Doctor Who 14 – Recensione dei primi due episodi – Un’ottima partenza

Doctor Who 14
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Dopo i tre speciali mostrati lo scorso dicembre e dopo l’episodio ntalizio, l’hype per la stagione 14 di Doctor Who era davvero alle stelle. Ncuti Gatwa è riuscito a esternare lo spirito del dottore a perfezione in pochissimo tempo, legando con la maggior parte dei fan della serie. Certo, il suo è un personaggio diverso dai precedenti, ma proprio per questo finisce per risultare una vera e propria boccata d’aria fresca in un mondo fin troppo stagnante. Un grande poi lo dobbiamo dare a Disney Plus, che ha deciso di trasmettere le puntate in contemporanea mondiale. Possiamo quindi dimenticarci quella gestione veramente discutibile della RAI, che decise di lasciare la serie un po’ per i fatti suoi (destino che toccò anche a Supernatural e che potete vedere su Prime Video).

I due protagonisti di Doctor Who 14, Ncuti Gatwa e Millie Bison
Ncuti Gatwa e Millie Bison

La quattordicesima stagione è una piccola, ma grande rinascita della serie, che dopo un frizzante Peter Capaldi (la cui serie comunque soffriva di una scrittura sciatta e piatta) si ritrovò in una situazione stagnante (anche qui, non del tutto per colpa di Jodie Whittaker, che in ogni caso non era forse il volto più adatto). Anche la nuova companion, interpretata da Millie Gibson, ha un’aria più giovanile, sbarazzina e con la voglia di vivere un’avventura.

Questo dottore parla direttamente alle nuove generazioni e lo fa a modo tutto suo. Come solo il dottore sa fare in fin dei conti. Vi ricordate David Tennant e la sua totale repulsione verso le armi? Anche in questo caso c’è un bel messaggio di fondo all’interno delle puntate.

Ricordiamoci infatti che questo personaggio in origine non era pensato per gli adulti, ma per i bambini dell’epoca (che ormai sono cresciuti da un bel pezzo). Ovviamente anche un fan di vecchia data troverà facilmente un modo per appassionarsi a questo nuovo personaggio e alle sue avventure.

Finalmente la CGI di questa serie ha subito delle grosse migliorie e risulta essere quantomeno sopportabile. Certo, lungi dall’essere realistica, ma in fondo non è mai stata quella la prerogativa della serie. Si sente comunque una certa aria “giocattolosa” in ogni mostro e oggetto di scena. Anche questo è un vero e proprio punto classico della serie, che ha sempre visto dei nemici dalle forme improbabili e luoghi veramente fuori dal comune.

Ncuti Gatwa è un attore che nel corso degli anni ha saputo ritagliarsi il proprio pubblico grazie alle abilità recitative a tutto tondo. Ed è proprio così anche con il suo attuale personaggio. Si tratta di un dottore che porta sulle spalle tutta la consapevolezza delle rivelazioni passate, di morti e di tantissima sofferenza sopportata. Eppure in questa nebbia di tristezza continua a conservare il suo spirito libero, fatto di meraviglia e di speranza per un futuro più radioso. Per certi versi, questo nuovo protagonista incarna la filosofia di Superman e la sua immensa positività.

I due protagonisti di Doctor Who 14, Ncuti Gatwa e Millie Bison
Ncuti Gatwa e Millie Bison nel terzo episodio

Ora più che mai si nota l’avversione e forse la paura verso la solitudine. Lui non desidera rimanere da solo in questa sua avventura e consegna a Ruby (Millie Gibson) la chiave per il TARDIS, chiedendole di venire con lui. Lei dal canto suo è titubante all’inizio, ma anche parecchio felice per la grande avventura e perché potrà risolvere il grande mistero dei suoi genitori. Millie nei panni della companion risulta essere in ottima forma, capace a dar vita un personaggio dotato di mille sfumature.

C’è però un punto che proprio non è piaciuto. Parlo del nuovo cacciavite sonico, che sarebbe difficile definire come “accettabile”. Impossibile dire che si tratta di un oggetto “bello” questa volta. Il suo nuovo design non funziona a mio avviso perché perde la sua canonicità e tipicità unica. Un vero e proprio fallimento dal lato del design.

Sull'autore

Rostislav Kovalskiy

Un non troppo giovane appassionato di tutto quel che ruota attorno alla cultura POP. Vivo con la passione nel sangue e come direbbe Hideo Kojima "Il 70% del mio corpo è fatto di film".