Adventure Time: I Pirati dell’Enchiridion – Recensione

Adventure Time: I Pirati dell'Enchiridion
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Cartoon Network negli ultimi anni si è dimostrato un network capace di rivoluzionare in un certo senso l’intero mondo dell’animazione seriale. Delle animazioni piuttosto semplici fanno da perno alle storie scritte con mano ferma, ma piene di quel buon senso e d’umorismo che strappa una risata sia al bambino e all’adulto. A volte, alcune serie, sono mascherate da teen grazie alla loro struttura, ma in realtà sono qualcosa di molto più profondo.
Adventure Time è una di queste senza alcun dubbio. Nata nel 2010 dalla mente di Pendleton Ward questa simpatica ed epica serie è proseguita per dieci stagioni, con la puntata conclusiva prevista per il mese di settembre negli USA. Intanto anche i videogiochi con protagonisti Finn l’umano e Jake il cane hanno fatto il loro corso con titoli di praticamente tutti i generi. Dagli adventure ai punta e clicca, fino a passare per un simpaticissimo gioco di carte per mobile questa serie ci ha tenuto compagnia per molto tempo. Tocca quindi all’ultimo videogioco (ma sicuramente non l’ultimo) intrattenerci in attesa delle ultime puntate, Adventure Time: I Pirati dell’Enchiridion, che attualmente è disponibile su PS4, Xbox One, Nintendo Switch e ovviamente PC. Da grande appassionato della serie non potevo non raccontarvi il mio percorso attraverso i mari verso la conquista del Grande Blu. Forse ho confuso le serie, ma pazienza.

Adventure Time: I Pirati dell'Enchiridion
La nave che ci farà compagnia durante il viaggio.

Rolling Down to Old Maui

Vorrei iniziare questo paragrafo con una piccola premessa che a mio avviso è più che necessaria. Il gioco in questione è fatto per i fan della serie e vi consiglio di giocarci solo dopo aver visto per intera l’ottava stagione. Altrimenti rischiate non solo di non capire molto, ma anche di spoilerarvi qualcosa di essenziale. Perché in quest’opera tutto è essenziale al livello narrativo. In questa storia in particolare Finn e Jake scopriranno dopo un risveglio che tutta la terra di Ooo è stata allagata. Tutto ora sembra un mondo in cui i pirati comandano e cercano di conquistare i piccoli regni che dal canto loro non vogliono cadere. Per questo fine anche Finn e Jake prendono un battello e partono nel loro viaggio. Ovviamente inizialmente tutti i sospetti ricadono sul Re Ghiaccio, che potrebbe trarne profitto congelando successivamente tutto e piegando la terra alla propria volontà. Il buon Simon è sì il responsabile, ma solo a metà e senza nemmeno volerlo essere. Ed è allora che i due partiranno attraverso un viaggio molto movimentato con un team che lentamente si allargherà con Marceline e BMO.

In primis qua bisogna dire che il gioco rispecchia in modo assoluto l’animo della serie animata e ci regala una storia che ha del fuori di testa. Lo humor molto leggero e talvolta no sense partirà con le prime battute del gioco e terminerà solo alla fine. Purtroppo, però, la durata del titolo è di circa 8-10 ore e solo la main quest sarà degna di questo nome. Le missioni secondarie sono infatti solo un contorno che consiglio di fare proprio mentre ci si sposta per la Terra di Ooo. Consisteranno principalmente nel riportare alcuni personaggi in un altro posto o ripulire delle zone. Però sono essenziali per il Platino, che in questo gioco è molto facile da prendere.

Adventure Time: I Pirati dell'Enchiridion
L’investigazione con tanto di vestiti noir.

Roll the Old Chariot Along

La particolarità di Adventure Time: I Pirati dell’Enchiridion è che si tratta di un gioco open world e per questa serie è il primo titolo del genere, ma sarà stata davvero una buona scelta? Probabilmente no. Piena d’acqua, la Terra di Ooo è solo un ammasso bluastro con i regni sparsi qua e là, ma il problema è che talvolta, dovremo viaggiare da una parte all’altra della mappa senza alcuna possibilità di un viaggio rapido. Se sulle prime ciò potrebbe essere divertente per le missioni secondarie, ma concluse in fretta quelle si cadrà nella noia più totale. BMO delle volte fungerà da radar per le missioni primarie, mostrando la via da seguire. Anche qui bisogna dire che in realtà il piccoletto segnalerà sempre la stessa mappa da seguire e qualora ci allontanassimo, non la ritroveremo dietro di noi. Questo ci obbligherà a guardare spesso la mappa di gioco, sopratutto durante le prime fasi in cui raggiungeremo il Regno di Fuoco. La scelta più logica e razionale sarebbe stata quella di creare dei viaggi rapidi per non stancare il giocare. Però bisogna dire che sulla nostra piccola nave i protagonisti partiranno con dei canti marinareschi che strapperanno due risate durante l’attraversata.

Scesi dal battello ci troveremo davanti a tre tipologie di gameplay. Esplorando i vari regno potremo scegliere quale personaggio utilizzare. Questa scelta si rivela essenziale visto che ognuno ha delle abilità che serviranno in determinati momenti. Con Marceline potremo diventare invisibili per delle brevissime e facilissime sessioni di stealth, BMO aiuterà ad aprire tutte le porte meccaniche, Jake servirà da motorino per spostamenti rapidi e ovviamente per raggiungere tutte le zone inaccessibili, mentre Finn scoprirà i luoghi dei tesori. Durante l’esplorazione potremo utilizzare a nostro piacimento la spada di Finn per spaccare dei cumuli di terra pieni di monete. Questa libertà finisce quando incontriamo dei nemici. Qui il gioco si trasforma in un classico RPG a turni vecchio stile, ma dalla difficoltà quasi assente. Sarà infatti quasi impossibile morire, ma bisogna anche capire il target al quale è rivolto maggiormente il gioco (a dispetto della serie animata tra l’altro). Durante un combattimento potremo attaccare, aprire lo zaino per utilizzare gli oggetti acquistati da Oca Loca (i vinti), fuggire oppure utilizzare le abilità speciali. Queste sono delle piccole chicche per i fan, che vedranno parecchie specialità viste in questi 8 anni. La terza fase del gameplay invece consiste nelle investigazioni. Per dei brevi momenti il gioco si trasformerà in un giallo investigativo in cui decideremo noi l’approccio giusto. Per intenderci: una semplificazione del “poliziotto buono, poliziotto cattivo”.

Il gameplay stesso nella sua diversità è uno degli espedienti per non annoiarsi e bisogna ammetterlo, ci riesce bene. Dopo ogni battaglia avremo un tot numero di XP che ci faranno salire di livello. Grazie a questo avremo delle nuove abilità, ma non aumenteranno i nostri parametri come la vita, la precisione, la difesa. Queste dovranno essere migliorate grazie ai soldi che guadagneremo o troveremo.

Adventure Time: I Pirati dell'Enchiridion
Un tipico combattimento contro i pirati Banana.

L’ora di avventura

Il titolo in questione si basa su un motore grafico leggero, versatile e molto conosciuto, Unity. Grazie a questo motore il peso dell’interno gioco non supera i 2GB e sopratutto tutto è pressoché identico al cartone. Ogni cosa è identica in tutto e per tutto a ciò che siamo abituati a vedere e ogni personaggio ha una sua mimica facciale caratteristica che sicuramente farà più che piacere. Un tale stile è un vero e proprio piacere, ma ci sono dei problemi che lo perseguitano di continuo. Tralasciando i caricamenti un po’ lunghi, questo Adventure Time è davvero pieno di problemi. I cali di framerate non sono solo continui durante il percorso in barca, ma spesso lo sono anche quando si sta a piedi. Come se non bastasse, delle volte non capitano solo dei cali, ma dei veri e propri freeze del gioco che obbligano al suo riavvio.

Al livello audio invece è chiara solo una cosa, siamo nella Terra di Ooo. Tutto ce lo fa ricordare, anche le scoregge di Jake. I doppiatori sono i medesimi e le musiche rappresentano un omaggio per i fan, con tanto di canti marinareschi che si sposano con il tema dei pirati. Anche i personaggi minori sono stati doppiati come se tutto questo fosse un grande film d’animazione.

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un non troppo giovane appassionato di tutto quel che ruota attorno alla cultura POP. Vivo con la passione nel sangue e come direbbe Hideo Kojima "Il 70% del mio corpo è fatto di film".