Ballata per Sophie – Recensione

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La musica è un’arte che accomuna le persone di ogni nazione, di ogni lingua, religione e ceto sociale. La musica in verità è una delle fondamenta dell’animo umano e le emozioni che si provano durante l’ascolto di un determinato brano sono veramente senza pari. Possiamo non capire il significato del testo, eppure proveremo ugualmente delle forti emozioni. La musica è però molto più di questo. La musica crea dei legami, ne recide altri e crea dei mostri. La storia di Ballata per Sophie di Filipe Melo e Juan Cavia racconta di tutto questo, ma non solo. Si tratta di una storia che parla d’amore, di famiglia e di guerra, di delusione e di felicità. Eppure allo stesso tempo è molto di più.

Quest’opera, edita dalla casa editrice Tunuè, è un emozionante storia di vita che va oltre i singoli generi. Personalmente ho apprezzato ogni pagina, ogni vignetta e ogni frase contenuta al suo interno. 

Ballata per Sophie

La storia ruota attorno alla giovane Sophie, che un giorno bussa alla porta dell’ex pianista Julien Dubois. Come stagista giornalista il suo compito è quello di condurre una lunga intervista al vecchio pianista e dopo le prime titubanze i due iniziano una lunga conversazione. Un viaggio attraverso il passato di Julien, sua madre e le problematiche giovanili. La costante necessità di diventare migliori, di andare oltre le proprie capacità per compiacere sua madre lo portano a fare delle scelte discutibili. Lo portano a vagabondare solo per trovare degli amici insospettabili e alla fine tradire la loro fiducia.

Questa storia non racconta la vita di un uomo altruista, ma nemmeno di un uomo cattivo. Parla di un uomo. Con tutti i suoi difetti, ben lontano dall’essere un vero e proprio modello spirituale. Lontano dall’avere raggiunto la sua pace interiore, ma è proprio questo a rendere la vicenda umana, matura e piena di grande interesse.

Filipe Melo con la sua sceneggiatura viaggia tra il presente e il passato con grandissima disinvoltura, regalandoci dei momenti di tensione, di gioia e di rabbia. Un ottimo modo per raccontare una vicenda complicata. I personaggi dopo poche pagine appaiono vivi e capaci di emozionarci e insegnarci qualcosa di importante. Si tratta di una scrittura in cui non ci sono momenti vuoti e si vive con un costante senso di aspettativa dall’inizio alla fine. Un vero e proprio viaggio attraverso la guerra, la ricchezza e la povertà, attraverso l’amore e l’odio.

Lo stile di Juan Cavia è ben descrittivo, con una quantità di dettagli enorme e perfetta per chi vuole vivere un’avventura fuori dal comune. Il tratto sottile, talvolta aggressivo rende le immagini uniche nel suo genere. I volti hanno la giusta capacità di infonderci la simpatia, l’antipatia e tutte le altre emozioni che siamo capaci di provare. Sophie alla fine della lettura rimarrà nella nostra mente come una bellezza straordinaria e così anche il vecchio pianista.

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un non troppo giovane appassionato di tutto quel che ruota attorno alla cultura POP. Vivo con la passione nel sangue e come direbbe Hideo Kojima "Il 70% del mio corpo è fatto di film".