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Quando vidi per la prima volta l’annuncio di Berserker Unbound, rimasi un po’ stranito. Sembrava davvero un Conan, ma senza il suo nome e il suo marchio, ma c’era qualcosa che attirò la mia attenzione. La sceneggiatura era firmata da Jeff Lemire e da fan dell’autore canadese mi sono lasciato prendere da un lieve entusiasmo, anche perché alla fine dei conti, le matite di Mike Deodato Jr. le ho apprezzate quasi sempre. Inizialmente infatti la serie era partita proprio come un Conan il Barbaro: un mondo oscuro (tendente al Dark Fantasy), pieno di pericoli e omicidi, un uomo sconfitto e un viaggio. Poi qualcosa è cambiato.
La storia come ho detto parla proprio di un uomo conosciuto da molti come Berserker, che si ritrova con tutta la famiglia annientata dai propri nemici. Una fitta di rabbia e dolore inizia a pervadere il suo corpo alla vista dei suoi cari morti, ma i nemici sono tanti e dopo uno scontro molto pesante l’uomo si ritrova in una caverna, dalla quale si teletrasporta nel nostro mondo. Sconvolto dal luogo e dal viaggio, il Berserker si dirige verso un centro abitato, ma dopo un po’ incontra un vagabondo. I due non si capiscono, non sono simili, ma qualcosa li mantiene insieme. I due uomini soffrono entrambi e quel legame finisce per unirli, in dei discorsi senza senso, ma comprensibili grazie a qualcosa di più profondo del semplice linguaggio. Ovviamente il momento di pace finisce presto.
Jeff Lemire ha preso un classico personaggio fantasy e lo ha inserito in un contesto particolare, quello moderno. Certo, ci hanno provato in tanti, ma in pochi ci sono riusciti. Lemire dal canto suo ha giocato molto sulla questione linguistica. Nessuno dei due capisce l’altro, ma sembra che in fondo, i due riescono a comprendersi e a sostenersi. Berserker è un uomo orgoglioso e spaventoso per i suoi nemici, ma è anche un ottimo amico e risponde sempre a modo suo a ogni avvenimento. Lemire cerca di scavare all’interno dei due uomini, dividerli e unirli in modo da mostrarci le debolezze e i punti di forza di quelli che potrebbero essere gli invisibili. Se inizialmente l’opera ricordava Conan, subito dopo ha preso una vena molto più matura e a tratti piacevole, ma senza abbandonare del tutto il suo lato action.
Mike Deodato Jr. è un artista a tutto tondo che non ha bisogno di grande presentazioni. Il suo tratto vanta una grande precisione e delle figure con una struttura fisica realistica e decisa. In particolare possiamo notare una grande cura per i piccoli particolari ed è chiaro che in un certo senso Deodato ha cercato il realismo in Berserker Unbound, ma senza lasciarsi andare verso l’iper realismo, che spesso e volentieri da più fastidio che altro. Le scene d’azione possiedono le giuste caratteristiche per piacere praticamente a ogni tipo di pubblico ed è chiaro che la libertà ai due autori è stata concessa quasi in toto. Quindi posso dire che nonostante tutto la miniserie ha vinto sulle prime indecisioni e andrebbe letta dagli amanti del fantasy e di uno dei due autori, ma anche a chi vuole solo leggere un buon fumetto senza impegnarsi troppo.