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Con Assassin’s Creed, si sa, Ubisoft ha creato una delle saghe videoludiche più amate ed odiate dell’ultimo decennio. Se, a furor di popolo, con il secondo capitolo (e la trilogia ad esso legata) si sono toccate le vette più alte mentre con gli ultimi capitoli si è “raschiato il fondo del barile”, allora un ringiovanimento della saga era pressoché d’obbligo. La software house aveva quindi deciso, dopo il rilascio di Assassin’s Creed Syndicate, di prendersi un anno per realizzare un prodotto fresco e prestante. Ed ecco a voi Assassin’s Creed Origins, un gioco che porta sulle proprie spalle l’onere di dover svecchiare una saga che troppo a lungo ha sofferto di una certa ripetitività nelle sue meccaniche e, oltretutto, anche il fardello di dover “vincere” tutto l’odio e la diffidenza accumulata negli anni. Ma ci sarà riuscito il nuovo capitolo?
Il Signore della Duat ti attende
Assassin’s Creed Origins si svolge durante gli ultimi anni dell’Egitto tolemaico, ovvero nel 50 a.C. circa, regnato da Tolomeo XIII e Cleopatra VII (esatto, quella che sedusse Giulio Cesare e Marco Antonio). Il protagonista è Bayek di Siwa, il Medjay del faraone (una sorta di forza di polizia e guardia ) e, in alcuni frangenti, anche sua moglie Aya. La storia, che vi terrà impegnati per una trentina di ore circa, è incentrata sulla vendetta di Bayek a seguito di un avvenimento – lo si scoprirà solo dopo le prime ore di gioco – che ha cambiato per sempre la sua vita. Da qui comincia la sua violenta odissea per uccidere tutti i portatori di maschera, coloro che hanno scatenato la vendetta del Medjay. In “contemporanea” alla storia di vendetta personale, Bayek aiuterà anche Cleopatra nella scalata al potere in opposizione al fratello Tolomeo.
Personalmente, ho trovato la trama del gioco molto interessante e pregna di colpi di scena (maledetto scarabeo) e, non solo quella principale. Infatti, anche le missioni secondarie hanno delle ministorie che si legano bene alla narrazione principale. Quest’ultima farà da retrospettiva sulla nascita del Credo degli Assassini. Come sempre, poi, ad affiancare i protagonisti di fantasia, ci sono i comprimari realmente esistiti, come i già succitati imperatori oppure Apollodoro, Potino o Lucio Settimio. Tutti i personaggi sono stati ben caratterizzati, soprattutto quelli storici. Se però vogliamo dirla tutta è proprio Bayek che mi è sembrato quello con meno sfaccettature; invero, il Medjay sembra spinto quasi solo dalla vendetta, rabbioso e violento, ma nulla di troppo fastidioso alla fine della fiera. Infine, ho molto apprezzato la scelta di rimettere finalmente il focus principale su degli “obiettivi” da uccidere -come nel caro vecchio Assassin’s Creed 2 – ovvero, le maschere di cui ho parlato prima. Con tanto di discorso finale tra l’assassino e la sua preda prima che questa muoia.
Il ritorno degli Assassini
In apertura, avevo accennato all’onere del gioco che è quello di dover rinnovare la propria formula per portare un Assassin’s Creed tutto nuovo. Ebbene, per quanto mi riguarda, quest’obiettivo è stato raggiunto alla grande. Se, all’avvio del gioco, credete di trovarvi di fronte delle meccaniche simili ai vecchi giochi, vi ritroverete solo molto spaesati. Tanto è vero, io stesso ho impiegato del tempo ad abituarmi alla nuova mappatura del controller. Per esempio, non dovremmo più usare una combinazione di tasti per correre o arrampicarci, bensì la corsa sarà il movimento standard con la levetta analogica, mentre con la pressione del tasto X sarà possibile arrampicarsi. Da un lato, questo, potrebbe far storcere il naso ai puristi che potrebbero pensare a delle meccaniche troppo semplificate. Però, a dirla tutta, sono convinto che sia una semplificazione giusta, poiché non va a rovinare né il divertimento né tantomeno la precisione delle arrampicate stesse che, anzi, mi sembrano anche migliorate.
Ma tolto questo, il vero cambiamento abissale nel gameplay è il sistema di combattimento, ricreato appositamente da zero. Dimenticate quella sorta di Free Flow visto negli ultimi capitoli, così come le meccaniche dei primi. Difatti, Assassin’s Creed Origins offre un battle system più orientato all’action – sembrerà quasi un lontano cugino di Dark Souls o The Witcher 3. Ci sarà un tasto per l’attacco leggero (R1/RB), uno per l’attacco pesante/spezzaguardia (R2/RT) ed uno per la guardia (L1/LB). Inoltre, sarà anche possibile usare armi a distanza con la pressione del dorsale sinistro per la mira e quello destro per il fuoco. Ciò che subito salta all’occhio, dopo qualche ora di gioco, è la grande varietà di armi disponibili e non solo corpo a corpo. Ci troveremo di fronte per esempio: le normali spade, le spade ricurve, con un moveset più agile ma leggermente più deboli, le doppie lame ancora più deboli ma rapidissime; le lance, utilissime per attaccare ad una distanza maggiore; e così via.
Come ho accennato poc’anzi, tuttavia, avremo a disposizione anche diverse armi da distanza, che in realtà saranno solo archi, ma con funzioni diverse: gli archi da predatore per esempio sono come dei fucili da cecchino, con tanto di mirino; poi gli archi leggeri, con il quale è possibile scagliare dalle 3 alle 4 frecce in rapida successione; gli archi da guerra, invece, che ci faranno scagliare fino a 5 frecce tutte insieme. Insomma, Assassin’s Creed Origins è capace di offrire tante possibilità e svariate ore di divertimento. Il gioco, poi, punta molto sulla crescita del personaggio, che accumulando punti esperienza salirà di livello e quindi otterrà punti abilità spendibili nell’omonima sezione che si divide in tre alberi principali: Guerriero, Cacciatore e Veggente. Da qui, sarà possibile acquistare abilità come quella di meditare, passando al giorno o alla notte, oppure l’abilità che ci permette di equipaggiare due armi o ancora quella che ci consente di lanciare dardi soporiferi o avvelenati.
Tuttavia, questo sistema porta con sé anche un piccolo difetto, che potrebbe per alcuni utenti risultare molto fastidioso, ovvero l’enorme fattore parametrico aggiunto dalla meccanica dei livelli. Per essere più chiaro, adesso anche i nemici avranno un livello, e questo renderà quelli di livello superiore al nostro degli ostacoli a volte insormontabili, nemmeno la lama celata o un headshot con l’arco riuscirà ad ucciderli. Queste azioni, che prima avrebbero ucciso chiunque, in Assassin’s Creed Origins si limiteranno a fare un danno maggiorato al nemico se questo è più forte di noi. Il problema è ulteriormente accentuato dal fatto che anche le missioni hanno un livello suggerito e molto spesso non sarà possibile dedicarsi solo alle missioni principali. Si verrà, purtoppo, costretti ad affrontare le missioni secondarie per avere un livello adeguato a quello richiesto dalla missione del momento. Il problema, però, viene attenuato dalla struttura stessa delle quest facoltative. Queste non mi hanno mai annoiato e sembrano tutte diverse, soprattutto grazie alle storie che nascondono dietro.
Egitto: tra dune e…
Devo ammetterlo, quando fu confermato che il prossimo Assassin’s Creed fosse ambientato in Egitto, la notizia mi fece un po’ storcere il naso, immaginavo che non molte sarebbero state le meraviglie da mostrare, il tutto condito da una certa monotonia di deserti e piramidi. Quanto mi sbagliavo. Il gioco, però, mi ha smentito quasi subito, le ambientazioni sono stupende. Partendo dalla “modernissima” Alessandria fino ad arrivare all’antica Menfi, offre scorci di una bellezza da capogiro. Mai fino ad ora, infatti, un gioco con una modalità fotografia al suo interno mi aveva spinto ad usare quest’ultima così spesso.
Non mancheranno, poi, insieme ai deserti dorati, delle stupende oasi verdeggianti e anche le azzurre acque del Nilo ed altri fiumi e laghi. Perfino gli ambienti sottomarini sono stati trattati molto bene. Il tutto è coadiuvato dall’impatto grafico, che seppur ancora fermo all’Anvil Next 2.0, regala dei buoni modelli poligonali. Ma è la saturazione di colori che dona maggior lustro a tutto ciò che vediamo a schermo. Tutto questo spiega perfettamente la scelta degli sviluppatori di portare, nel 2018, la modalità Discovery Tour, con la quale sarà possibile esplorare in tutta la sua interezza la mappa di gioco senza dover combattere o affrontare alcun ostacolo e con la possibilità anche di intraprendere visite guidate. Ad accompagnare il più che buon comparto grafico c’è quello audio che non si lascia scoraggiare. Le musiche saranno sempre molto azzeccate al contesto egiziano ed i motivetti faticheranno ad uscirvi dalla testa. Anche i suoni ambientali, poi, sono fatti abbastanza bene e, come capita spesso ultimamente, il doppiaggio in italiano è perfetto.
Restando sempre nell’ambito tecnico, un problema che – ormai per antonomasia – colpisce i prodotti Ubisoft e soprattutto i giochi della serie di Assassin’s Creed, sono i bug. Assassin’s Creed Origins, purtroppo, non è graziato da questo punto. Fortunatamente, però, salvo una volta che sono stato costretto a ricominciare una missione, non mi sono mai imbattuto in problemi gravi al punto da non permettermi di andare avanti. Infine, anche l’IA dei nemici è stata modificata, questi saranno molto più intelligenti rispetto al passato, vi attaccheranno in massa senza aspettare il proprio turno e agiranno sempre con una certa strategia, tanto che anche alla difficoltà normale sapranno offrire un livello di sfida soddisfacente.
[stextbox id=”alert” caption=”COMMENTO FINALE”]Assassin’s Creed Origins è riuscito a compiere a dovere la sua “missione”. Questo capitolo porta una freschezza e delle novità di cui se ne sentiva bisogno ormai da tempo. Anche se all’inizio potrà sembrare troppo diverso dal normale, giocando scoprirete che lo spirito caratterizzante di Assassin’s Creed è ancora vivo. Grandi passi in avanti sono stati fatto con un rinnovato gameplay, capace di offrire tutto il divertimento che negli anni aveva sempre più lasciato la serie. La narrazione, le musiche e le ambientazioni saranno ciò che vi faranno sentire “a casa”. Certo, alcuni bug insidiosi potrebbero farvi storcere il naso, ma non c’è mai nulla che potrebbe veramente farvi odiare questo titolo. Insomma, un’ottimo punto di ripartenza per la saga, con un prodotto che entra nell’olimpo dei migliori giochi legati agli assassini (ma di questo ne riparleremo).[/stextbox]