Deadpool: Il Buono, il Brutto e il Cattivo – Recensione

Deadpool: Il Buono, il Brutto e il CattivoDeadpool: Il Buono, il Brutto e il Cattivo
Questo sito contiene diversi annunci Amazon. A ogni vostro acquisto riceviamo una piccola commissione.

Alcuni supereroi agiscono in modo metodico, pensando alla mossa successiva da fare. Altri invece si gettano tra i proiettili e l’azione senza pensarci due volte. Deadpool ovviamente fa parte della seconda categoria. Un mercenario fin troppo chiacchierone che nel corso della sua storia editoriale ha fatto appassionare più di un lettore. Ovviamente il suo boom è avvenuto con l’uscita del primo film e nonostante tutto, egli continua a essere popolare. In fondo è comprensibile. Wade è un personaggio incredibilmente simpatico, abbastanza fuori di testa e con un passato doloroso. Grazie a Panini Comics e alla sua linea Must Have possiamo scoprire un nuovo capitolo nella vita di questo cazzutissimo personaggio. Si tratta di Deadpool: Il Buono, il Brutto e il Cattivo.

[amazon box=”8828718412/” /]

La storia di questo albo si divide in due racconti distinti e separati, ma legati comunque dallo stesso filo conduttore. Nel primo racconto vediamo Deadpool che inizia a Luke Cage e a Iron Fist si cimenta in una lotta impari contro l’Uomo Bianco. Un nemico piuttosto patetico, ma che serve giustamente per accendere i riflettori verso la storia successiva, dedicata ad Arma X.

La seconda storia ha infatti a che vedere con il passato di Deadpool, ma anche con quello di Wolverine. Un crudele destino fatto di esperimenti e menzogne, che alla fine ha portato alla creazione di due armi umane davvero sorprendenti.

Deadpool si rende conto di essere pedinato e sa bene chi è a seguirlo. Sa anche che gli serve un aiuto, ma purtroppo né Cap né Wolverine sembrano interessati ad aiutarli. Il tutto ovviamente fino al rapimento dei tre eroi.

Inutile girarci intorno, questo Must Have è assolutamente da leggere. Se conoscere Deadpool in modo poco approfondito, potrebbe aiutarvi ad avere un’idea molto più ampia di questo personaggio e nel caso contrario, potreste conoscere qualche nuova sfumatura del suo carattere. Wade ha dalla sua stavolta un bagaglio non indifferente di emozioni e di pensieri. Ovviamente è sempre presente quella sua vena comica, che in fin dei conti adoriamo tutti quanti. Si parte proprio in modo del tutto comico, come se fosse una semplice commedia con una battuta ogni tre vignette. Eppure… continua così per tutta la durata del volume, ovviamente. Tra queste battute e l’azione sfavillante, si nasconde però l’immensa tristezza che in realtà avvolge il protagonista.

Gerry Duggan e Brian Posehn sanno come scrivere le storie e con Deadpool: Il Buono, il Brutto e il Cattivo hanno alzato un invisibile asticella, donando a tutti noi qualcosa di parecchio emozionante. La narrazione del tutto verticale non lascia alcun spazio per respirare. Niente respiri profondi per il lettore, ma solo quelli veloci e violenti, a ritmo dei proiettili che sparati dalle pistole si dirigono verso i nemici. I personaggi in loro massima forma parlano, si esprimono e dimostrano di essere comunque umani, nonostante tutto.

Scott Koblish e Declan Shalvey hanno un proprio particolare stile. A tratti sembra delicato e preciso come un brano del Cool Jazz, mentre in altri è graffiante e tozzo, come un brano dei Maneskin. In tutti i casi comunque, si nota la passione, che esplode in ogni vignetta, regalandoci dei momenti parecchio piacevoli. Le scene d’azione ovviamente sono veloci, violente e senza alcuna regola. Leggendo questo volume si ha la sensazione di vedere qualcosa che va oltre i classicismi del Marvel, ma questo è ovvio con un personaggio come Deadpool.

Il volume Deadpool: Il Buono, il Brutto e il Cattivo è perfetto per tutti, ma soprattutto a chi vuole avvicinarsi al mondo Marvel per la prima volta.

Deadpool: Il Buono, il Brutto e il Cattivo cover fumetto recensione havocpoint

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un non troppo giovane appassionato di tutto quel che ruota attorno alla cultura POP. Vivo con la passione nel sangue e come direbbe Hideo Kojima "Il 70% del mio corpo è fatto di film".