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Con uno spirito degno del Simon Belmont del secondo Castlevania, abbiamo lasciato il Doom Slayer subito dopo aver evocato con successo il Grande Nemico, ovviamente allo scopo di farlo fuori definitivamente. Nelle poche ore che scandiranno The Ancient Gods Part 2, il rabbioso protagonista si farà strada attraverso l’ultima difesa del Signore Oscuro.
“Perché è un DLC”
Non c’è molto da aggiungere rispetto alla prima parte. Ad un certo punto ho avuto l’impressione che gli stessi sviluppatori, allargando le braccia, dicano “senti, questo è, davvero non c’è altro”. I nemici sono tanti, ce lo dicono, perché è un DLC, gli ambienti belli, ma già visti, le musiche anche belle, ma già sentite. Vale in tutto e per tutto lo stesso discorso della precedente espansione, se avete ancora voglia di umiliare demoni buon per voi, eccovi altre 5 ore di gioco, se no tranquilli, è normale.
Un nuovo Raggio Gancio
Non che non ci siano novità, comunque. Ad un minore tasso di platforming si sostituisce una meccanica che funziona con il rampino della doppietta, che ci permetterà, o meglio ci obbligherà, a raggiungere luoghi elevati oscillando e sfruttando il momentum, come si faceva, ad esempio, nei vecchi Metroid Prime. Questa nuova funzionalità risulta abbastanza divertente, e nel suo piccolo riesce a spezzare e variegare un po’ il gameplay che ormai conosciamo.
Di colore diverso
Ancora una volta avremo un piccolo aggiornamento dei nemici, anche se non ci sarà nulla di radicalmente rivoluzionario. Gli Imp di pietra sembrano (sono?) un reskin dei normali imp, ma in bianco, e per qualche motivo sono vulnerabili solo al fuoco a ripetizione del fucile a pompa, variante che finora non rappresentava una particolare minaccia per nessun nemico in particolare. L’Urlatore è una versione con tendenze suicide del normale zombie e possiede l’abilità di emettere un urlo al momento della morte, urlo in grado di potenzierà tutti i nemici circostanti. Di fatto rappresenta la versione di Doom Eternal del “nemico che non vuoi colpire”, non subito, almeno.
Passiamo ai nemici più seri. Il Barone Corazzato è un temibile mostro dotato, appunto di una corazza vulnerabile al fucile al plasma, corazza che si rigenererà se lasciamo troppo tempo questo demone in giro dopo avergliela distrutta. Anche lui si unisce ai nemici fastidiosi vulnerabili solo a determinati attacchi, ma nulla supera il fastidio che provoca il Predatore. Questo demone è in grado di scagliarci una maledizione, e ci costringerà ad inseguirlo per tutta la mappa (perché vulnerabile al Pugno di Sangue) per liberarcene e poter riprendere la nostra opera.
Insomma, si è andati avanti per la china che ho criticato parlando del primo DLC: aumentare la difficoltà per mimetizzare la scarsa longevità, rendere alcuni nemici deboli solo a specifici attacchi per frustrare i combattimenti; si ha quasi la sensazione che non sia un vero sparatutto, vista una così scarsa focalizzazione sui veri e propri spari.
Congela l’Inferno, poi spaccalo!
Alcune novità si hanno anche dal punto di vista delle armi. Una importante aggiunta all’arsenale sarà il Martello delle Sentinelle, uno strumento davvero utile per ripulire il terreno da demoni minori, che funziona particolarmente bene subito dopo aver congelato i malcapitati, mandandoli definitivamente in frantumi. Sarà anche una valida alternativa contro il Barone e altri demoni più grossi, con i soliti limiti di utilizzi ricaricabili con le uccisioni. Sarà anche fondamentale nella boss fight, quindi vi consiglio di sfruttare bene ogni occasione di padroneggiarlo.
Riposo eterno
Uno dei motivi principali per giocare a Doom Eternal The ancient Gods Part 2 è il combattimento finale (stavolta davvero finale). Alla fine di tutto, ho avuto la sensazione di un boss buono, soddisfacente, ma un po’ banale. Si arriva a questo punto cruciale quando tutto Doom Eternal ha sparato tutte le sue cartucce, scavato tra i bossoli, sparato anche quelli, e poi iniziato a menare pugni, calci, morsi e pizzichi. Doom Eternal non è un gioco da affrontare a rate, richiede abitudine, ritmo e concentrazione, e il modo migliore di giocare The Ancient Gods Part 2 è quello di cominciare, o ricominciare, tutto il gioco dal principio, affrontando tutto d’un fiato i due DLC subito dopo i titoli finali di Eternal, altrimenti ci si arriva stanchi e anche, francamente, un po’ stufi.