Beyond Galaxyland – Recensione

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Di titoli indipendenti ne abbiamo visti e ne vedremmo in futuro, in quanto in questi ultimi anni il mercato indie risulta essere uno dei più floridi in circolazione, se non unico in questa generazione a garantire un flusso costante di qualità e di novità. Beyond Galaxyland prende spunto dalle trame fantascientifiche, oltre allo stile grafico in 2D pixel, degli anni 90 garantendo degli aspetti decisamente interessanti dal punto di vista del gameplay.

Non è un prodotto di quale elevatura tecnica e narrativa, ma aiuta i giocatori di conoscere un progetto che sicuramente ha bisogno di essere nominato, in quanto è divertente e intrigante sotto molti punti d’interesse. Probabilmente l’unica pecca del gioco non è tanto la lingua italiana che mi sentite nominare spesso, che tra l’altro è presente nel gioco, ma piuttosto di non essere stato pubblicizzato abbastanza nel corso del tempo.

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Una galassia unita di civiltà

A primo impatto il gioco ci introduce in una realtà che ricorda, almeno nella concezione dell’opera, alla tipologia di fumetti e libri di Valerian che poi ha dato vita nel 2017 al film “Valerian e la città dei mille pianeti“. Ossia una realtà nella quale molti mondi alieni, con le relative civiltà e razze extraterrestri, si uniscono in una comunità galattica che possa giovare chiunque a patto di aver raggiunto un livello tecnologico, che al momento gli umani non hanno ancora raggiunto.

Infatti un agente di questa Galaxyland, ossia l’area della comunità galattica, è arrivato in un porto secondario per fermare – a detta sua – un movimento che avrebbe portato alla morte di miliardi di individui in tutta la galassia. Così facendo alcune collaboratori di questo agente alieno sotto copertura, fanno si che debbano trovare la persona adatta per salvare la Galassia ancora una volta.

Infatti l’astronave aliena arriverà sulla Terra, non ci avrei neanche giocato un euro per un inserimento narrativo vecchio come il mondo, in cerca di un ragazzo che ha fatto tardi a casa dalla cena della squadra con la quale ha vinto un importante partita. Infatti verrà prelevato insieme al suo fidato criceto, per arrivare su Galaxyland che la vita non è limitata solamente dalla ragazza dalla porta accanto, ma da miliardi di altre situazioni in giro per la galassia.

Un mondo di gioco appassionante

Ce da dire che nel mondo dei giochi in 2D ce una variante, ossia il 2.5D definito anche il “Falso 3D” dove si può anche passare da una zona all’altra sullo stesso piano, per esperienza questo escamotage permette di creare mondi abbastanza grandi, senza però facendo pesare troppo sulla grafica. Oltre a questo permette di vedere da altre angolazioni le varie città, nazioni e perché no anche mondi che compongono il Galaxyland.

In questo scenario sarà possibile visitare diversi luoghi, da aree portuali per conversare con alcuni scaricatori portuali oppure magazzinieri per capire la qualità della vita della zona, fino al raggiungimento di diverse attività che fungeranno da locali per riempire le nostre tasche. I negozi hanno due funzionalità la prima è quella di vendere le cose di valore che troviamo durante il viaggio, in quanto durante i combattimenti riceveremmo degli oggetti che possono aiutarci fra cui oggetti preziosi.

La seconda è quella dedicata al recupero di oggetti consumabili, utili durante i combattimenti come pozioni curative, oggetti per la cura di alterazioni come congelamento, sonnolenza e mille altre ragioni oltre al miglioramento del nostro equipaggiamento. Insomma hanno una miriade di funzionalità, oltre al fatto che ci ritroveremmo spesso e volentieri in negozi di questo tipo ma che, a mia grande sopresa, dovremmo cercarli e conoscere le zone d’appartenenza però ce da affermare che è un esperienza di gioco che, troviamo in mille altre opere ma che funziona perfettamente senza troppi problemi.

Non dare nulla per scontato

Un aspetto che ho adorato nel titolo, e che mi ha fatto venire voglia di ritornare a giocare a quel capolavoro – e sconosciuto ai più- chiamato Final Fantasy IX per la prima Playstation, in qualità di giocare a turni contro anche più di un nemico. Nel titolo è presente una funzionalità moderna ossia la scelta se ingaggiare un nemico, scegliendo se evitare uno scontro per riposare le energie e la stamina ( chiamata PA che sta per “Punti Abilità” all’interno del titolo) per un futuro scontro in modo tale, da evitare di stancare troppo le energie mentali e decidere come pianificare l’esperienza.

Una caratteristica che ho trovato estremamente interessante, e unica al momento perché non ne ho viste in altri progetti, è la condivisione dei punti delle tecniche speciali. La funzione della condivisione dei punti è semplice in quanto più attacchi normali eseguiremo, che sono diversi da un membro all’altro del roaster in modo da creare squadre diverse e ben assortite, maggiori saranno i punti da spendere per le abilità speciali.

Ce da dire che funziona molto bene così come lo troviamo, ce anche da dire che se si combinano diversi attributi in una giusta sequenza, la barra delle abilità speciali passa tranquillamente da un punto minimo fino al massimo di 10 in poche mosse e continueremmo ad attaccare con abilità speciali tranquillamente. Insomma il team di sviluppo Sam Enright ha avuto delle buone idee, che neppure in Scarlett Nexus un titolo JRPG che ho adorato in questi ultimi anni, ha saputo inserire una caratteristica così intrigante.

La creatività alla base di tutto

Di base l’esperienza è appagante e rilassante allo stesso tempo, dandomi l’impressione che alla fine dei conti l’esperienza di gioco è quella che cercavo, una storia in singolo giocatore semplice ma al tempo stesso con una profondità narrativa, ed emotiva, che garantisce un mondo di gioco da conoscere in molti modi. Un esempio è la realtà di Arcadia ossia uno dei tanti mondi che popolano il regno di Galaxyland, la quale è una città viva con persone che conducono le proprie vite con pregi e difetti, con problemi da risolvere e lavorare per portare a casa i soldi che ne necessitano.

Eppure ce una caratteristica che avrebbe giovato al titolo, ma che non è stata inserita forse per andare incontro ad una concezione che non esisteva negli anni 90, se non in qualche caso specifico ossia le abilità da sbloccare. Siamo abituati a pensare al giorno d’oggi di dover avanzare di livello non solo per le statistiche, che migliorano avvanzando da un numero inferiore a quello superiore, ma anche ottenendo punti per sbloccare determinate azioni nel gioco per il protagonista e alleati.

In Galaxyland invece è presente solamente la funzione del miglioramento delle statistiche, facendo si che la squadra migliori anche se non ha combattuto, e semplificando la modalità storia del gioco. Eppure non ho trovato difetti di qualche tipo, se non la mancanza della funzione citata precedentemente, e la presenza della traduzione in italiano nei testi, in quanto il doppiaggio è completamente assente se non in qualche verso dei personaggi, che ci garantiranno oltre a missioni secondarie una maggiore immersione nel mondo di gioco. Oltre a questo l’esperienza l’ho trovata diverten e simpatica, riuscendo a strappare non pochi sorrisi nelle tante ore da gioco che possono stappare ai giocatori.

Sull'autore

Giacomo Lambertini

Cresciuto con pane, videogiochi e fumetti cresce con una voglia smisurata di raccontare ciò che più gli appassiona a chiunque.