Bloodshot Nuova Serie #1 – Recensione

Bloodshot Nuova Serie #1
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Valiant Comics ha nel suo pantheon una serie di eroi potenti e talvolta diversi da quelli visti all’interno delle altre case editrici. Sapete tutti ormai che personalmente adoro in modo indissolubile Bloodshot, che rappresenta l’eroe e antieroe per eccellenza per me. La sua forza bruta e la rabbia verte sempre verso una direzione che punta alla giustizia, ma è stato Jeff Lemire a creare qualcosa di più profondo. L’autore canadese ha dato un’anima a una macchina della morte e ha cercato di dargli una nuova vita, riuscendoci solo in parte. Il suo abbandono è stato un duro colpo per me, ma c’era comunque una certa speranza perché dietro la nuova run ci sarebbe stato Brett Booth alle matite e Tim Seeley come sceneggiatore. Non tutto è andato tutto come speravo, ma alla fine il Libro Uno è una lettura abbastanza leggera e piena d’azione dalla prima all’ultima pagina.

Bloodshot ne ha passate di cotte e di crude, ma il nemico non dorme e per il nostro eroe è ancora presto per dedicarsi alla vita normale. Vita che comunque non avrà visto che conosciamo già il futuro del personaggio grazie alla serie 4000 A.D. Possiamo però stare certi che la sua rabbia si abbatterà sui nemici con grandissima rabbia ed è quanto accade nelle prime pagine del volume. Bloodshot libera una scienziata da un gruppo di estremisti e ovviamente lo fa a modo suo, sfasciando tutto e uccidendo tutti. La sua unica richiesta alla scienziata è quella di far si che non vengano creati altri esperimenti come lui.

Successivamente la scena si sposta in un’altra zona del mondo, con altri militari e un’altra guerra. Catturare Bloodshot è ancora un potenziale per molti governi e quello più potente (indovinate qual è) ingaggia un nuovo team per catturare un’arma vagante e infinitamente potente. Da questa missione ovviamente nasce una battaglia all’ultimo sangue con Bloodshot che si ritroverà a rivivere una vecchia missione, quando era ancora sotto l’influenza del PSN.

Dopo Jeff Lemire la costruzione narrativa sarebbe stata diversa e questo lo sapevamo un po’ tutti. Tim Seeley spinge fin dal primo istante sull’azione più violenta, dimenticando un po’ quel che era stato il personaggio nelle run precedenti. L’azione domina la scena dal primo all’ultimo minuto, con qualche sprazzo di umanità sparso qua e là, ma comunque c’è la bravura nella descrizione e nella scritturazione dei dialoghi veloci e taglienti. Probabilmente a fare la differenza è proprio il cambio di sceneggiatore e quindi della tematica trattata. Avrei preferito qualche run di mezzo per non fare questo cambio cosi repentino, ma eccoci davanti all’azione.

Le matite di Brett Booth fanno il loro lavoro senza troppi punti alti. Lo stile slanciato e dettagliato rende onore a Ray Garrison e il suo pallore, ma in ogni tavola c’è qualcosa che stride in modo enorme. Il volto di Bloodshot è chiaramente cambiato rispetto a prima e forse i troppi dettagli rendono ogni scena fin troppo artificiosa. La muscolatura slanciata e dettagliata rende comunque giustizia, ma la staticità regna sovrano in un albo che meriterebbe il contrario.

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un non troppo giovane appassionato di tutto quel che ruota attorno alla cultura POP. Vivo con la passione nel sangue e come direbbe Hideo Kojima "Il 70% del mio corpo è fatto di film".