Batman #60 – Recensione

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Quest’anno Batman non ha passato un bel periodo. Nel numero 50 il suo matrimonio con Catwoman è andato allo sfascio con molto fragore e ovviamente Bruce non è uscito completamente illeso. Si tratta di un uomo in piena caduta e per di più il suo figlio adottivo è stato completamente distrutto da KGBeast. La sua caduta lo ha portato a indagare sull’Arkham Asylum e ora, con il numero 60, siamo arrivati alla fine dell’arco narrativo Cold Days. Tutti siamo prontissimi per di tuffarci nell’arco Knightmares, dove finalmente scopriremo alcune cose parecchio interessanti.

Verso l’abisso

Questo è un numero conclusivo di un arco, ma ovviamente la storia non finisce. Tutt’altro invece. Questa storia apre tre diversi bivi che avranno delle ripercussioni future. Da una parte abbiamo Gordon, che dopo essere stato colpito da Batman e infranto diverse leggi ha deciso di rompere ogni patto con il vigilante. Dall’altra invece abbiamo Batman che per torchiare i criminali usa alcuni metodi degni della serie The Shield e dei suoi poliziotti corrotti, ma non del più grande detective del mondo. Dall’ultima parte invece abbiamo il Pinguino rinchiuso in una cella per la sua stessa sicurezza e intrattenuto da Alfred.

Queste tre storie andranno formarsi per diventare due, ma ciò che risulta essere interessante è la rottura. Questa è infatti la parola chiave dell’albo. La rottura tra Batman e James è ormai lapalissiana e sarà cosi anche per quanto riguarda i metodi del Cavaliere. Tempo fa il team si era diviso dopo l’evento con un loro membro e sembra che la rottura continui a imperversare come una tempesta in casa Wayne. L’unica parte che sembra non avere nessun rancore è Alferd con Oswald, che al contrario, riescono a trovare un dialogo in comune.

La rottura e il ritorno

Con questo numero Tom King ha voluto scendere ulteriormente negli abissi di un personaggio già parecchio contornato dall’oscurità. Non si tratta di una discesa lenta e pacata, ma piuttosto è come una caduta che Tom racconta dal punto di vista psicologico. Quel lato poi muove anche il suo fisico, che se ne sbatte delle regole e dell’etica. Non gli importa più nemmeno del suo ex amico. Batman sta dimostrando un totale disinteresse verso tutti coloro che non hanno niente a che fare con la sua famiglia e lo sta dimostrando forse nel modo peggiore. I dialoghi brevi, taglienti e spesso inconcludenti lo dimostrano in ogni vignetta e la curiosità di dove ci porterà tutto ciò diventa sempre più grande.

Dietro alle matite dell’albo troviamo Mikel Janin, che cerca di dipingere la storia sotto tre punti di vista costruttivi. Le griglie a 9 sono dedicate al Cavaliere e alla sua caccia del nemico. Non sono sempre 9 però e talvolta capita di vedere anche altre costruzioni. Dalle altri parti abbiamo invece le splash page e le costruzioni più classiche. Da questo lato bisogna dire che proprio le splash page non danno la giusta prospettiva e potevano essere evitate a fronte di qualcosa di più interessante. Lo stile comunque differenzia i vari momenti grazie al tratto, colori e la grandezza del pennello.

Batman 60

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un non troppo giovane appassionato di tutto quel che ruota attorno alla cultura POP. Vivo con la passione nel sangue e come direbbe Hideo Kojima "Il 70% del mio corpo è fatto di film".