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Il primo episodio di Dragon Ball DAIMA ha entusiasmato i fan, ma ha anche sollevato qualche perplessità per la sua lunga sequenza iniziale di flashback e recap. Tuttavia, analizzando il contesto e gli obiettivi della serie, questa scelta si rivela non solo necessaria, ma anche geniale.
Un tuffo nel passato
L’episodio si apre con una narrazione che ripercorre la storia di Goku e delle Sfere del Drago, per poi concentrarsi sulla saga di Majin Bu, con un lungo flashback che occupa oltre 10 minuti dell’episodio.
Perché un recap così lungo?
Questa scelta può sembrare eccessiva per i fan di vecchia data, ma è fondamentale per diversi motivi:
- Rinfrescare la memoria: Sono passati molti anni dalla conclusione della saga di Majin Bu, e molti spettatori potrebbero aver dimenticato i dettagli della storia.
- Stabilire lo status quo: DAIMA è ambientato nel periodo tra la fine di Dragon Ball Z e l’inizio di Dragon Ball Super, un’epoca in cui Goku non ha ancora incontrato gli Dei della Distruzione o Zeno.
- Presentare la serie ai nuovi fan: DAIMA si rivolge anche a una nuova generazione di spettatori, che potrebbero non aver mai visto Dragon Ball Z.
- Aumentare il coinvolgimento: Il recap aiuta a contestualizzare gli eventi e a creare un senso di attesa per la nuova storia.
Un recap “diegetico”
Invece di un tradizionale “previously on”, DAIMA integra il recap nella narrazione, attraverso i personaggi di Gomah e Degesu che osservano gli eventi del passato. Questa scelta rende il recap più coinvolgente e permette di introdurre due nuovi personaggi chiave.
Un inizio strategico
Il lungo recap iniziale non è solo un modo per riassumere gli eventi passati, ma anche per stabilire le basi della nuova storia e creare un’atmosfera di mistero e suspense. Una scelta strategica che si rivela vincente per catturare l’attenzione del pubblico e prepararlo alle nuove avventure di Goku e compagni.
