Conviene acquistare un gioco al Day One?

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Day One. Una parola abbastanza in voga per noi giocatori, che rileva una tendenza del voler ottenere qualcosa il giorno della sua uscita. L’impulso che denota la volontà spasmodica di acquistare un prodotto al lancio è forte e molto sentito, almeno per una consistente fetta di utenza, il che potrebbe configurarsi come un mero gesto di irresponsabilità. Beh, forse. Dietro a tutto questo c’è però un’emozione innocente, un sentimento quasi universale che alberga in ciascuno di noi e un indecifrabile hype verso un prodotto in seguito a cui si realizzano aspettative irreali, spesso condannanti a un’eventuale delusione circa il risultato delle stesse, arrivando poi a bastonare un titolo in base a quello si pensava dovesse realmente essere. Certo, anche l’hype ha sue connotazioni positive: se dosato bene, difatti, produce effetti vantaggiosi sia per il fruitore che per l’industria in generale. Non trovate?

Ma avere un gioco al Day-One conviene davvero? Insomma, prima di addentrarci meglio nella domanda, vorrei prima informarvi che sebbene il reparto dei Triple A stia seguendo da tempo il modello dei “giochi come servizio”, il quale sta rimpiazzando le vecchie abitudini in termini strettamente videoludici grazie alla crescente importanza del mercato digitale, c’è a prescindere una folta legione di appassionati che si dimostra riluttante ad aspettare di comprare un gioco dopo il suo lancio. Questa volontà potrebbe essere dettata dal senso dell’urgenza e dall’avere con clamore travolgente quel prodotto atteso da tempo. Una condotta del genere, però, non solo ha influenzato la strategia commerciale delle aziende, ma sta sradicando completamente il loro modus operandi. Se c’è qualcosa che rasenta la pazzia, nell’ambito del panorama delle console, sono le cifre illogiche con le quali vengono fissati i prezzi dei giochi. Ovviamente, c’è un rovescio della medaglia – in questo senso, positivo – legato al mercato della rivendita, che è insomma vantaggioso a colui che potrebbe racimolare qualche soldo dando via l’usato, soprattutto in tempi minacciosi come quelli odierni che si verificano nella sfera economica.

L’idea non è errata, seppur maledettamente discutibile. Potrei annoiarvi con degli esempi, ma resta il fatto che comprare un titolo al lancio rimane un affare pressoché ingenuo – dipende, ovviamente. Chiarendo questa affermazione, è giusto dirvi che un tale approccio permette alle società di investire più nelle campagne pubblicitarie che nell’assicurare la qualità dei progetti. C’è sempre una motivazione che difende la convinzione secondo cui comprando un gioco in occasione dell’uscita si vada a sostenere l’enorme lavoro dei publisher. Oltretutto, quest’ultimi fanno più affidamento ai numeri delle prevendite e alle classifiche di vendita delle prime settimane per determinare il successo di un gioco, più che al resto. Sapete il perché di questo rovente affanno, al di là di quanto si possa immaginare? Ecco, il problema sta nella tremenda ed inevitabile svalutazione dei giochi, dopo qualche settimana dal loro rilascio; che, a conti fatti, inducono le big a destinare più soldi in pubblicità. Ed è proprio così che aumenta il peso dell’industria dei giorni nostri, tra il flusso incessante di aggiornamenti risolutivi e contenuti aggiuntivi, a cui le grandi aziende sono sottoposte per fronte a certe esigenze. Questa però non è una buona scusa – anzi: oseremmo dire “regola” – per far sì che escano sul mercato giochi incompleti o scarsamente rifiniti, seppur sia ampiamente comprensibile la mole di difficoltà che costringono gli sviluppatori ad agire con i giusti compromessi.

Con questo, non vi sto invitando a smettere di comprare i giochi al Day One, ma farlo in maniera ponderata, ad un giusto prezzo. Certo, questa idea non farebbe piacere agli sviluppatori, ma potrebbe migliorare la loro visione. Nonostante però questo sia un problema più intricato e ostico di quanto sembri, la comunicazione è spesso uno strumento fondamentale con il quale è possibile risolvere o arginare una situazione come questa. Forse è questo il motivo per cui CD Projekt RED conserva una grande reputazione di tutto rispetto. E non solo quando si parla di qualità.

Sull'autore

Luigi Fulchini

Studente e uno dei fondatori di HavocPoint.it. Scrive di videogiochi.