Baldur’s Gate Enhanced Edition, Planescape: Torment e Icewind Dale: Enhanced Edition – Recensione di un vecchio capolavoro tornato in vita

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Ogni genere videoludico ha dei prodotti rimarchevoli e talvolta leggendari, avvolti in un alone di misteriosa religiosità. Toccarli spesso equivale a darsi una zappa sui piedi ancora prima della pubblicazione, perché le aspettative dei fan si uniranno con i ricordi del passato e alla fine quasi sicuramente andranno in fumi. A volte invece questa decisione risulta essere giusta, vincente e permette di farci rigiocare qualcosa di vintage anche sulle nuove console o altri device. Prendiamo ad esempio la possibilità di giocare a dei capolavori come Baldur’s Gate, che è disponibile anche sui device mobile. Pubblicare i titoli del genere su console aveva quindi un senso, sopratutto visto il successo di Pillars of Eternity. Pensavo a lungo sul come scrivere questa recensione in quanto i giochi sono tanti, ma oltre alla trama, tutti presentano delle similitudini incredibili. Alla fine, quindi, la scelta è diventata quella di convogliare tutto in un’unica non recensione e parlarvi liberamente di quelli che sono i giochi che hanno segnato la storia; Baldur’s Gate Enhanced Edition, Planescape: Torment e Icewind Dale: Enhanced Edition.

Baldur's Gate

Baldur’s Gate Enhanced Edition

Correva il 1998 e il mondo ne aveva già visto di giochi di ruolo, ma qui c’era qualcosa di nuovo e diverso. Baldur’s Gate è andato a piazzarsi in una categoria già ben formata, ma alla quale mancava proprio un titolo del genere. Il secondo punto del successo è un’ottima immersione nel mondo di D&D grazie una narrazione ben congegnata che non lasciava niente al caso ed era uno dei punti forti del gioco (e del suo successore).

Come di consueto, si parte con la creazione del personaggio, che comprende ogni quel minimo particolare, caratteristico di D&D in forma cartacea e che personalmente ho sempre trovato una vera chicca per gli amanti del genere. Creato il personaggio, eccoci, immersi in un mondo fatto di magia oscura, di cavaliere e di orchi con tanto di combattimenti e lotte all’ultimo sangue. In Baldur’s Gate impareremo a gestire un team composto da individui di versi stazza e classe e a combattere in ogni condizione. L’avventura vi porterà via cosi tante ore da dimenticare ogni altro gioco, ma è solo inizio, visto che qui troverete anche il secondo capitolo e tutte le espansioni. Una vera propria manna dal cielo.

Planescape: Torment

Planescape: Torment

Quest’altro titolo ha una sua importanza mastodontica ed è ambientata proprio in Planescape (1994). La narrazione la fa da padrona, anche se con qualche mancanza linguistica e l’avventura si sposta sulla scoperta del proprio io. Interprete un personaggio che ha perduto la memoria e che dovrà a tutti i costi ritrovarla. Ovviamente non si tratta di un semplice personaggio, ma piuttosto di un vero e proprio eroe di grande potenza e di grande vigore.

Questa è l’avventura più narrativa e potente ed è adatta a chi ama le lunghe conversazioni, le passeggiate e la scoperta. Tutte quelle piccolezze che sul finire degli anni 90 riempivano i giochi di ruolo in modo continuativo, estensivo ed estenuante. Non nascondo d’aver perso anni fa a cercare in ogni angolo della mappa qualcosa di particolare e che ora questo si traduce in settimane di The Witcher 3 in cui vago solo per il gusto della scoperta.

Icewind Dale: Enhanced Edition

Icewind Dale: Enhanced Edition

Ed eccoci arrivati all’ultimo capitolo di questi brevi resoconti dei giochi, senza dirne troppo a dire il vero. Anche stavolta siamo davanti a un titolo simile ai precedenti e venduto insieme a Planescape: Torment. La narrazione forse stavolta non è davvero la parte migliore del gioco e chissà, forse non doveva esserlo nemmeno inizialmente. Ci troviamo nell’universo più famoso, quello di Forgotten Realms, che è stato usato e strausato (lo stesso di Baldur’s Gate), ma ci si focalizza comunque sui combattimenti e sulle meccaniche simili, ma leggermente più semplici degli altri capitoli.

Ci si rivede, amico

Dopo tantissimi anni, aspettarsi una rimasterizzazione era una follia, ma invece eccola, su console e le nostre tv da troppi pollici. Purtroppo questo è il vero punto debole dell’intera operazione. Ogni singolo poligono sembra artificioso e non si vive sicuramente quella magia di tanti anni fa, con i vecchi tubi catodici, ma sarei stato uno sciocco se avessi pensato di trovarmi a un Pillars al livello grafico. Lo schermo più piccolo garantirà comunque un mascheramento di ogni poligono e pixel, dandone un’aria vintage.

Il gameplay riprende ovviamente quello visto in Pillars in Eternity, che in fondo è il successore spirituale di Baldur’s e i giochi simili. Il pad è sicuramente ottimo per giocarci e la comodità c’è tutta sia nel muovere i giocatori, che nel destreggiarsi all’interno dei menu e le formazioni del team. Le azioni durante i combattimento possono avere dei valori più alti se ragionate sul da farsi, senza buttarvi a capofitto in una lotta impari.

La grave critica, ancora una volta devo farla all’assurda scelta di non permettere un collegamento del mouse e della tastiera. Non è solo assurda la scelta, ma anche incomprensibile. Il titolo inizialmente era sviluppato su pc e fare una conversione non è una cosa estremamente difficile. Come detto durante la recensione di Frostpunk, a inserire questa possibilità sono i giochi TPS e talvolta FPS, ma non quelli che ne beneficerebbero davvero.

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un non troppo giovane appassionato di tutto quel che ruota attorno alla cultura POP. Vivo con la passione nel sangue e come direbbe Hideo Kojima "Il 70% del mio corpo è fatto di film".