Detective Comics #1000 – Recensione

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E quindi eccoci qui. Siamo arrivati a questo momento dopo 80 anni e siamo qui per viverlo. Batman è finalmente arrivato al suo millesimo numero e dopo quegli anni, non è assolutamente poco. Certo, la frequenza di alcune pubblicazioni di Superman hanno permesso ad Action Comics di raggiungere il millesimo numero nel 2018, ma eccolo, il secondo festeggiato è arrivato al suo traguardo e in casa DC i big hanno deciso di festeggiarlo nel medesimo modo di Sup. Un volume di novanta e passa pagine scandito da delle ministorie scritte e disegnate dai big del fumetto. Persone che hanno in un certo senso contribuito alla sua maturazione e quelli attuali che lo stanno portando verso nuovi orizzonti. Non mancano anche i nuovi arrivati in questo Detective Comics #1000 però.

Ho ragionato molto a lungo sul come strutturare la recensione. Ho pensato inizialmente di parlare in modo esaustivo di ogni storia, ma non sarebbe una cosa fattibile. La recensione diventerebbe lunga e noiosa. Le storie sono molto brevi e parlarne in modo profondo ne distruggerebbe la struttura e anche la sorpresa dettata dalla scoperta. Quindi vi consiglio di prendere l’albo e di leggerlo, mentre qui scoprite a grandi linee l’accaduto e il mio giudizio al riguardo.

Si parte subito in quinta con una storia scritta da Snyder Capullo e disegnata da Capullo. Batman è un investigatore e qui si tratta del suo caso più lungo. La scrittura parecchio interessante ed equilibrata non trova un degno finale però, storcendo più di un naso, ne sono certo. Capullo dal canto suo usa lo stile al quale siamo tutti abituati e riesce a dare una giusta prospettiva a Batman.

La storia seguente si basa completamente sulla tragedia di Bruce, quella che lo ha cambiato per sempre insomma. Ai testi troviamo un ottimo (parecchio) Kevin Smith, che da la giusta profondità all’animo di Bruce e ai suoi sentimenti. Purtroppo il tutto viene appiattito dal lavoro di Jim Lee e Scott Williams. Non capisco ancora cosa ha portato Lee a quello stile, ma forse è meglio cosi.

Successivamente abbiamo Paul Dini e Peter Nguyen che raccontano la storia di Knude Body, uno scagnozzo che è meglio non avare tra le proprie fila. Meglio non averlo in nessun caso. Entrambi gli artisti lavoro all’unisono per una costruzione leggera e colorata in cui la tristezza non assale.

Da questo momento si parte verso il cosiddetto “The Batman’s Design” firmato da Warren Ellis e Becky Cloonan. Ellis scrive una storia divertente per l’azione e per l’indole di Batman, ma è sopratutto funzionale. Ci viene mostrato un Batman piuttosto altruista che apprezzo particolarmente. La Cloonan regala infine ottimi disegni e ottime scene d’azione.

Dopo si arriva alla pura retorica piuttosto vuota e che poteva essere evitata firmata da Denny O’Neil e Steve Epting. Batman che pur di proteggere una vecchia conoscenza da dei ladri, finisce per diventare la parte torta della storia. Si tratta ovviamente di una retorica che piacerà a qualcuno, ma personalmente l’avrei evitata. Ottimi i disegni di Epting però. Grande creazione degli ambienti e sopratutto dei personaggi.

Torniamo direttamente negli anni 90 con la storia scritta da Christopher Priest e disegnata da Neal Adams. Putroppo si tratta forse del punto più debole dell’intera vicenda con una storia troppo slegata e senza alcuna prospettiva di spessore e con delle matite che ormai sembrano essere invecchiate male.

Bendis e Maleev si incontrano per una storia intima e profonda tra un vecchio Pinguino e altrettanto vecchio Bruce. Un dialogo a senso unico di un villain troppo connvinto di se stesso e un Bruce silenzioso, ma ragionato. Bendis si sente a suo agio con Batman e lo mostra apertamente con un Maleev che è quasi impossibile non apprezzare.

Si parte poi con la storia che durante la lettura nottura mi ha fatto saltare leggermente. Geoff Johns e Kelley Jones ci raccontano di una famiglia di Batman al completo, con tanto di Catwoman. Tutti dediti alla risoluzione dei criminali e tutti sulla stessa sintonia. Arriva un momento in cui appare l’immagine del figlio di Joker ed è terrore… La Jones ricrea perfettamente gli ambienti con un suo stile particolarmente ricco di dettagli, ma anche cosi poco ortodosso.

Successivamente troviamo la storia sul passato di Dick e Bruce, firmata da James Tynion IV e Alvaro Martinez-Bueno. Si tratta di un flashback sul rapporto tra Bruce, Alfred e un giovanissimo Dick. La fiducia tra i due è tutto e qui ne vediamo la nascita e lo sviluppo. L’ottima storia di James viene poi contornata da Alvaro che con i suoi dettagli ci immerge nel mondo di Batman poco oscuro.

Ed ecco la storia scritta dalla superstar del momento, Tom King e gli artisti Tony S. Daniel e Joelle Jones. Il racconto intimo e triste da alcuni lati, continua a mostrarci ancora una volta un Batman molto umano e poco “Bat”, ma sempre con il classico umorismo molto autoironico di King. Si apprezza la storia proprio per la sua scrittura liscia e parecchio elaborata. Ottimi anche i disegni, che danno la giusta prospettiva al racconto. Ricordate: Cheese.

Eccolo, l’ultimo racconto che andrà a ricongiungersi con il numero 1001 firmato da Peter Tomasi e da Doug Mahnke. Vediamo l’introduzione dell’Arkham Knight fumettistico nell’universo DC e dal racconto sembra un villain parecchio interessante. Qualcuno che potremo vedere per altri anni a seguire. Qualcuno domanderà se c’era bisogno di questo inserimento.

Sceneggiatori: Scott Snyder, Warren Ellis, Tom King, Paul Dini, Brian Michael Bendis, Peter J. Tomasi, James T Tynion IV, Kevin Smith, Christopher Priest, Dennis ONeil, e Geoff Johns.

Matite: Alvaro Martinez, Joelle Jones, Dustin Nguyen, Alex Maleev, Jim Lee, Kelley Jones, Steve Epting, Greg Capullo, Tony S. Daniel, Neal Adams, Doug e Mahnke.

Coloring: David Baron, Tameu Morey, Brad Anderson, Michelle Madsen, Alex Maleev, Dave Stewart, Elizabeth Breitweiser, Jordie Bellaire, John Kalisz, Alex Sinclair e FCO Plascencia

Lettering: Rob Leigh, Clayton Cowles, Sal Cipriano, Josh Reed, Willie Schubert, Andworld Design, Simon Bowland, Steve Wands, Todd Klein e Tom Napolitano.

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un non troppo giovane appassionato di tutto quel che ruota attorno alla cultura POP. Vivo con la passione nel sangue e come direbbe Hideo Kojima "Il 70% del mio corpo è fatto di film".