Configurazione Tundra – Recensione

Configurazione Tundra
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Leggere un romanzo a volte è come spiare la vita di una persona dalla fessura di una porta socchiusa. Riusciamo a cogliere ogni parte dell’animo dei personaggi e talvolta a odiarli o ad amarli alla follia. Con Configurazione Tundra mi hanno attraversato parecchie emozioni contrastanti, ma empatizzare con i personaggi è stato difficile e forse non ci sono riuscito per niente. Questo non toglie che nella sua particolare struttura, il libro di Elena Giorgiana Mirabelli risulta essere un piacevole viaggio in un appartamento di una città molto particolare. Grazie a Tunué ho potuto leggerlo tutto e scoprirne i punti forti e quelli deboli. Sono qui ovviamente per dirvi la mia senza peli sulla lingua.

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La narrazione del libro segue un filo preciso, quello della scoperta. Nei panni di Diana, ci troveremo a spiare alcuni spezzoni di vita di Lea, la figlia di Marta Fiani. Diana prende il possesso di un appartamento non suo, ma nel quale ora è la padrona e inizia la sua esplorazione che la porterà a un primo piccolo indizio del passato della vecchia inquilina, Lea per l’appunto. Il primo indizio porta alla scoperta di un vero e proprio tesoro fatto di fotografie, lettere e pensieri. Parole che descrivono in un certo modo le giornate, le persone, il sesso e il rapporto umano. Proprio quel rapporto umano sembra essere messo in evidente tragedia dall’autrice. Marta Fiani ha cercato di creare una città-bioma perfetta, ma la buona idea ha alla fine portato a ben altro. Qualcuno, per caso, ricorda ancora Rapture (Bioshock)? Ecco, il paragone potrebbe essere azzeccato.

Elena ha un modo particolarmente asciutto di descrivere quel che dovremmo vedere davanti ai nostri occhi. Un modo schematico e forse asettico che porta in certi punti a distogliere lo sguardo dalle pagine, prendere una boccata d’aria e riflettere sulla propria vita. Ho apprezzato i termini piuttosto crudi e non edulcorati di dire, che rendono le lettere molto più dirette, vere e mature. Allo stesso tempo, però, alcune delle lettere risultano essere artificiose per la composizione letteraria. Si tratta di un romanzo esordiente piuttosto curioso e coraggioso in quanto il genere a cui appartiene è circoscritto a un gruppo di lettori piuttosto ristretto.

In linea di massima, la Configurazione Tundra è un romanzo che si fa leggere in modo continuo. La narrazione ha dei suoi punti più deboli, ma nel complesso è ottima. I personaggi alla fine potranno non piacerci molto magari, ma sono vivi e la vita di Lea è possibile percepirla, tastarla. In alcuni punti soltanto è possibile vedere il suo viso e capirne il carattere. Insomma, il libro ha alcuni difetti, ma è da leggere sopratutto se amate il genere distopico.

Configurazione Tundra

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un non troppo giovane appassionato di tutto quel che ruota attorno alla cultura POP. Vivo con la passione nel sangue e come direbbe Hideo Kojima "Il 70% del mio corpo è fatto di film".