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Quest’estate sta portando con se tantissimo caldo torrido e soffocante, ma anche parecchi fumetti di prim’ordine. Abbiamo visto la fine di War of the Realms, abbiamo assistito all’uscita del nuovo Texone e cosi via. Le novità portate dal San Diego Comic-Con hanno creato tanto hype da farci sognare come se avessimo ancora 10 anni. Insomma, le novità sono tanti, ma non dobbiamo dimenticarci di Black Hammer/Justice League, che rimette il buon Lemire al timone di un’opera che unisce il suo universo con quello classico DC. Personalmente ho atteso il primo numero dal suo annuncio e nel bene o nel male le aspettative sono state rispettate ed esaudite.
Per capire la storia non serve molto, ma bisogna conoscere entrambi i mondi, ovviamente. A unire i due universi è una misteriosa figura che con un sorriso scambia i personaggi più importanti da un universo all’altro. Questo è ciò che accade in breve, ma ovviamente le pagine permettono una breve conoscenza con il signore e anche con alcuni dei personaggi. Niente che vi faccia urlare di gioia in quanto per conoscerli basta leggere le rispettive serie. Si tratta in definitiva di un modo per piantare il seme di una pianta che crescere nei prossimi numeri e maturerà verso la fine.
Lo stile narrativo dello scrittore canadese mi colpisce sempre in un modo o in un altro. La sua semplicità di raccontare dei fatti difficili è incredibilmente fluida. Lemire descrive, racconta, narra, e fa parlare i personaggi e nel mentre appassiona. Certo, in questo particolare frangente l’interesse era tanto, ma il problema è la grandezza del volume. L’inizio risulta essere piuttosto condensato in poche pagine, ma era palese che sarebbe stato cosi. Alle matite Michael Walsh esegue il suo lavoro senza alcuna esitazione grazie al tratto peculiare La freschezza di alcune tavole è una manna in quest’estate, ma a sorprendere è la pulizia del tratto. Walsh possiede infatti un tratto preciso, sottile e parecchio espressivo. A tratti sembra quasi di vedere uno stile proveniente direttamente dal passato, ma che sofferma nel presente.