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Da un po’ di tempo ho preso la decisione di seguire in primis le pubblicazioni statunitensi, oltre che quelle italiane ovviamente. Spesso poi le recensioni delle pubblicazioni statunitensi in lingua originali non verranno riprodotte, ma altre volte, chissà. Intanto partiamo con un numero di Batman uscito un po’ di tempo fa e che letteralmente mette sotto luce un nuovo Bruce. Batman #56 è in fondo ciò che non ci aspetteremo mai di vedere, la conseguenza di qualcosa di terribile, lo sparo a Nightwing da parte di Anatoli Knyazev (KGBeast) ha scosso tutti ed ecco cosa arriva con la ricerca del killer.
Nessuna pietà
Dopo lo sparo a Nightwing Batman è cambiato e in fondo come possiamo biasimarlo. Si tratta del suo primo pupillo ed è anche il figlio adottivo. Nonostante i vari problemi intercorsi negli anni, i due hanno continuato a rispettarsi e a volersi bene. Ora però Bruce è non è arrabbiato come durante la ricerca dello Psicopirata, ma è un cacciatore silenzioso, che senza alcuna pietà estorce le informazioni. Dall’altra parte invece abbiamo proprio Anatoli Knyazev che visita suo padre in un luogo sperduto. Un padre violento e senza scrupoli e fino a un certo punto la conversazione tra i due prosegue a gonfie vele, o quasi. Si tratta di un buon modo per scoprire un po’ del passato del villain e della sua innata crudeltà verso il mondo e gli esseri umani.
La Bestia – 666
Tom King è ormai associato a tutti gli effetti a Batman, nonostante anche altri suoi lavori e un motivo di tutto ciò c’è ovviamente. Si tratta di uno scrittore possente che proviene direttamente dalla CIA e che nei suoi fumetti mette alcuni interessanti argomenti, ma non solo. Spesso la sua abilità è quella di far parlare l’uomo che si trova dietro la maschera da eroe, di far agire il sentimento a fronte della logica. Ed è un po’ cosi anche in questo caso. Bisogna in primis dire che anche il villain è descritto in un certo modo cinematografico fin dal numero 55. La costruzione dell’omicidio sembra essere uscita da un film con due narrazioni, che proseguono anche qui. Ed è questo quello che dovrebbe continuare a fare: mettere in risalto l’uomo e dargli un motivo per esistere. La narrazione anche in questo caso è veloce e frammentata tra Beast (visto che ormai ha praticamente perso i contatti con il KGB) e Batman e alla fine si rimane con la voglia di leggere subito il prossimo numero.
Tony S. Daniel invece si occupa delle matite e quindi della costruzione visiva della storia. A tratti sembra di vedere la medesima costruzione delle vignette che siamo abituati a vedere con Mitch Gerards (che spesso collabora con Tom), ma ovviamente lo stile è totalmente differente. Tony ha uno stile pulito e sottile fatto di precisione e di scene d’azione parecchio interessanti. Risultano poi molto piacevoli le inquadrature, che permettono di vedere al meglio tutta la vicenda.
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