Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & the Envisioned Land – Recensione

Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & the Envisioned Land
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Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & the Envisioned Land si presenta come un crocevia evolutivo per la longeva saga di Gust, un nome che, pur non occupando sempre la prima linea nel panorama dei JRPG, vanta un’eredità ricca e variegata. Sulla scia dell’apprezzato arco narrativo di Atelier Ryza, questo nuovo capitolo intraprende un sentiero coraggioso, ridefinendo tanto la trama quanto le fondamenta ludiche della serie.

  • Create items interwoven with “mana”
  • SYNTHESIS: Manipulate the “mana” residing in materials to create new items based on recipes. The items you craft will ex…
  • A captivating variety of actions with “range” and “items”

Abbandonando in parte la spensieratezza che ha spesso caratterizzato i suoi predecessori, Atelier Yumia ci conduce in un universo narrativo più denso e malinconico, dove l’alchimia, tradizionalmente fulcro di progresso e armonia, è ora avvolta da un’aura di sospetto e proibizione. Il presunto ruolo di questa antica arte nella distruzione dell’Impero di Aladissian getta un’ombra lunga sul presente, rendendo la giovane alchimista Yumia Reisfelt un’emarginata all’interno della spedizione scientifica a cui si unisce. La sua missione non è solo quella di bonificare terre contaminate dal Mana, ma anche di svelare i segreti del suo passato familiare e la verità celata dietro la catastrofe imperiale.

Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & the Envisioned Land

La narrazione si dipana con un ritmo calibrato, alternando momenti di quotidianità e interazione tra i personaggi a sequenze più cariche di tensione e rivelazioni. I compagni di viaggio di Yumia, ognuno con il proprio bagaglio di esperienze e traumi, contribuiscono a un tessuto narrativo più maturo e sfaccettato. Sebbene non manchino sprazzi di leggerezza, il senso di ineluttabilità e la minaccia incombente conferiscono a questo capitolo una gravitas inedita per la serie.

La trasformazione più radicale si manifesta nel sistema di combattimento, che vira decisamente verso l’action RPG. Il controllo diretto dei personaggi in arene delimitate, l’alternanza tra attacchi a corto e lungo raggio, e l’introduzione di schivate con effetto bullet-time dinamizzano gli scontri. La possibilità di passare fluidamente tra i membri del party, ognuno dotato di abilità specifiche e un’intelligenza artificiale sorprendentemente efficace, aggiunge un elemento strategico interessante. Tuttavia, l’entusiasmo iniziale per questa nuova formula è parzialmente smorzato da una curva di difficoltà in modalità Normale fin troppo indulgente, che rischia di appiattire l’esperienza e rendere superflua la sperimentazione con l’equipaggiamento e l’alchimia. Le battaglie con i boss rappresentano un’eccezione, richiedendo un approccio più tattico e consapevole delle meccaniche di gioco.

Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & the Envisioned Land

Atelier Yumia abbraccia con decisione la filosofia dell’open world, invitando all’esplorazione libera di vaste regioni interconnesse. La raccolta di materiali, la scoperta di punti d’interesse, la risoluzione di enigmi ambientali e la possibilità di stabilire accampamenti personalizzabili arricchiscono l’esperienza di gioco. L’introduzione di abilità uniche per Yumia, come l’uso del bastone come una sorta di fucile per interagire con l’ambiente, e la gestione dell’energia Mana per accedere a zone contaminate e sfruttare abilità speciali, aggiungono un tocco distintivo al genere. Pur non reinventando la ruota dell’open world, Atelier Yumia offre un ambiente stimolante e ricco di segreti da svelare.

L’alchimia, pilastro concettuale e meccanico della serie, si evolve pur mantenendo la sua centralità. La sintesi di oggetti è resa più intuitiva grazie a nuove meccaniche come il sistema di Risonanza, che premia l’utilizzo di materiali con affinità specifiche per potenziare le creazioni. La possibilità di effettuare sintesi di base direttamente sul campo e di dedicarsi a creazioni più complesse nell’atelier offre una flessibilità apprezzabile. Sebbene la mole di informazioni possa inizialmente intimorire, la presenza di una funzione di sintesi automatica mitiga la curva di apprendimento.

Visivamente, Atelier Yumia rappresenta un indubbio passo avanti per la serie, con ambienti dettagliati e una palette cromatica vivace, pur non raggiungendo forse i vertici tecnici di produzioni più blasonate. Le prestazioni su PC si mantengono generalmente stabili, con qualche sporadico inconveniente legato ai caricamenti durante sessioni di gioco prolungate.

In conclusione, Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & the Envisioned Land si configura come un titolo ambizioso e coraggioso, pronto a conquistare nuovi giocatori grazie alla sua formula rinnovata e al suo open world accattivante. Pur presentando alcune incertezze sul fronte del bilanciamento della difficoltà e del sistema di combattimento, l’atmosfera più matura, la narrazione coinvolgente e la libertà di esplorazione lo rendono un’esperienza degna di attenzione, segnando un potenziale nuovo inizio per l’amata serie di Gust. Per i veterani, potrebbe rappresentare una piacevole deviazione dai canoni tradizionali, mentre per i neofiti si presenta come un’ottima porta d’accesso a un universo ricco di fascino e mistero.

Sull'autore

Ginevra De Majo

Appassionata di serie tv e film.