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La serie videoludica di Atelier non è recente. Anzi, vanta un numero davvero elevato di capitoli, che però sono quasi sempre rimasti relegati a un certo pubblico. Una nicchia che non riusciva a espandersi in modo omogeneo e continuo. Con gli ultimi capitoli, bene o male la situazione è cambiata. L’uscita di Atelier Sophie 2: The Alchemist of the Mysterious Dream ci mostra il secondo ingresso dell’alchimista Sophie, che abbiamo già visto e guidato nel precedente capitolo. Stavolta la storia continua e la software house ha migliorato quel che doveva, regalandoci una narrazione avvincente per gli appassionati del genere JRPG.
La narrazione di questo secondo capitolo riprende ovviamente le avventure di Sophie e Platcha in un mondo del tutto nuovo e inesplorato. Platcha sogna un grosso albero, ma non comprende davvero il motivo di quel sogno. Le due ragazze però finiranno per trovare quello stesso albero del sogno. Una scoperta che cambierà per sempre la vita di entrambe le ragazze in quanto un portale le porterà entrambe in un mondo parallelo.
In questo nuovo luogo Sophie si ritroverà da sola, senza una mano amica e senza Platcha. La sua missione sarà quindi scoprire dove si trova la ragazza e non servirà molto tempo perché ciò avvenga. Platcha si troverà in un villaggio a lavorare come alchemista, ma non sarà la stessa del suo mondo. Non si ricorderà niente delle loro avventure e nemmeno il nome di Sophie.
La storia è stata scritta in modo continuativo dal precedente capitolo e quindi ovviamente il giocatore deve conoscere dapprima i vari personaggi e gli avvenimenti. I personaggi principali sono comunque ben caratterizzati e agiscono secondo un loro criterio, che ci viene svelato man mano che andiamo avanti con la storia. Non aspettatevi dei verticalismi narrativi capaci di aprirvi nuovi orizzonti, ma piuttosto una storia interessante che potrebbe rimanervi nel cuore.
Al livello tecnico Atelier Sophie 2: The Alchemist of the Mysterious Dream risulta essere un gioco piacevolissimo da vedere, ma con delle lacune non da poco. Manca difatti l’aggiornamento next gen del gioco e quindi anche su PS5 vi ritroverete con la qualità PS4. Si tratta di uno scivolone non da poco.
I modelli poligonali sono comunque molto piacevoli da vedere. I personaggi principali hanno come sempre un fascino incredibilmente, così anche alcuni ambienti. Le città e i villaggi sono ottimi per quanto concerne la loro costruzione, che delle volte appaiono in modo un po’ troppo scontato. La natura è però dozzinale e piuttosto scontate. Si denota in generale una certa mancanza di cura per i dettagli.
Come in ogni buon JRPG, anche qui avremo a che fare con i combattimenti a turni. Noiosi per alcuni, immancabili per altri. Questo ovviamente era una nota da aspettarsi e alla fine quel che abbiamo è un sistema ben rodato e soprattutto sufficientemente elevato per quanto riguarda la difficoltà di gioco. Ovviamente la serie Atelier non è solo questo e l’esplorazione gioca un ruolo fondamentale.
Avremo a che fare con un mondo immenso e pieno di cose da fare, ma non senza qualche difetto. Quella stessa grandezza si rivelerà essere piuttosto spoglia e vuota, creando un senso di noia. Questo è un problema ricorrente di questi giochi e anche in questo caso sembra che non ci sia alcuna novità.
Preparatevi però perché l’alchimia gioca ancora una volta un ruolo davvero importante grazie al solito calderone. Una piacevolezza all’interno della serie che non smetterà mai di stupire. Questa è forse la caratteristica che avrei voluto vedere in continua evoluzione. In ogni caso questa caratteristica è parecchio divertente e vi occuperà tanto del vostro tempo.