alle nostre vittorie che riusciremmo a sbloccare nelle varie modalità. Questi si andranno a sommare in un piccola cassa virtuale, che fungerà come nostro budget per potenziare la nostra moto e modificare esteticamente quest’ultima e il nostro equipaggiamento.
Il segmento delle modifiche è particolare ed è un aspetto che mi è piaciuto, quando sceglieremmo la zona da modificare ci verranno proposte diverse aziende. Dai caschi come gli AGV, Shark o Zephir, ai Dainelli per gli abiti fino ad arrivare alle componenti delle modifiche. Ognuna di essa avrà dei componenti più o meno costosi, in base all’importanza del brend, ma andranno ad influire sulle prestazioni nel caso dei potenziamenti.
In base al nostro stile di guida potremmo modificare la moto, andando nel setup del veicolo potremmo cambiare ogni assetto dalle sospensioni al diametro delle ruote. Questo garantirà alla moto di essere più veloce nei brevi tratti, essere più agile oppure avere una maggiore o minore presa sulle pinze dei freni qui dipenderà tutto dal giocatore, e sarà diverso l’uno dall’altro.
Un multiplayer che convince
La possibilità di gareggiare insieme o contro altri giocatori, indipendentemente se sono amici oppure incontrati casualmente, è davvero interessante come aspetto. Avremmo a disposizione tre modalità che abbiamo già visto precedentemente da campionato standard, campionato modificato ed evento singolo.
Per quanto sia presente una simile modalità coop, dove potremmo invitare i nostri amici nelle varie modalità, può risultare interessante confrontarci con i nostri colleghi. Ma risulta essere solo una componente in più dove, può rubare qualche ora di gioco ma a meno che una persona non sia interessata ci giocherà qualche volta e basta.
A parte una poca famigliarità dei volti dei piloti, che ho fatto fatica a riconoscere se non per i numeri delle moto, non hanno una qualità altissima di riconoscibilità. Però per i tracciati, moto e gli sponsor sono realizzati meglio di quanto mi sarei aspettato e mi sono divertito tantissimo nel gareggiare nelle varie modalità trovando pochi difetti.