Doctor Mirage Omnibus – Recensione

Doctor Mirage
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Nei vari universi fumettistici gli eroi sono davvero tanti e sono tutti diversi. Li distinguiamo per poteri, personalità, provenienza e cosi via. Alcuni sono dei guerrieri o soldati pronti a scatenare una guerra per il proprio credo, altri si tengono in disparte e agiscono nelle ombre e alcuni invece cercano di rimediare a dei casini o risolvere dei cari altrimenti impossibili. Per la testata Valiant abbiamo diversi eroi particolari e tra questi troviamo Doctor Mirage. Pubblicato negli USA in due volumi, questa miniserie è disponibile in Italia con un Ombibus di tutti il rispetto a un prezzo davvero contenuto ed edito come sempre da Edizioni Star Comics.

I morti non mentono mai

Shang Sofia Fong Mirage è una donna particolare con un lavoro altrettanto particolare. La sua particolare abilità le permette di comunicare con i morti e questo le da un lavoro molto particolare, ma anche scomodo. Nonostante questo, però, questa sarà impossibilitata nel contattare il proprio marito scomparso e la tristezza incombe sulla sua vita fatta di rituali, magie e solitudine. Ritrovare Hwen diventa la sua missione più importante, ma questo non risolve tutti i problemi come ad esempio l’impossibilità ai due di toccarsi o di lavorare seriamente insieme.

La vita porta la giovane ragazza un gruppo di persone che con la morte non solo ci gioca, ma ci convive. Le due potenze finiscono per scontrasi, ma non senza le vittime. Da questo momento e dall’arrivo di Mirage all’interno del mondo dei morti le cose cambiano e non in peggio.

I vivi e i morti

La sceneggiatura dell’albo è firmata da Jen Van Meter che fin dalle prime pagine mette le cose in chiaro con la ragazza. Non è la ragazza della porta accanto e non le serve l’aiuto di qualcuno per svolgere il proprio lavoro. Si affida alle sue abilità ed esegue il suo lavoro in modo impeccabile. La storia poi si regge sulle sue gambe, ma l’incipit risulta essere un po’ sottotono rispetto al resto del volume. Sembra quasi una macchina con il motore diesel che necessità di un po’ di tempo per ingranare. I dialoghi in ogni caso appaiono maturi fin dalle prime pagine con delle spiegazioni e un uso della magia molto interessante.

I testi sono più coadiuvati dalle ottime matite di Roberto De La Torre che rende Mirage più bella e sensuale che mai, ma allo stesso tempo dandole delle sfumature un po’ oscure. Viene dato un grande risalto alle figure intere, mezzi busti e i primi piani, ma ci sono davvero pochi primissimi piani. Nonostante questo la mimica facciale è presente e funzionale al contesto. Durante la parte relativa al mondo dei morti ci sono parecchie chicche dedicate sia al mondo in se che ai personaggi che ci abitano. I colori infine sono di David Baron e sono la ciliegina sulla torta di un albo che è quasi perfetto.

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Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un non troppo giovane appassionato di tutto quel che ruota attorno alla cultura POP. Vivo con la passione nel sangue e come direbbe Hideo Kojima "Il 70% del mio corpo è fatto di film".